Cerchio Familiare
Come i compagni e le famiglie non alcoliste vedono il programma di AA
AA Grapevine, agosto 1953

Come vive i 12 Passi la moglie di un alcolista 

Lois W., la “first lady” di AA in quanto moglie non alcolista di Bill W., cofondatore di Alcolisti Anonimi, racconta la sua avventura personale di crescita, applicando i principi di AA alla propria vita.


Abbiamo spesso sentito dire che i Dodici Passi di AA sono un modo di vivere per chiunque, se si sostituisce alla parola “alcol” qualsiasi altro problema della vita. Per un familiare stretto di un AA, una moglie o un marito, neppure la parola “alcol” deve essere cambiata nel Primo Passo; basta solo omettere “alcolista” nell’ultimo, così: “portare il messaggio agli altri, ecc.”

Noi mogli e mariti di AA, nel nostro Gruppo Familiare, cerchiamo di vivere secondo i Dodici Passi, e quanto segue è il modo in cui una moglie li applica a se stessa:

Primo Passo.

“Abbiamo amesso di essere impotenti di fronte all’alcol… che le nostre vite erano diventate ingovernabili.”

Io ero tanto impotente di fronte all’alcolismo di mio marito quanto lui. Ho provato in ogni modo a controllare il suo bere. La mia vita era davvero ingovernabile. Ero costretta a fare ed essere ciò che non volevo. E cercavo di gestire la vita di Bill oltre alla mia. Volevo entrargli nel cervello e girare le viti nella direzione che credevo giusta. Ma alla fine ho capito quanto fossi in errore. Anche io ero impotente di fronte all’alcol.

Secondo Passo.

“Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi avrebbe potuto restituirci alla sanità mentale.”

Il mio modo di pensare era distorto, i miei nervi sovraccarichi. Avevo paure e atteggiamenti che di certo non erano sani. Alla fine ho capito che anche io dovevo ritrovare la sanità mentale, e che solo avendo fede in Dio, in AA, in mio marito e in me stessa, questo sarebbe potuto accadere.

Terzo Passo.

“Abbiamo deciso di affidare la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come Lo abbiamo concepito.”

L’autosufficienza e l’abitudine a fare da madre, infermiera, badante e sostentatrice, unite al fatto di essere sempre considerata dalla parte dei “crediti” mentre mio marito era nei “debiti”, mi avevano dato un senso di compiaciuta superiorità. Eppure, paradossalmente, mi sentivo un fallimento nel mio ruolo di moglie. Tutto questo mi ha resa cieca a lungo davanti alla necessità di affidare la mia volontà e la mia vita a Dio. La presunzione è il peggiore dei peccati, ne sono convinta. Nessun raggio di luce può penetrare l’armatura dell’auto-giustizia.

Quarto Passo.

“Abbiamo fatto un inventario morale approfondito e senza riserve di noi stessi.”

Qui, quando ho cercato di essere davvero onesta, ho ricevuto uno shock enorme. Molte delle cose che credevo fossero altruiste, scavando a fondo, si sono rivelate pure razionalizzazioni — scuse per ottenere ciò che volevo. Questa scoperta ha raddoppiato il mio bisogno di vivere i 12 Passi nel modo più completo possibile.

Quinto Passo.

“Abbiamo ammesso a Dio, a noi stessi e a un altro essere umano la natura esatta dei nostri torti

Scoprii che questo era necessario per me tanto quanto per un alcolista, forse persino di più, a causa del mio precedente atteggiamento da “madre e figlio cattivo” verso Bill. Ammettere i miei errori aiutò enormemente a riequilibrare il nostro rapporto, avvicinandolo all’ideale di unione matrimoniale.

Sesto Passo.

“Siamo stati interamente pronti a lasciare che Dio rimuovesse tutti questi difetti del carattere.”

Mi resi conto che c’erano pensieri, sentimenti e azioni egoistiche che ritenevo giustificati a causa di ciò che Bill o altri avevano fatto a me. Dovetti impegnarmi molto per desiderare che Dio le eliminasse. C’era, ad esempio, la mia autocommiserazione per aver perso la compagnia di Bill, ora che la casa era piena di ubriachi e ci vedevamo da soli così raramente. Allora non capivo l’importanza del suo lavoro con altri alcolisti. Per sconfiggere la sua ossessione per l’alcol, aveva bisogno di essere altrettanto ossessionato da AA.

Nei primi tempi c’era anche il mio risentimento profondo e inconscio perché qualcun altro aveva fatto in pochi minuti ciò che io avevo tentato di fare per tutta la vita coniugale. Ora capisco che una moglie raramente, se non mai, può riuscirci. L’alcolista malato sente che il conto di sua moglie è scritto nella pagina dei “crediti” del registro della vita. Ma sa che il suo è tra i “debiti”; quindi lei non può capire. Un altro alcolista, con un debito simile, si identifica immediatamente con lui in modo che un non-alcolista non potrà mai fare.

Mi ci volle molto tempo per riconoscere questo fatto importante. Non potevo trovare pace interiore finché non lo compresi.

Settimo Passo.

“Abbiamo umilmente chiesto a Lui di rimuovere i nostri difetti.”

