Raccolta di Scritti di Barefoot Bob

Testi scritti da me sono protetti da copyright dal 1974 al 2002
e continuerò ad aggiungerne altri.
La storia non è finita, c’è ancora VITA da VIVERE!

Questa raccolta di frammenti, battute e pensieri sparsi include alcune delle cose che mi hanno aiutato a trovare pace nel mio mondo. Quasi nulla, se non nulla, è pensiero originale, poiché tutto è una sintesi di molti aspetti della Verità più Grande, che esiste dall’inizio dei tempi.

Se qualcosa può esserti utile, benissimo. Se no, gettalo nel cestino. Forse è proprio lì che l’ho trovato io, in primo luogo.

L’unico motivo per cui ho fatto questa raccolta è ricordare a me stesso il mio Scopo Primario: portare questo messaggio di amore e pace nel mondo nel modo migliore che conosco, attraverso i 12 Passi e le 12 Tradizioni degli Alcolisti Anonimi.

Ora, giusto perché sappiate chi è questo vecchio brizzolato che si fa chiamare Barefoot, mentre ci parliamo con apertura e onestà, cercando la verità e il nostro Potere Superiore, lavorando insieme per portare pace e comprensione nelle nostre vite e in quelle di chi ci circonda.

Foto di Craig Buck
Amore e Pace,
Barefoot


REQUISITI E APPRENDIMENTO

Una cosa che notai quando venni introdotto in AA fu che esistevano alcuni REQUISITI per il successo di un Programma dei 12 Passi nella mia vita. Il primo, ovviamente, era che dovevo voler smettere di bere, a prescindere da ciò che accadesse o meno nella mia vita. Non importa cosa penso, sento o credo. Conta solo ciò che faccio. Se bevo, mi ubriaco; se non bevo, non ho modo di finire sbronzo. Nel mio caso, “sbronzo” è un eufemismo per “barcollante, cadente, pisciante negli angoli, carponi, vomitante dal naso, ubriaco marcio”.

Il requisito successivo era imparare a essere disposto ad abbandonare TUTTE le mie VECCHIE IDEE su come le cose dovessero o non dovessero essere. Volli chiedere: “Volete dire che nessuna delle mie vecchie idee era buona?”. Quello che i “vecchi membri” mi fecero capire fu: “Se ne troveremo qualcuna valida e meritevole di essere tenuta, te lo faremo sapere”, e “Nel frattempo non preoccupartene, impara solo a rimanere disposto a rinunciare a tutte le tue vecchie idee, mentre le riesaminiamo alla luce della Verità, man mano che avanzi nel programma, imparando ad applicare i 12 Passi nella tua vita, in tutte le tue faccende.”

Un altro requisito, se volevo conoscere un briciolo di Pace Interiore o Serenità, era che avrei dovuto imparare a rinunciare al mio giudizio su qualsiasi cosa accadesse. Avrei dovuto imparare a affidarmi al Giudizio del mio Potere Superiore per prendere decisioni al posto mio, alla luce della SUA VERITÀ. Avrei dovuto imparare a lasciare in pace la Decisione del 3° Passo.

Un ulteriore requisito era ricordare chi mi avesse creato e per quale scopo. Dovevo smettere di cercare di creare me stesso. LUI mi ha creato per il SUO SCOPO, e il più delle volte non saprò quale sia finché non sarò molto più avanti nel cammino. (Posso trovarmi in mezzo a un miracolo e non accorgermi di un bel niente, tanto sono occupato a cercare di mettere a posto le cose.) Dovevo imparare a cercare un Contatto Consapevole con la Fonte di Ogni Potere attraverso la preghiera e la meditazione.

E infine, avrei dovuto abbandonare la mia folle idea di essere su questa terra per essere il “Conquistatore”. Dovevo capire di essere stato messo qui per essere “LA CONQUISTA — LA CONQUISTA DI DIO”, qualunque essa fosse, e che molto probabilmente non avrei mai saputo cosa avrei fatto da grande.

Amore e Pace,
Barefoot


Ricevetti questo poema da Joe Quinn l’11 marzo 1974. Questo scritto mi aprì la porta verso quell’abbraccio con il mio Potere Superiore, il mio Dio, per rinascere in una sobrietà felice e serena. Grazie, Joe.

Il Tocco della Mano del Maestro

Era malconcio e segnato,
e il banditore pensò
che quasi non valesse la pena
perdere tempo con quel vecchio violino.
Ma lo sollevò con un sorriso.

«Chi fa un’offerta, buona gente?», gridò,
«Chi comincia l’asta per me?
Un dollaro, un dollaro, sento due?
Due dollari, chi fa tre?
Tre dollari una volta, tre dollari due volte,
e a tre…».

Ma no.
Dalla sala, in fondo, un uomo dalla barba grigia
si fece avanti e prese l’archetto.
Poi, asciugando la polvere dal vecchio violino
e tendendo le corde,
suonò una melodia pura e dolce
dolce come il canto di un angelo.

La musica cessò, e il banditore,
con voce sommessa, disse:
«Ora, chi fa un’offerta per questo vecchio violino?»,
mentre lo teneva sollevato con l’arco.
«Mille, mille, sento duemila?
Duemila, chi fa tremila?
Tremila una volta, tremila due volte,
e aggiudicato», concluse.

La folla applaudì,
ma alcuni tra loro piansero:
«Non capiamo…
Cosa ha cambiato il suo valore?».
E la risposta giunse pronta:
«Il tocco della Mano del Maestro».

E molti uomini, con vite stonate,
logorate dal bourbon e dal gin,
sono venduti a poco a una folla distratta,
proprio come quel vecchio violino.
Un piatto di lenticchie, un bicchiere di vino,
una partita, e via, si va avanti.
È aggiudicato una volta, due volte,
è quasi perduto.
Ma poi arriva il Maestro,
e la folla stolta non capirà mai
il valore di un’anima e il miracolo che opera
il Tocco della Mano del Maestro.

(Come la citò Joe. L’autore era sconosciuto quando pubblicai questa pagina. Mi è stato riferito nell’agosto 1999 che “La Mano del Maestro” fu scritta da Myra B. Welch)

La storia non è insolita in AA. Ero al mio primo incontro con un oratore. Ero sobrio da una settimana e mezzo, ben pettinato, con una camicia pulita e una cravatta, e stavo guarendo! Sapete come ci sentiamo guariti in quella prima settimana! Avevo ancora i nervi a fior di pelle, ma stavo guarendo.

Eccomi lì, al Friendship Club, seduto nell’ultima fila per non farmi notare. Quel piccolo ometto trasandato, con vestiti che gli stavano male, si sedette accanto a me. Mi scansai un po’ e borbottai all’orecchio del vicino: «Mio Dio, guarda questo, ha davvero bisogno di aiuto».

Con mio grande imbarazzo, quando fu il momento di presentare l’oratore della serata, fu proprio quell’ometto ad alzarsi e salire sul podio. A quel tempo, Joe Q. aveva circa 20 anni di sobrietà. Durante il suo discorso, qualcosa attirò la mia attenzione e cominciai ad ascoltare. Forse era il luccichio dei suoi occhi, o il senso di pace e amore che emanava, non so. Comunque, concluse con Il Tocco della Mano del Maestro, e mi colpì profondamente. SAPEVO che aveva qualcosa che volevo anch’io.

Sapete, non avevo molto coraggio allora, e non volevo che nessuno scoprisse che NON SAPEVO di cosa si trattasse. Aspettai che tutti si allontanassero da lui, feci un respiro profondo e mi avvicinai timidamente.

Mi tese la mano e chiese il mio nome. Sputai il mio nome fuori dalle mie labbra e, prima di riprendere fiato, dissi: «So che ce l’hai, ma non capisco di cosa parli, questo “Potere Superiore”. Puoi definirmelo, per favore?».

Joe rise e, con quel sorriso magnifico e gli occhi pieni d’amore, disse:
«BOB, PER CHI LO CONOSCE, NESSUNA SPIEGAZIONE È NECESSARIA. PER CHI NON LO CONOSCE, NESSUNA SPIEGAZIONE È POSSIBILE, E SOLO UN FOLLE TENTEREBBE DI DEFINIRLO. IO NON VOGLIO ESSERE UN FOLLE, MA POSSO MOSTRARTI COME PUOI TROVARLO DA SOLO!»

