
LA STRANA OSSESSIONE
Di Bill W.
Era una notte afosa nella piena estate del 1934. Mi trovavo a un indirizzo noto di Central Park West, New York: il Charlie Towns Hospital, per la disintossicazione degli alcolisti.
Sudando e soffrendo per un terribile post-sbornia, giacevo in una stanza al piano superiore. Al piano inferiore, il dottore fissava mia moglie Lois oltre la scrivania.
Lei disse: “Dottore, perché Bill non riesce a smettere di bere? Ha sempre avuto una grande forza di volontà. Eppure eccolo qui, di nuovo sull’orlo della rovina, e ancora non può fermarsi. Più lotta, peggio è. Ho paura, sono distrutta e confusa. So che lo è anche lui. Farebbe qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per smettere. Mi dica, Dottore, perché non ci riesce?”
Lois poneva la stessa terribile domanda che innumerevoli donne avevano fatto prima di lei. Un enigma antico quanto la scoperta dell’uomo che si può ricavare alcol da uva e cereali.
Ripeté: “Per favore, mi dica la verità, Dottore. Perché Bill non può smettere?”
Nella sua lunga esperienza con i bevitori cronici, il buon dottore aveva affrontato quel dramma mille volte. Di natura compassionevole, rabbrividiva sempre quando una moglie, un marito o un amico angosciati riproponevano l’antico enigma dell’alcolismo. Il dilemma di Bill lo aveva profondamente colpito. Come poteva ora dire a Lois la verità?
Il volto bonario del dottore si fece grave mentre iniziava a parlare:
“Quando Bill venne in questo ospedale tre anni fa, pensai potesse essere uno di quei rari casi che guariscono. Speravo che, comprendendo meglio se stesso e la sua malattia, potesse farcela. Nonostante le ricadute, ho continuato a sperare. Come dice, vuole disperatamente smettere e la sua volontà è forte. Ma ora sono scoraggiato. Temo sarà come quasi tutti gli alcolisti che incontro.”
“Dottore,” esclamò Lois, “cosa intende dire? Non guarirà mai?”
Con dolcezza, il dottore proseguì:
*”Signora W., suo marito è un malato, come sa. Ma non le ho mai spiegato quanto grave possa essere l’alcolismo. Dalla mia esperienza, posso dirle che ci sono teorie sulle cause, ma anche fatti incontrovertibili.
Fatto primo: innumerevoli alcolisti vogliono controllarsi, ma scoprono con orrore di non poterlo fare. Non possono moderarsi come gli altri. Nemmeno di fronte a conseguenze terribili. Le loro scuse non giustificano mai l’autodistruzione. Il loro comportamento diventa illogico, irrazionale, confina con la follia. Pur sapendolo, continuano. Con l’alcol, la mente non governa più le emozioni.
Una nuova sbornia può iniziare per futili motivi. Quando la vita colpisce una persona normale, non prende un martello e si picchia fino all’incoscienza. Eppure l’alcolista malato lo fa, ripetutamente. Ogni ragione, ogni incentivo, persino il desiderio di smettere, viene travolto quando il craving prende il controllo.
La realtà più grande dell’alcolismo è la sua natura ossessiva. Una delle compulsioni più subdole e potenti. Quando attecchisce, le possibilità di guarigione diminuiscono. Noi medici abbiamo avuto poco successo: raramente aiuto un caso su cento.
E non è solo ossessione: l’alcolismo è anche una malattia fisica. I corpi dei bevitori diventano ipersensibili all’alcol. All’inizio alcuni tollerano grandi quantità, ma gli eccessi portano a un’allergia: i postumi causano agonìa fisica, delirium tremens, convulsioni, danni cerebrali permanenti.”*
Lois chiese ancora: “Dottore, cosa possiamo fare?”
Così dovette dirle che sarei dovuto essere rinchiuso, o sarei impazzito e morto. Che sarebbe finito con un infarto durante il delirium tremens, o con un “cervello bagnato” (danno cerebrale permanente dovuto all’affogamento del cervello nell’alcol) forse entro un anno. Che presto sarei finito in manicomio o da un becchino.
Bill ricadde ancora e l’11 dicembre 1934 fu ricoverato per l’ultima volta al Towns Hospital. Ecco la storia di ciò che accadde allora…
— Un Foglietto Importantissimo —
Esiste un nuovo libro (2002) sul dottor William D. Silkworth intitolato:
“Silkworth – Il piccolo dottore che amava gli ubriaconi”.
“Silky” scrisse le due lettere menzionate ne L’Opinione del Medico nel Libro Grande e lavorò con molti dei primi membri di AA a New York, incluso Bill Wilson.
Il libro può essere ordinato da Hazelden Books.
“L’alcolismo è un’ossessione della mente che condanna a bere e un’allergia del corpo che condanna a morire.”
— Dott. William D. Silkworth
Indice delle pagine della storia di AA
Come in tante cose, specialmente per noi alcolisti, la nostra Storia è il nostro Bene Più Prezioso! Ognuno di noi è arrivato alla porta di AA con un’intensa e lunga “Storia di Cose Che Non Funzionano”. Oggi, in AA e nella Recupero, la nostra Storia si è arricchita di un’intensa e lunga “Storia di Cose Che FUNZIONANO!” E non rimpiangeremo il passato né vorremo chiuderci la porta alle spalle!
Continua a tornare!
Un giorno alla volta!