“Umilmente” era una parola che non avevo mai davvero compreso. Oggi per me significa “in proporzione”, un rapporto onesto tra me e il prossimo, e tra me e Dio. Mentre mi sforzavo di essere umile, era incoraggiante vedere la crescita dell’umiltà in mio marito. Quando beveva, era la persona più schiacciata dal complesso di inferiorità al mondo. Dopo AA, da uno zerbino si trasformò in qualcuno superiore a tutti, me compresa. Era difficile da accettare, “dopo tutto il bene che gli avevo fatto”. Certo, poche mogli all’inizio riescono a vedere quanto sia naturale per l’alcolista credere che le persone più meravigliose al mondo siano i membri di AA, che vivono i veri principi. Anche io cercavo di vivere il programma di AA, e proprio qui dovevo guardare alla mia umiltà, indipendentemente dai progressi o dalle mancanze di mio marito.

Ottavo Passo.

“Abbiamo fatto una lista di tutte le persone a cui avevamo recato danno e ci siamo resi disponibili a riparare nei loro confronti.”

All’inizio non riuscivo a pensare a nessuno che avessi danneggiato. Ma quando ho infranto anche solo un po’ la mia arroganza, ho visto molti parenti e amici che avevo risentito; avevo risposto in modo secco e irritato, mettendo a rischio persino amicizie di lunga data. Ricordo, ad esempio, un amico a cui lanciai un libro dopo una giornata snervante in cui mi aveva infastidito. (Lanciare oggetti sembrava essere il mio sfogo preferito quando ero arrabbiata.) Cerco di tenere questa lista aggiornata. E cerco anche di abbreviarla.

Nono Passo

“Abbiamo riparato direttamente nei confronti di tali persone, ogniqualvolta possibile, tranne quando farlo avrebbe potuto ferirle o ferire altri.”

Questo è importante per me tanto quanto per l’alcolista. Per avere serenità e gioia nel vivere e nell’agire, per riuscire a sopportare le difficoltà che arrivano e aiutare gli altri a fare lo stesso, ho capito che dovevo fare ammenda specifica per ogni danno causato. Non potevo aiutare gli altri se ero io stessa emotivamente fragile.

Decimo Passo.

“Abbiamo continuato a fare un inventario personale e, quando ci siamo resi conto di aver sbagliato, lo abbiamo ammesso prontamente.”

È incredibile come, ogni volta che faccio un inventario, trovo una nuova razionalizzazione, un nuovo modo in cui mi sono ingannata senza rendermene conto. È così facile illudersi sulle proprie motivazioni. E ammetterlo è così difficile, ma anche così benefico.

Undicesimo Passo.

“Abbiamo cercato, attraverso la preghiera e la meditazione, di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come Lo abbiamo concepito, chiedendo solo di conoscere la Sua volontà per noi e la forza di realizzarla.”

Sto appena iniziando a capire come pregare davvero. Mercanteggiare con Dio non è vera preghiera, e chiedergli ciò che voglio io – anche se sono cose buone – ho imparato che non è la forma più elevata di preghiera. Un tempo credevo di sapere cosa fosse meglio per me, e io, il capitano, davo ordini al mio tenente, Dio, perché li eseguisse. È molto diverso dal chiedere solo di conoscere la volontà di Dio e la forza per compierla.

Trovare tempo per la meditazione è difficile, immagino, per molti di noi. La vita di oggi è così frenetica. Ma ho ritagliato qualche minuto la mattina e la sera. In questi giorni sono piena di gratitudine verso Dio. È uno dei miei principali temi di meditazione: gratitudine per tutto l’amore, la bellezza e gli amici che mi circondano; gratitudine persino per i giorni difficili di un tempo, che mi hanno insegnato così tanto. Almeno ho iniziato, e in qualche piccola misura ho migliorato il mio contatto cosciente con Dio.

Dodicesimo Passo.

“Avendo avuto un risveglio spirituale come risultato di questi passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio agli altri e di praticare questi principi in tutte le nostre azioni.”

Sono come molti AA che non sanno dire esattamente quando sia avvenuto il loro risveglio spirituale. Il mio è stato un processo lento. Anche dopo un’illuminazione improvvisa, nessuno può rimanere fermo. Si va avanti, oppure si torna indietro. Ripensandoci, vedo un cambiamento in meglio tra la me di prima e quella di oggi, e spero che domani, il mese prossimo, l’anno prossimo, continuerò a vedere una versione migliore di me stessa.

E nulla mi ha spinto più avanti del portare il messaggio di AA a quei non-alcolisti che ancora non comprendono e hanno bisogno della comprensione e dell’aiuto di chi ha già percorso questa strada.

Gruppi Familiari Al-Anon sono ora circa 400. Domande e commenti sono benvenuti presso il Family Group Clearinghouse, al seguente indirizzo:
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L’indirizzo sopra indicato non è più valido, ma è stato mantenuto nell’articolo per precisione storica. L’indirizzo attuale è:

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Come in tante cose, specialmente per noi alcolisti, la nostra Storia è il nostro Bene Più Prezioso! Ognuno di noi è arrivato alla porta di AA con un’intensa e lunga “Storia di Cose Che Non Funzionano”. Oggi, in AA e nella Recupero, la nostra Storia si è arricchita di un’intensa e lunga “Storia di Cose Che FUNZIONANO!” E non rimpiangeremo il passato né vorremo chiuderci la porta alle spalle!

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