Detto questo, Joe si chinò sotto il podio e tirò fuori una copia logora del Grande Libro. L’aprì a pagina 59 e me la mise sotto il naso: «Ecco come lo troverai».

Guardai, ovviamente. Quella pagina contiene i 12 Passi. ED È COSÌ CHE LO TROVAI!

Quella semplice frase di Joe (che ho messo in maiuscolo sopra, ma che lui mi disse con voce gentile) mi aprì la porta per buttare via tutte le vecchie idee che avevo raccolto nella discarica degli altri (e dalla mia infinita saggezza di SAPERE DI AVERE SEMPRE RAGIONE, quell’atteggiamento da SO-TUTTO-IO). Ora potevo ricominciare, in una Vita di Sobrietà. Capii che io ero il folle, e che OGNI mia convinzione era crollata.

Oggi so che chiunque tenti di definire il “Potere Superiore” per me è un folle, e qualunque cosa stia cercando di definire, NON È QUELLO. Questo “Potere Superiore”, il mio Capo per cui lavoro oggi, gestisce cose molto più grandi, complesse e meravigliose di quanto qualsiasi essere umano (o gruppo di esseri umani) possa mai definire. Tutto ciò che so davvero è: «MI AMA E IO AMO LUI».

Grazie ancora, Joe.

Amore e Pace,
Barefoot


ALCOLISTI ANONIMI

ALCOLISTI ANONIMI è un’associazione creata e gestita da un branco di ex ubriaconi, il cui unico requisito per farne parte è non saper reggere l’alcol e aver deciso di non voler imparare a farlo. Non che potrebbero comunque, non ci sono mai riusciti, ed è altamente improbabile che ci riusciranno mai. Non ci sono regole, quote o tasse, né nulla di ciò che qualsiasi organizzazione sensata sembrerebbe richiedere.

Agli incontri, chi parla inizia con un argomento, finisce per parlare d’altro, e conclude dicendo di non sapere nulla del programma se non che funziona. I gruppi sono sempre al verde, eppure trovano sempre i soldi per andare avanti. Perdono continuamente membri, eppure crescono. Dicono che AA sia un programma egoista, eppure passano il tempo a cercare di regalarlo e a fare qualcosa per gli altri.

Ogni gruppo approva leggi, regole e proclami che tutti ignorano beatamente; i membri in disaccordo hanno il privilegio di andarsene furiosi, promettendo di non tornare mai più, per poi riapparire come se nulla fosse e venire accolti a braccia aperte. Nulla viene mai pianificato con un giorno di anticipo, eppure nascono progetti grandiosi che miracolosamente sopravvivono. Niente in AA segue le regole del gioco. Come fa a resistere?

Forse perché abbiamo imparato a vivere e a riderci sopra. Dio ha creato l’uomo. Ha creato anche il riso. Forse si compiace dei nostri goffi tentativi e sistema le cose a prescindere da chi prema il tasto sbagliato. Forse gli piace, non la nostra imperfezione, ma la nostra sincerità. Forse gli piace che cerchiamo di essere semplicemente noi stessi. Non sappiamo come funzioni, ma funziona, e i membri continuano a raccogliere i frutti del loro investimento in AA. È intelligente essere sobri, e molto più facile, amici miei, restare sobri che diventarlo.

(RUBATO dagli scritti di altri membri)


L’IMPORTANZA DEL TERZO LEGATO DI SERVIZIO

Bill W., il Dottor Bob e i primi cento sarebbero sopravvissuti senza il servizio reciproco? Noi, oggi sobri e vivi, siamo il risultato del loro impegno nello scrivere il Grande Libro, AA diventa adultaI Dodici Passi e Dodici Tradizioni e tutto il resto della letteratura AA, oltre al lavoro e ai sacrifici necessari per tenere in vita la Fratellanza di Alcolisti Anonimi.

Avrebbero potuto omettere il Capitolo 7 del Grande Libro, e quel primo paragrafo che dice: “L’esperienza pratica dimostra che niente assicura l’immunità dalla dipendenza come il lavoro intensivo con altri alcolisti. Funziona quando tutto il resto fallisce. Questo è il nostro dodicesimo suggerimento: Portate questo messaggio ad altri alcolisti!”

Questa è l’essenza di tutto ciò che facciamo nei gruppi in nome del servizio: dall’occupare semplicemente una sedia in riunione, condividere a turno la nostra esperienza, spazzare il pavimento e pulire i tavoli dopo averli riempiti di bicchieri e cenere (come solo noi alcolisti pasticcioni sappiamo fare), organizzare attività come picnic e feste, essere nella lista di chi sponsorizza i Dodici Passi, fare visite di recupero e accompagnare un nuovo arrivato verso la sobrietà, fino a ricoprire incarichi di responsabilità nel gruppo, nel distretto o nell’area. Questo è il “lavoro intensivo con altri alcolisti” di cui si parla: dare noi stessi per mantenere la nostra sobrietà, trovando il nostro “posto” nel servizio reciproco.

Avrebbero potuto starsene seduti a non bere e basta?

Certo, avrebbero potuto. Ma se l’avessero fatto, tu ed io saremmo ancora là fuori… o morti! Grazie a Dio non si sono dimenticati di noi. Ma se vogliamo che tutto questo continui, dobbiamo smetterla di stare seduti a parlarne e muovere il culo per fare qualcosa!

L’ASSOLUTA IMPORTANZA DEL CREDO AA DEVE ESSERE INCISA NELLA COSCIENZA DI OGNI MEMBRO:

IO SONO RESPONSABILE…
Quando qualcuno, ovunque, chiede aiuto,
voglio che la mano di AA sia sempre lì.
E PER QUESTO IO SONO RESPONSABILE.

Dare noi stessi, dalla pienezza di vita che abbiamo trovato, a chi non l’ha ancora scoperta, è la chiave per una sobrietà, una felicità e una serenità durature.

Amore e pace,
Barefoot


I MIEI PROBLEMI PERCEPITI E LA LORO SOLUZIONE

I miei sponsor avevano modi bizzarri di riportarmi alla realtà quando la mia testa mi stava fregando, quando non riuscivo a distinguere tra cose buone e cattive nel mio cervello, e i nodi allo stomaco e il dolore emotivo diventavano insopportabili. Mi lamentavo con Tex: “Non ce la faccio più un altro minuto, ho voglia di ubriacarmi.” Lui rispondeva “Ok” e riattaccava, cosa che mi faceva così incazzare da restare sobrio fino all’incontro solo per dirgli che era un figlio di puttana. A quel punto lui diceva: “Be’, stronzo, cos’hai imparato? Che arrabbiarti con me ti ha fatto passare la voglia di bere? Che va bene sentirne la voglia, purché non lo fai?”

Oppure ascoltava finché non mi sfogavo e poi diceva semplicemente: “Be’, cretino, la risposta è a pagina 60” o 127 o 154 o 314 o 25, ecc. Lo credevo un genio, perché trovavo la soluzione entro mezza pagina da dove mi aveva indicato. Mi ci sono voluti due anni per capire che sparava numeri a caso, così da costringermi a leggere e studiare il libro. Dopo un po’ si limitava a dire: “Le risposte sono nel libro, imbecille.” E ancora più avanti: “E allora, scemo, quante volte devo ricordarti che sai già dove trovare le risposte?”

Joe Q. la gestiva diversamente. Se qualcuno di noi si lamentava della propria vita, la sua risposta standard era: “Rispetto a quando?” Oppure: “Rispetto a cosa? Sei ancora sobrio e ancora vivo?”

Sam si limitava a dire: “Io non so te, ma ogni giorno da quando sono in AA mi sto divertendo. Certo, ci sono stati giorni in cui niente andava per il verso giusto, in cui nessuno faceva le cose come doveva, in cui tutto era sottosopra e non vedevo via d’uscita dai miei guai, giorni in cui speranza, amore e pace erano svaniti. Ma ogni giorno in AA mi sono divertito, perché ogni giorno in AA sono stato sobrio e sono stato vivo! Controlla che passo hai dimenticato. Sono dodici, sai, e vanno usati tutto il giorno, ogni giorno.”

Wino Bob diceva: “Mamma mi ha insegnato che non esiste problema così grave che una bevuta non possa peggiorare, e di brutto.” “Mamma” era il nome che dava alla sua sponsor, una donna sopravvissuta a anni nei bassifondi del mondo. Lo stesso Wino aveva passato sette anni nello skid row di Los Angeles (Una delle zone più degradate della città, con migliaia di senzatetto).

Jim mi diceva: “Capisco quello che dici (o credi o pensi), ma quello che dici (o credi o pensi) non conta, perché hai già ammesso di essere pazzo col Secondo Passo. L’unica cosa che conta è quello che fai. Applica il Terzo Passo, non bere, e lascia che sia Dio a occuparsene. Fai semplicemente la prossima cosa indicata, al meglio delle tue capacità.”

Chuck mi diceva: “La verità spirituale è che la soluzione a tutti i tuoi problemi è dentro di te. Rileggi le pagine 25 e 55, e non dimenticare la prima riga a pagina 26. E forse non farebbe male rileggere 83, 84 e 85 per ricordarti verso cosa stai lavorando. Qualsiasi decisione prendi, dovrai affrontarne le conseguenze.”

Ognuno aveva il suo modo, e ognuno mi ha dato un pezzo del mio puzzle. E sono profondamente grato a tutti loro per la vita che ho oggi.

Amore e pace,
Barefoot


Il Problema

Molti di noi si sentivano inadeguati, indegni, soli e impauriti. Mentre noi affondavamo, gli altri ci apparivano come navi che galleggiavano senza sforzo. Fin da piccoli, ci siamo sentiti scollegati — dai genitori, dai coetanei, da noi stessi. Ci spegnevamo con l’alcol e la fantasia. Ci accendevamo bevendo nelle immagini, nelle apparenze, inseguendo gli oggetti dei nostri sogni a occhi aperti. Bramavamo il desiderio altrui e volevamo essere desiderati.

Diventammo veri tossici delle nostre fantasie: bevevamo per alimentare illusioni sempre più grandiose su noi stessi e/o per sfuggire a quelle stesse fantasie, finendo nella promiscuità, nell’adulterio, in relazioni di dipendenza e in ancora più finzione. La cercavamo attraverso gli occhi; la compravamo, la vendevamo, la barattavamo, la regalavamo. Eravamo dipendenti dall’intrigo, dal gioco di seduzione, dal proibito.Eravamo convinti che per stare meglio dovessimo svenderci. ‘Usami, ma non lasciarmi solo!’ balbettavamo, consegnando il timone a chiunque promettesse di zittire il nostro vuoto.

Tutto questo generava colpa, odio per noi stessi, rimorso, vuoto e dolore, e ci spingeva sempre più in fondo, lontano dalla realtà, lontano dall’amore e dalla vita, persi dentro noi stessi e dentro la bottiglia.

Le nostre dipendenze dalla fantasia e dall’alcol resero impossibile una vera intimità. Non potemmo mai conoscere un’unione autentica con gli altri perché eravamo tossici dell’irreale. Cercavamo la “chimica”, la connessione che aveva la “magia”, perché aggirava l’intimità, la comunità e l’unione vera. Le nostre fantasie da alcolisti corruppero il reale; la brama uccise l’amore.

Prima alcolisti, poi storpi nell’amore e nella vita, prendevamo dagli altri per riempire ciò che ci mancava dentro. Mentendo a noi stessi più e più volte che la prossima “Grande Soluzione” ci avrebbe salvato, in realtà stavamo perdendo la vita.

La Soluzione

Vedemmo che il nostro problema era triplice: fisico, emotivo e spirituale. La guarigione doveva avvenire in tutte e tre le dimensioni. Il cambiamento cruciale nell’atteggiamento iniziò quando ammettemmo di essere impotenti di fronte all’alcol e alle nostre fantasie, che le nostre dipendenze ci avevano sconfitto. Venimmo agli incontri e ci allontanammo dalle nostre dipendenze.

Scoprimmo che potevamo fermarci, che non assecondare il desiderio non ci uccideva, che bere era davvero una scelta! Che la Realtà era preferibile alla Fantasia! C’era speranza di libertà, e iniziammo a sentirci vivi. Incoraggiati a continuare, ci allontanammo sempre più dalla nostra ossessione isolante per la fantasia, noi stessi e l’alcol, e ci rivolgemmo a Dio e agli altri.

Tutto questo era spaventoso. Non potevamo vedere il sentiero davanti a noi, se non che altri lo avevano già percorso. Ogni nuovo passo di resa sembrava portarci sull’orlo dell’oblio, ma lo facemmo. E invece di ucciderci, la resa stava uccidendo l’ossessione! Avevamo fatto un passo verso la luce, verso un modo di vivere completamente nuovo.

La Fratellanza ci diede controllo e sostegno per evitare di essere sopraffatti, un rifugio sicuro dove potevamo finalmente affrontare noi stessi. Invece di coprire i nostri sentimenti con comportamenti compulsivi e l’alcol, iniziammo a esporre le radici del nostro vuoto e della nostra fame spirituale. E la guarigione ebbe inizio.

Mentre affrontavamo i nostri difetti, diventammo disposti a cambiarli; arrendendoci a essi, spezzammo il potere che avevano su di noi. Iniziammo a sentirci più a nostro agio con noi stessi e con gli altri per la prima volta senza le nostre “droghe”. Perdonando tutti quelli che ci avevano ferito, e senza ferire gli altri, cercammo di rimediare ai nostri torti. Con ogni ammenda, un altro pezzo del terribile fardello della colpa ci cadeva dalle spalle, finché potemmo sollevare la testa, guardare il mondo negli occhi e stare in piedi, liberi.

Iniziammo a praticare una sobrietà positiva, compiendo gesti d’amore per migliorare le nostre relazioni con gli altri. Stavamo imparando a dare; e la misura con cui davamo era la misura che ricevevamo indietro. Stavamo trovando ciò che nessuno dei sostituti delle nostre fantasie ci aveva mai offerto. Stavamo stabilendo la Vera Connessione. Eravamo a casa.

(Non so da dove provenga questo testo, ma l’ho modificato per adattarlo al nostro modo di pensare e agire in AA.)

Amore e Pace,
Barefoot


Ecco il contenuto di una lettera rivelatrice che Bill Wilson scrisse intorno al 1949 a un caro amico che lottava con la depressione. La lettera apparve sul “Grapevine” nel gennaio 1958. Bill soffrì di depressioni acute e croniche per i primi 14 anni della sua sobrietà.

La Prossima Frontiera: La Sobrietà Emotiva

Credo che molti veterani di AA, pur avendo superato con successo la prova della “cura dell’alcol”, scoprano spesso di mancare ancora di sobrietà emotiva. Forse saranno loro a guidare il prossimo grande sviluppo di AA: il raggiungimento di una maturità e un equilibrio più autentici (ovvero, umiltà) nei nostri rapporti con noi stessi, con gli altri e con Dio.

Quei bisogni adolescenziali che molti di noi hanno – l’approvazione totale, la sicurezza perfetta, l’amore ideale –, perfettamente normali a diciassette anni, si rivelano una strada impossibile quando ne abbiamo quarantasette o cinquantasette.

Da quando è nato AA, ho preso colpi tremendi in tutte queste aree a causa del mio fallimento nel crescere emotivamente e spiritualmente. Mio Dio, quanto è doloroso continuare a pretendere l’impossibile, e quanto è straziante scoprire, alla fine, che abbiamo sempre messo il carro davanti ai buoi! Poi arriva l’agonia finale di renderci conto di quanto fossimo sbagliati, eppure rimanere incapaci di scendere dalla giostra emotiva.

Come trasformare una convinzione mentale corretta in un risultato emotivo sano, e quindi in una vita serena, felice e buona? Questo non è solo il problema del nevrotico, ma il problema della vita stessa per tutti noi che abbiamo raggiunto la vera volontà di attenerci a principi giusti in ogni aspetto della nostra esistenza.

Eppure, anche così, mentre ci sforziamo, la pace e la gioia possono continuare a sfuggirci. È qui che molti di noi veterani di AA siamo arrivati. Ed è un posto infernale, letteralmente. Come possiamo allineare il nostro inconscio – da cui ancora sgorgano così tante delle nostre paure, compulsioni e false aspirazioni – con ciò in cui crediamo, sappiamo e vogliamo davvero? Come convincere il nostro oscuro, furioso e nascosto “Mr. Hyde” diventa il nostro compito principale.

Recentemente ho iniziato a credere che sia possibile. Ci credo perché vedo molti “illuminati” – gente come te e me – cominciare a ottenere risultati. Lo scorso autunno, una depressione senza alcuna vera causa razionale mi ha quasi spazzato via. Ho iniziato a temere di essere precipitato in un altro lungo periodo cronico. Considerando il dolore che le depressioni mi hanno causato, non era una prospettiva allettante.

Continuavo a chiedermi: “Perché i Dodici Passi non funzionano per liberarmi dalla depressione?” Per ore fissavo la Preghiera di San Francesco: “È meglio consolare che essere consolati”. La formula era lì, giusta. Ma perché non funzionava?

All’improvviso ho capito qual era il problema. Il mio difetto di fondo era sempre stato la dipendenza – una dipendenza quasi assoluta – da persone o circostanze per ottenere prestigio, sicurezza e simili. Non riuscendo a ottenerli secondo i miei sogni e standard perfezionisti, li avevo cercati con forza. E quando arrivava la sconfitta, arrivava anche la depressione.

Non c’era alcuna possibilità di fare dell’amore attivo di San Francesco una via praticabile e gioiosa finché queste dipendenze fatali e quasi assolute non fossero state recise.

Grazie al poco sviluppo spirituale ottenuto negli anni, la natura assoluta di queste terribili dipendenze non mi era mai apparsa così chiara. Rafforzato dalla Grazia che riuscivo a ottenere nella preghiera, ho capito che dovevo usare ogni grammo di volontà e azione per tagliare queste dipendenze emotive malsane dalle persone, da AA, e da qualsiasi circostanza esterna.

Solo allora potevo essere libero di amare come Francesco. Ho visto che le soddisfazioni emotive e istintive erano in realtà dividendi extra dell’avere amore, offrire amore ed esprimere un amore adatto a ogni relazione della vita.

Era chiaro: non potevo ricevere l’amore di Dio finché non ero in grado di offrirlo a Lui, amando gli altri come Lui avrebbe voluto. E non potevo farlo finché ero vittima di false dipendenze.

Perché la mia dipendenza significava pretesa – una pretesa di possesso e controllo sulle persone e sulle condizioni che mi circondavano.

Quelle parole – “pretesa assoluta” – potrebbero sembrare un trucco, ma sono state loro a innescare la mia liberazione verso l’attuale grado di stabilità e tranquillità mentale, qualità che ora cerco di consolidare offrendo amore agli altri, indipendentemente dal loro ritorno.

Questo sembra essere il circuito primario della guarigione: un amore attivo verso la creazione di Dio e il Suo popolo, attraverso il quale ci apriamo al Suo amore per noi. È chiarissimo che la corrente non può fluire finché le nostre dipendenze paralizzanti non vengono spezzate, e spezzate in profondità. Solo allora possiamo intravedere cos’è davvero l’amore adulto.

Calcolo spirituale, dici? Niente affatto. Osserva un membro di AA da sei mesi mentre lavora con un nuovo caso del Dodicesimo Passo. Se il caso gli dice: “Vai al diavolo!”, lui sorride e passa al prossimo. Non si sente frustrato o rifiutato. Se il caso successivo risponde e inizia a sua volta ad amare e aiutare altri alcolisti, senza restituirgli nulla, lo sponsor è comunque felice. Non si sente rifiutato; gioisce perché il suo ex “progetto” è sobrio e sereno. E se il caso successivo diventa, col tempo, il suo migliore amico (o storia d’amore), allora lo sponsor è felicissimo. Ma sa bene che la sua gioia è un sottoprodotto – il dividendo extra del dare senza pretese.

La vera stabilizzazione per lui è stata avere e offrire amore a quello strano ubriaco sulla sua porta. Quello era Francesco all’opera, potente e pratico, senza dipendenze e senza pretese.

Nei miei primi sei mesi di sobrietà, ho lavorato duramente con molti alcolisti. Nessuno ha risposto. Eppure, quel lavoro mi ha tenuto sobrio. Non era questione di ricevere qualcosa da loro. La mia stabilità è venuta dal cercare di dare, non dal pretendere di ricevere.

Credo che lo stesso valga per la sobrietà emotiva. Se esaminiamo ogni nostra turbamento, grande o piccolo, troveremo alla radice una dipendenza malsana e la sua conseguente pretesa malsana. Con l’aiuto di Dio, abbandoniamo continuamente queste pretese paralizzanti. Allora saremo liberi di vivere e amare; potremo guidare noi stessi e gli altri, con il Dodicesimo Passo, verso la sobrietà emotiva.

Certo, non ti ho offerto un’idea davvero nuova – solo un trucco che ha iniziato a liberarmi da alcuni dei miei “malefici” più profondi. Oggi la mia mente non corre più compulsivamente tra euforia, grandiosità o depressione. Mi è stato dato un posto tranquillo, sotto il sole.


“Pazzo come un topo di cesso”

Ti sei mai chiesto da dove venga l’espressione “Pazzo come un topo di cesso”? Io mi domandavo spesso perché la gente la usasse per descrivere me e il mio comportamento, che a me sembrava sempre perfettamente logico, sano e appropriato. E se solo avessero voluto ascoltare, potevo, volevo e infatti spiegavo loro perché mi agitavo avanti e indietro, inseguendo un vicolo cieco dopo l’altro, divagando, portando tutto all’estremo, bruciandomi i ponti alle spalle, lasciandomi senza vie di fuga o rifugio, eppure cercando di coprire il culo a tutti tranne che al mio.

Finita la spiegazione – dopo aver girato intorno a tutte le circostanze attenuanti – mi rilassavo con la mia birra (o qualsiasi cosa stessi bevendo), assumevo un’aria compiaciuta da “Ve l’avevo detto” e chiedevo: “Che ne pensate?”. Quasi invariabilmente arrivava la risposta: “Sei pazzo come un topo di cesso”, o parole e atteggiamenti paternalistici del genere. Non faceva bene alla mia autostima, ma come al solito scrollavo le spalle pensando: “Non capiscono e di sicuro non gliene frega niente. Meglio un’altra birra. Pazzo come un topo di cesso, eh? Vedrete!”.

Solo dopo un po’ in AA, lavorando i Passi e iniziando a vederne gli effetti nella mia vita, ho ricordato un episodio dell’infanzia che mi ha confermato come, per tutti quegli anni (e a volte ancora oggi), fossi davvero “pazzo come un topo di cesso” – pazzo di paura.

Avevo forse 11 o 12 anni. Crescevo in un ranch nel Montana occidentale. Una mattina d’autunno mite, dopo la mungitura e prima di colazione, ero andato alla latrina. Mi ero sistemato, comodo, e mi accingevo ai miei affari. Era una latrina a tre buchi: due per adulti e uno per i bambini.

Afferravo il catalogo di Monkey Wards dalla scatola della carta straccia per strapparne un foglio e accartocciarlo, ammorbidendolo.

Un topo aveva fatto il nido sotto il catalogo, nell’angolo della scatola. Quello schizzo fuori come se lo inseguisse un gatto, si infilò in un angolo buio, si rannicchiò e tremò di paura. Ogni mio movimento, ogni fruscio di carta, lo faceva scattare: su per il muro, sopra la scatola, avanti e indietro, disperato. Finché, in un ultimo disperato balzo, saltò sul sedile dei bambini e si tuffò nel buco, verso l’oblio.

Ci ho messo anni a capire la lezione: se avessi aspettato che il MIO POTERE SUPERIORE finisse di fare LE SUE COSE, una porta si sarebbe aperta, senza bisogno di tuffarmi un’altra volta nel merdaio. Sì, sono pazzo esattamente come quel “topo di cesso”, ma oggi gli devo gratitudine per quello che mi ha insegnato. Vedi, io ero il suo Potere Superiore, e se avesse messo da parte la PAURA per “SOLO UN ALTRO MINUTO”, avrei finito i miei affari, mi sarei alzato e avrei aperto la porta…

Amore e Pace,
Barefoot


LA FRATELLANZA DI CHI PORTA IL SEGNO DEL DOLORE

CHI SONO I MEMBRI DI QUESTA FRATELLANZA?

Coloro che hanno imparato dall’esperienza cosa significano il dolore fisico, emotivo e l’angoscia formano una fratellanza in tutto il mondo. Sono uniti da un legame segreto. Tutti, senza eccezioni, conoscono gli orrori della sofferenza a cui l’umanità può essere sottoposta. Tutti, senza eccezioni, conoscono il desiderio di essere liberati dal dolore.

Chi è stato liberato dal dolore non deve credere di essere ora di nuovo libero e di poter vivere la sua vita esattamente come prima.

Avendo conosciuto a fondo il dolore e l’angoscia, deve impegnarsi a combatterli per quanto è in potere dell’uomo, e portare ad altri la liberazione che egli stesso ha sperimentato.

Questa è la fratellanza di chi porta il segno del dolore.

Tutti noi dobbiamo renderci conto che la nostra esistenza riceve il suo vero significato solo quando sperimentiamo dentro di noi la verità del detto: “Chi perde la sua vita la troverà”.

Un essere umano non è mai del tutto e per sempre uno straniero per un altro essere umano. L’uomo appartiene all’uomo.

Chi è risparmiato dal dolore personale, deve sentirsi chiamato ad alleviare il dolore degli altri.

Qualsiasi atto di gentilezza un uomo compia nel mondo, agisce sui pensieri e sui cuori dei suoi simili.

L’unica via d’uscita dalla miseria di oggi è che le persone diventino degne della fiducia reciproca.

Nessun raggio di sole va mai perduto, ma il verde che esso fa nascere ha bisogno di tempo per germogliare, e non sempre è concesso al seminatore di vivere fino al raccolto.

Nella vita di ognuno, prima o poi, il fuoco interiore si spegne. È allora che divampa di nuovo grazie all’incontro con un altro essere umano. Dovremmo essere tutti grati a quelle persone che ravvivano lo spirito interiore.

“Gli unici tra voi che saranno veramente felici sono quelli che avranno cercato e trovato il modo di servire.”
— Albert Schweitzer

Ho trovato questi scritti di Albert Schweitzer nella biblioteca del Chapman College a Orange, in California, esposti sulle pareti della mezzanina della Schweitzer Memorial Hall. Quel giorno ero in grande confusione e turbamento ed ero entrato in biblioteca per raccogliere dati su un progetto. Il mio Dio mi ha messo ancora una volta dove avevo bisogno di essere, perché potessi ricordare Qual È e Sarà per Sempre il Mio Scopo Primario, e sapere che non sono unico al mondo, che altri hanno vissuto e vivono ciò che io stesso vivo, non solo gli alcolisti, ma tutti gli altri, persino i cosiddetti “normali” di questo mondo.

Amore e Pace,
Barefoot


Una sera, durante una riunione, un membro chiese: “Dov’è Dio?”. Questa persona era nella disperazione perché non riusciva a trovare Dio. Io ero in vena di scrivere, avevo una matita affilata e un foglio di carta, così misi per iscritto i miei pensieri.

Dov’è Dio?

Dove c’è Gioia che sgorga dal Bene, c’è Amore,
ma è solo dove quell’Amore dimora che questa Gioia proviene dal Bene.
Dove c’è Gioia nel Bene, c’è Dono e Condivisione,
e dove c’è Dono e Condivisione con Gioia, c’è
quell’AMORE, che è DIO.

Il Suo dono a noi, i Suoi Figli prediletti, è il Dono della Vita,
condividendo con noi il Suo Spirito Eterno affinché potessimo diventare UOMO,
l’Essere che cerca DIO.
E se, nel suo cercare, l’UOMO cerca con sincerità,
Lo ha già trovato.

Prendi conforto, tu che MI cerchi, perché nel tuo cercare
MI hai già trovato, e ——
TU SAPRAI e COMPRENDERAI che

IO SONO AMORE

Amore e Pace,
Barefoot


Tempo fa, in AA, ho imparato la differenza tra religione e spiritualità.

È davvero molto semplice.

La religione è per quelle persone che hanno paura di finire all’inferno.

La SPIRITUALITÀ è per quelle persone che ci sono già state.


Imparare ad applicare i 12 Passi DI Alcolisti Anonimi alla mia vita è stato come prendere lezioni di ballo. Mi hanno fregato (una ragazza) facendomi credere che volevo imparare. All’inizio non ero per niente entusiasta, tra tutta la confusione e la paura di sembrare stupido o ridicolo (soprattutto davanti a quella ragazza). Prima ho imparato a posizionare i piedi (fare i passi) come mi diceva l’istruttore. Continuando a esercitarmi, muovendo i piedi a tempo con la musica e nella giusta direzione, all’improvviso mi sono reso conto che erano i passi a ballare per me, che mi stavo divertendo, che mi piaceva, e mi sono ritrovato a ballare come se non ci fosse un domani.

Così è stato per me in AA. Jack Daniels, Jim Beam ed Ernest e Julio (fondatori della E. & J. Gallo Winery, una delle più grandi aziende vinicole del mondo), mi hanno fregato facendomi credere che potesse esserci un modo migliore di ballare la vita. Ho quindi provato a esercitarmi con i Passi insieme al mio sponsor, ho imparato a farlo da solo, e in breve tempo i Passi hanno iniziato a ballare per me la Danza della Vita. Che spasso!

E ho scoperto, come in qualsiasi altro ballo, che è molto più divertente quando hai qualcuno con cui ballare, un partner. Oggi ho partner che ballano con me sempre —il Mio Potere Superiore!— e i miei fratelli e sorelle nella Fratellanza di Alcolisti Anonimi e altri in tutto il mondo.

Amore e Pace,
Barefoot


Verso la metà del 1985, durante una riunione serale al Camel Club di Gretna, in Louisiana, una dei membri, Peggy, chiese: “Oh Dio, perché deve far così male?”

Quelle parole mi spinsero in uno stato di riflessione e ispirazione. Avevo una matita affilata e un mucchio di volantini, così mi misi a scrivere e a buttare giù i miei pensieri. Queste sono le mie riflessioni su quel tema.

“Oh Dio, perché deve far così male?”

Figlio mio, tu mi parli con parole,
perché è così che hai imparato a esprimerti.
Ma io ti parlo con emozioni,
emozioni che tu sai riconoscere.

A volte ti parlo con Gioia,
con sentimenti di Amore, Pace e Serenità,
di Conforto e di Consapevolezza su te stesso.
Questi sono i sentimenti che vorrei tu provassi,
mentre cammini sul Sentiero che ho tracciato per te.

Ci sono momenti, però,
in cui ti incammini per una tua strada,
un percorso che senti di dover fare.
Ma su quel sentiero che non è il Mio,
a volte devo avvisarti del pericolo.

È in quei momenti che conosci il Dolore,
la Solitudine, la Disperazione e l’Angoscia.
Questi sentimenti, beh, sono incomprensibili e demoralizzanti.
A volte il dolore si fa acuto,
ma è la sensazione che devo darti,
perché tu capisca che ti sei allontanato dal Mio Sentiero,
e che desidero il tuo ritorno.

Mi chiedi perché debba far così male. Perché,
FIGLIO MIO, DEVO RIPORTARTI A ME
Vedi, ti ho indicato il Sentiero
e ti ho dato le istruzioni,
ma tu hai rifiutato di VEDERE e di ASCOLTARE.
Che questa sia una lezione.
Voi che potete vedere, VEDETE, e voi che potete udire, ASCOLTATE.
Ma,
se non potete né VEDERE né ASCOLTARE, allora dovrete SENTIRE,
perché
dal SENTIRE il vostro dolore
nascerà il vostro VEDERE e il vostro ASCOLTARE,
COMPRENDERETE che
IO SONO AMORE

Amore e Pace,
Barefoot


Meditazione e Preghiera

Dici di non sapere come meditare? È molto semplice.
Significa solo pensare — alla Presenza di DIO —.

È quello che il motto degli AA cerca di insegnarci:
Pensa, Pensa, Pensa — alla Presenza di Dio —, prima di agire.

La preghiera è la stessa cosa.
Significa solo parlare — alla Presenza di DIO —.

Amore e Pace,
Barefoot


LA GALLINELLA ROSSA

Una parabola di AA

C’era una volta una gallinella rossa che razzolava nel cortile quando trovò alcuni chicchi di grano. Chiamò i suoi vicini e disse:
“Se piantiamo questo grano, avremo pane da mangiare. Chi mi aiuterà a seminarlo?”

“Io no,” disse la mucca.

“Io no,” disse l’anatra.

“Io no,” disse il maiale.

“Io no,” disse l’oca.

“Allora lo farò io,” disse la gallinella rossa. E così fece.
Il grano crebbe alto e dorato.

“Chi mi aiuterà a mietere il grano?” chiese la gallinella rossa.

“Non ho tempo,” disse l’anatra.

“Perderei il mio status di veterano,” disse la mucca.

“Ho già abbastanza problemi in cui sguazzare,” disse il maiale.

“Devo andare alle riunioni,” disse l’oca.

“Allora lo farò io,” disse la gallinella rossa. E così fece.
Infine, arrivò il momento di fare il pane.

“Chi mi aiuterà a cuocere il pane?” chiese la gallinella rossa.

“Cucinare non è approvato dal GSO,” disse la mucca.

“Sto ancora lavorando sulla prima metà del primo passo,” disse l’anatra.

“Ho smesso e non ho mai imparato a farlo,” disse il maiale.

“Se devo essere l’unico aiutante, non è giusto,” disse l’oca.

“Allora lo farò io,” disse la gallinella rossa. E così fece.
Sfornò cinque pagnotte e le mostrò ai vicini.

Tutti volevano la loro parte, anzi, la pretendevano.

Ma la gallinella rossa disse: “No, posso mangiarle tutte io.”

“Quinta Tradizione!” gridò la mucca.

“Egoista, egocentrica!” strillò l’anatra.

“Pretendo pari diritti!” urlò l’oca.

E il maiale si limitò a grugnire.

Poi si misero a marciare intorno al cortile, gridando alla gallinella rossa:

“Vogliamo la nostra parte, ESIGIAMO che tu ce la dia!”

Quando arrivò il contadino, disse alla gallinella rossa: “Non devi essere avara.”

“Ma il pane me lo sono guadagnato,” disse la gallinella rossa.

“Esatto,” disse il contadino, “questo è il meraviglioso sistema della libera scelta. OGNUNO NEL CORTILE PUÒ GUADAGNARE QUANTO VUOLE. Ma nella NOSTRA FRATELLANZA, chi lavora condivide con chi non fa nulla.”

E vissero tutti felici e contenti, compresa la gallinella rossa, che sorrise e schiamazzò: “Sono grata, sono grata.”

Ma i suoi vicini si chiesero perché non avesse mai più cotto altro pane.
(Decise di lasciare che gli altri se lo procurassero per osmosi)

Noi di AA ci autosostentiamo con i NOSTRI contributi, in tutte le NOSTRE attività, —– LE NOSTRE attività di RECUPERO, UNITÀ E SERVIZIO —–

(Ho una mezza dozzina di versioni di questa storia, quindi l’ho modificata per ridere delle scuse che troviamo per non fare qualcosa in AA.)

Amore e Pace,
Barefoot


CERTIFICATO DEL DIRITTO DI GIOCARE

Con il presente documento si attesta che
il piccolo ____________, figlio della signora ____________,
è membro a vita in regola della
SOCIETÀ DELLE PERSONE FANCIULLE
e con il presente gli si riconosce il diritto di:

Camminare sotto la pioggia, saltare nelle pozzanghere, collezionare arcobaleni, annusare i fiori, fare bolle di sapone, fermarsi lungo il percorso, costruire castelli di sabbia, pupazzi di neve e angeli nella neve, lanciare palle di neve, osservare la luna e le stelle che compaiono nel cielo, salutare tutti, andare scalzo, vivere avventure, cantare sotto la doccia, avere un cuore allegro, leggere libri per bambini, fare lo stupido, fare il bagno nella vasca con la schiuma, sguazzare nella vasca, comprare scarpe da ginnastica nuove, tenersi per mano e abbracciare e baciare, ballare, far volare gli aquiloni, ridere e piangere per il puro piacere di farlo, chiedere alla mamma un bacio per aggiustare le cose rotte, girovagare senza meta, sentirsi spaventato, sentirsi triste, sentirsi arrabbiato, sentirsi felice, arrendersi e preoccuparsi, restare innocente, credere a Babbo Natale e al Coniglietto Pasquale, dire sì, dire no, dire le parole magiche, fare tante domande, andare in bicicletta, disegnare e dipingere, vedere le cose in modo diverso, cadere e rialzarsi, parlare con gli animali, guardare il cielo, fidarsi dell’universo, restare alzato fino a tardi, arrampicarsi sugli alberi, osservare farfalle, insetti, api e formiche, fare sonnellini, non fare niente, sognare a occhi aperti, giocare con i giocattoli, giocare sotto le coperte, avere coccole (sia sentimenti che oggetti), fare battaglie di cuscini, imparare cose nuove, entusiasmarsi per tutto, fare il pagliaccio, stare a testa in giù, saltellare su un piede, girare fino a sentirsi storditi, fare capriole, lasciarsi cullare dal vento, godersi il proprio corpo, ascoltare musica, scoprire come funzionano le cose, inventare nuove regole, raccontare storie, salvare il mondo, fare amicizia con gli altri bambini del quartiere, commettere errori e fare qualsiasi altra cosa che porti più felicità, celebrazione, relax, comunicazione, salute, amore, gioia, creatività, piacere, abbondanza, grazia, autostima, coraggio, equilibrio, spontaneità, passione, bellezza, pace, serenità ed energia vitale al suddetto membro e agli altri esseri umani su questo pianeta.

Inoltre, con il presente si autorizza ufficialmente il suddetto membro a frequentare parchi divertimento, spiagge, prati, vette di montagne, piscine, foreste, parchi giochi, aree picnic, campeggi estivi, feste di compleanno, circhi, pasticcerie, gelaterie, teatri, acquari, zoo, musei, planetari, negozi di giocattoli, festival e tutti gli altri luoghi dove i bambini di tutte le età vanno a giocare, e gli si ricorda di tenere sempre a mente il motto della Società delle Persone Fanciulle:

NON È MAI TROPPO TARDI PER AVERE UN’INFANZIA FELICE

Il presente certificato e autorizzazione sono conferiti in via definitiva e irrevocabile.

Firmato,

Io sono colui che sono.
(Traduzione classica della frase biblica, mantenendo il tono solenne e misterioso dell’originale. Se vuoi un’interpretazione più filosofica o moderna, si può anche rendere come: “Io sono ciò che sono” – entrambe le versioni sono corrette, ma la prima è più letteraria e tradizionale.)

CERTIFICATO DEL DIRITTO DI GIOCARE

Con il presente documento si attesta che
la piccola ____________, figlia della signora ____________,
è membro a vita in regola della
SOCIETÀ DELLE PERSONE FANCIULLE
e con il presente gli si riconosce il diritto di:

Camminare sotto la pioggia, saltare nelle pozzanghere, collezionare arcobaleni, annusare i fiori, fare bolle di sapone, fermarsi lungo il percorso, costruire castelli di sabbia, pupazzi di neve e angeli nella neve, lanciare palle di neve, osservare la luna e le stelle che compaiono nel cielo, salutare tutti, andare scalzo, vivere avventure, cantare sotto la doccia, avere un cuore allegro, leggere libri per bambini, fare lo stupido, fare il bagno nella vasca con la schiuma, sguazzare nella vasca, comprare scarpe da ginnastica nuove, tenersi per mano e abbracciare e baciare, ballare, far volare gli aquiloni, ridere e piangere per il puro piacere di farlo, chiedere alla mamma un bacio per aggiustare le cose rotte, girovagare senza meta, sentirsi spaventato, sentirsi triste, sentirsi arrabbiato, sentirsi felice, arrendersi e preoccuparsi, restare innocente, credere a Babbo Natale e al Coniglietto Pasquale, dire sì, dire no, dire le parole magiche, fare tante domande, andare in bicicletta, disegnare e dipingere, vedere le cose in modo diverso, cadere e rialzarsi, parlare con gli animali, guardare il cielo, fidarsi dell’universo, restare alzato fino a tardi, arrampicarsi sugli alberi, osservare farfalle, insetti, api e formiche, fare sonnellini, non fare niente, sognare a occhi aperti, giocare con i giocattoli, giocare sotto le coperte, avere coccole (sia sentimenti che oggetti), fare battaglie di cuscini, imparare cose nuove, entusiasmarsi per tutto, fare il pagliaccio, stare a testa in giù, saltellare su un piede, girare fino a sentirsi storditi, fare capriole, lasciarsi cullare dal vento, godersi il proprio corpo, ascoltare musica, scoprire come funzionano le cose, inventare nuove regole, raccontare storie, salvare il mondo, fare amicizia con gli altri bambini del quartiere, commettere errori e fare qualsiasi altra cosa che porti più felicità, celebrazione, relax, comunicazione, salute, amore, gioia, creatività, piacere, abbondanza, grazia, autostima, coraggio, equilibrio, spontaneità, passione, bellezza, pace, serenità ed energia vitale al suddetto membro e agli altri esseri umani su questo pianeta.

Inoltre, con il presente si autorizza ufficialmente il suddetto membro a frequentare parchi divertimento, spiagge, prati, vette di montagne, piscine, foreste, parchi giochi, aree picnic, campeggi estivi, feste di compleanno, circhi, pasticcerie, gelaterie, teatri, acquari, zoo, musei, planetari, negozi di giocattoli, festival e tutti gli altri luoghi dove i bambini di tutte le età vanno a giocare, e gli si ricorda di tenere sempre a mente il motto della Società delle Persone Fanciulle:

NON È MAI TROPPO TARDI PER AVERE UN’INFANZIA FELICE

Il presente certificato e autorizzazione sono conferiti in via definitiva e irrevocabile.

Firmato,

Io sono colui che sono.
(Traduzione classica della frase biblica, mantenendo il tono solenne e misterioso dell’originale. Se vuoi un’interpretazione più filosofica o moderna, si può anche rendere come: “Io sono ciò che sono” – entrambe le versioni sono corrette, ma la prima è più letteraria e tradizionale.)

**Questa poesia, “La Ricerca“, fu scritta da un ubriaco, un ubriaco sobrio, sobrio da circa 5 giorni. Nel 1985, portai Paul fuori dal Quartiere Francese di New Orleans facendo il Dodicesimo Passo. Era un caso disperato. Davvero, un caso disperato. Lo accompagnammo al Camel Club di Gretna, lo aiutammo a smaltire la sbornia, lo riempimmo di caffè, succo d’arancia e miele, lo calmammo un po’ e lo sistemammo in una casa di recupero. Tornai al club circa 4 giorni dopo e vidi Paul al bancone del caffè intento a scrivere. Gli chiesi se stesse scrivendo un 4° Passo e lui rispose: “No, sto scrivendo una poesia”. Dissi: “Ah, okay” e andai a parlare con altri ragazzi. Dopo 5 o 10 minuti, Paul ci chiese se volevamo ascoltare la sua poesia, e tutti aspettammo. Io dissi: “Certo”. Questa è la poesia che Paul scrisse.

La Ricerca

Ho cercato,
ho cercato nelle strade della vita,
nelle cappelle immacolate, nei dormitori fatiscenti del Bowery.
Ho cercato nelle Aule di Giustizia, da entrambe le parti.
Ho guardato sotto le foglie e dietro le nuvole.
Ho cercato nella pioggia e nel dolore di ricordi dimenticati,
promesse infrante e sogni in frantumi.
Ho bramato risposte a tutte le domande,
alcune ancora non formulate.

Ho amato,
la terra, il cielo e tutti gli animali,
e,
ho odiato me stesso!

Ho sognato,
ho sognato di danzare al chiaro di luna e viaggiare verso le stelle.
Ho sognato piaceri mondani, mentre frugavo tra i bar.
Ho sognato mondi migliori, con pace e tranquillità.
Ho visto il gelido disprezzo dell’umanità,
e,
a volte ho scoperto che era il mio.

Sono stato,
sono stato dentro e fuori dalle prigioni, dentro e fuori dall’Inferno.
Sono stato ostracizzato, punito, illuso, spogliato,
e rinchiuso in un istituto.

Ho visto,
ho visto il grigio mortale del tempo scorrere inutilmente.
Ho visto il fuoco di una nuova alba,
quando,
attraverso la nebbia di un alcolizzato,
ho assistito alla nascita di una nuova vita,
la mia!

E ora,
ho visto — DIO — e — ME STESSO —,
e,
sono LIBERO,
LIBERO di essere ME

Paul Wilburn

Paul era stato Rhodes Scholar a Oxford, in Inghilterra, venne in questo paese per vivere di letteratura, finì in una bottiglia, arrivò nel Quartiere Francese, al Camel Club, a questa poesia, e alla SOBRIETÀ! Che Dono!

Amore e Pace,
Barefoot


Perché un uomo ha smesso

“Come mai non bevi più?”, mi chiese l’altro giorno un conoscente ritrovato dopo tanto tempo.

“Più di chi?”

“Voglio dire, non bevi più. Come mai non bevi nulla, ormai?”

“Bere? Bevo caffè, latte, tè, bibite, acqua, succhi di frutta…”

“Intendo bere”, disse, “lo sai, l’ALCOL.”

“Ah, l’ALCOL. No, è vero, non bevo più alcol”, risposi, “non potevo più fidarmi. Si è rivoltato contro di me. Una volta mio amico, è diventato il mio nemico.”

“Forse hai preso una partita andata a male”, disse.

“No, la bottiglia è la stessa, sono io che sono cambiato. Perché ho la malattia dell’alcolismo, la mia tolleranza si è indebolita. L’alcolismo non è nella bottiglia. È nelle persone.”

“Non capisco, sono parecchio confuso”, commentò.

“Se ti senti confuso”, dissi, “avresti dovuto vedermi. Bevevo per essere felice e diventavo infelice; bevevo per la gioia e diventavo miserabile; bevevo per essere socievole e diventavo egocentrico; bevevo per stare in compagnia e diventavo litigioso e solo. Bevevo per raffinatezza e diventavo volgare e odioso; bevevo per l’amicizia e mi creavo nemici; bevevo per dormire e mi svegliavo senza riposo; bevevo per alleviare il dolore e affondavo nell’autocommiserazione. Bevevo per sentirmi forte e mi sentivo debole; bevevo per dimostrare la mia virilità e mi prosciugava la potenza; bevevo a scopo medicinale e mi ammalavo; bevevo perché pensavo che il mio lavoro lo richiedesse e persi il lavoro. Bevevo per rilassarmi e mi veniva il tremore; bevevo per la sicurezza e diventavo incerto; bevevo per il coraggio e diventavo pauroso; bevevo per la certezza e diventavo dubbioso. Bevevo per stimolare il pensiero e svenivo; bevevo per fare conversazione e mi si bloccava la lingua; bevevo per il calore e perdevo la freddezza; bevevo per la freddezza e perdevo il calore. Bevevo per sentirmi paradisiaco e ho conosciuto l’INFERNO; bevevo per dimenticare e diventavo ossessionato; bevevo per cancellare i problemi e li vedevo moltiplicarsi; bevevo per affrontare la vita e invitavo la morte… o peggio. Bevevo perché ne avevo il diritto ed era giusto farlo e tutto si rivelava sbagliato.”

“Cavoli”, esclamò il mio amico, “ci dev’essere voluto un sacco di alcol per ridurti in quello stato.”

“Ne è bastato UNO”, gli dissi. “Il primo. Per me, Uno è già troppo e mille non bastano.”

“Ed è per questo che non bevi più?”

“Già. Mi sono dato una regola: ‘Non bevo quando sono sobrio.’

(Autore sconosciuto)


Indian John disse di sé: Sono una persona molto sensibile, mi ferisco facilmente, e sopporto male la sofferenza.

Credo stesse parlando per tutti gli alcolisti, in particolare per quel e sopporto male la sofferenza“.


A.A. non ti impedirà di andare all’inferno, né ti garantirà un posto in paradiso, ma ti aiuterà a restare sobrio abbastanza a lungo da decidere tu stesso quale strada prendere.


COSA HAI FATTO OGGI?

Dunque sei in giro da un bel po’,
a diffondere il messaggio di A.A..
Hai lavorato come un matto da quando sei arrivato,
MA COSA HAI FATTO OGGI?

Ho sentito il tuo discorso, era piuttosto lungo,
e hai spiegato bene come
hai lavorato i passi nel ’76,
MA COME LI STAI LAVORANDO ORA?

Ti alzi ancora dal letto caldo e morbido
quando qualcuno là fuori è nei guai?
Afferri il cappello e il libro di A.A.
E PARTI IN UN LAMPO?

O hai dimenticato i primi tempi
quando eri una specie di novellino?
Forse sei in giro da così tanto
CHE A.A. TI SEMBRA ROBETTA VECCHIA.

Forse sei uno dei Santi Anziani,
Sobrio e Appagato.
Forse hai dimenticato quando stavi male,
DI QUANDO STAVI QUASI CREPANDO?

Forse non dovrei sollevare la questione,
forse sei troppo sopra le righe.
Ma tanto per dire, signore,
COSA HAI FATTO OGGI?

Sei in giro da così tanto da esserti rincretinito
che lasci fare a Harry o Sam?
Perché non accudisci al tuo fratello,
E NON TE NE FREGA UN ACCIDENTE?

Forse stasera c’è la partita,
o vai alla partita di baseball.
E allora che diavolo, se il tizio sta male,
SE L’È CERCATA LUI.

Ebbene, signore, hai tutto il diritto
di lavorare A.A. a modo tuo,
e sai che lo farai come ti pare
NON IMPORTA COSA DICO IO.

Ma stanotte, prima di andare a letto,
guardati nello specchio e prega
che tu e il Signore sappiate rispondere a:
COSA HAI FATTO OGGI?

(Anonimo)


“Che roba, eh! I sentimenti che credevo di provare solo se TU mi avessi amato, sono quelli che ho scoperto quando ho imparato ad amare TE! Ho imparato da te, attraverso i 12 Passi di Alcolisti Anonimi, ad amare me, te e il Mio Potere Superiore.”


Preghiera dei Nativi Americani

O Grande Spirito,
la cui voce sento nel vento,
e il cui respiro dà vita
a tutto il mondo, ascoltami!
Sono piccolo e debole.
Ho bisogno della tua forza e saggezza.

Fammi camminare nella bellezza, e i miei occhi
vedano sempre il tramonto rosso e viola.
Le mie mani rispettino le cose che hai creato,
e le mie orecchie siano pronte a udire la tua voce.

Rendimi saggio, così che io possa comprendere
ciò che hai insegnato al mio popolo.
Fammi imparare le lezioni che hai nascosto
in ogni foglia e in ogni roccia.

Cerco la forza, non per essere superiore al mio fratello,
ma per combattere il mio più grande nemico: me stesso.
Fammi essere sempre pronto a venire a te
con mani pure e sguardo sincero.

Così, quando la vita svanirà, come un tramonto che si spegne,
il mio spirito possa giungere a te senza vergogna.

(Tradizione Sioux, Dakota e Mandan)

Preghiera Sioux. Questa preghiera fu scelta da rappresentanti di sedici tribù riuniti in Arizona. La copia originale in mio possesso proveniva dal Cabot’s Old Indian Museum di Desert Hot Springs, California – Autore sconosciuto. Venne pubblicata sui giornali di Los Angeles in occasione della “Giornata Mondiale della Preghiera” nel 1958.


Preghiera Aramaica al Padre Nostro
(“Padre Nostro”)

Questa formulazione e pronuncia rappresentano la versione più vicina
a quella conosciuta che Gesù pronunciò.

aboon dabashmaya
Padre nostro che sei nei cieli,

nethkadash shamak
santificato sia il tuo nome,

tetha malkoothak
il tuo Regno venga,

newe tzevyanak
la tua volontà sia fatta

aykan dabashmaya af bara
in terra come in cielo.

hav lan lakma dsoonkanan yamanawashbook lan
dacci oggi il nostro pane quotidiano

kavine aykana daf hanan shabookan
lhayavine oolow talahn lanesyana
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori

ela fatsan men beesha
e liberaci dal male.

Da: P. Dale (Dale A. Johnson) hamarabi@teleport.com
(Ultima residenza conosciuta – in servizio in Libano e Siria)


Trovo estremamente gratificante e umile che AA sia strutturata in modo tale che il nostro legame di Fratellanza e Unione sia basato sull’AMORE e non sulla fede, perché quando arrivai in AA non avevo fede né amore per me stesso o per qualsiasi altra cosa. Non dovevo aderire a nessuna credenza fissa o dogma. Tutto ciò di cui avevo bisogno era il desiderio di smettere di bere. I membri di AA mi insegnarono l’AMORE dimostrandomi il loro AMORE e la loro CURA per me, un ubriacone squattrinato. Da quell’AMORE imparai la FEDE che non dovevo bere un giorno alla volta e in seguito ottenni una FEDE ASSOLUTA in un Potere Superiore che ancora oggi non comprendo.

Amore e pace,
Barefoot


Ho lavorato con i Nativi Americani di questa zona. Ho scoperto che pochi riuscivano ad andare oltre il terzo passo. Ho notato che “fare un inventario” non aveva senso nella loro cultura. Quando ho chiesto quale potesse essere l’equivalente e cosa potesse ottenere lo stesso effetto, ho scoperto che l’offerta di medicina o di nodi di tabacco rappresentava il modo culturale dei Nativi Americani per fare questo. Da qui la riscrittura dei Dodici Passi di AA per adattarli alla loro cultura. Sembra funzionare. Se qualcuno può far luce su problemi culturali di questo tipo, per migliorare il funzionamento di AA per le minoranze culturali, fatemelo sapere e forse potremo trovare una soluzione. — Barefoot

I Dodici Passi dei Nativi Americani

  1. Abbiamo ammesso che la cattiva medicina dell’alcol ci aveva colpito, che con l’alcol non potevamo gestire le nostre vite.
  2. Siamo giunti a credere che la Medicina del Grande Spirito potesse riportarci sul Suo Sentiero e alla sanità mentale.
  3. Abbiamo preso la decisione di restituire la nostra volontà e le nostre vite alla cura del Grande Spirito, come lo abbiamo inteso.
  4. Senza paura, abbiamo creato nodi di medicina* per tutti i nostri difetti e i nostri comportamenti sbagliati.
  5. Abbiamo portato i nostri nodi di medicina alla Capanna Sudatoria, li abbiamo posti sul Mucchio Sacro, li abbiamo affrontati con la nostra guida spirituale e il nostro sponsor, offrendoli al Grande Spirito.
  6. Siamo diventati completamente pronti a che il Grande Spirito rimuovesse tutti questi difetti e le cattive medicine.
  7. Umilmente abbiamo chiesto al Grande Spirito di toglierli dal nostro spirito.
  8. Abbiamo creato nodi di medicina per tutti i nostri fratelli e sorelle che avevamo danneggiato e siamo diventati disposti a fare buona medicina con ognuno di loro.
  9. Abbiamo fatto buona medicina con tutti loro, rimediando ai torti ove possibile, tranne quando farlo avrebbe fatto male a loro o ad altri.
  10. Abbiamo continuato a creare nodi di medicina per i nostri difetti e quando avevamo torto, lo abbiamo ammesso prontamente.
  11. Abbiamo cercato, attraverso la preghiera e la meditazione, di migliorare la nostra medicina con il Grande Spirito, pregando per conoscere il Suo Sentiero e per il coraggio di percorrere la Sua traccia.
  12. Avendo sperimentato che il Grande Spirito si è unito al nostro spirito, come risultato di questi passi, cerchiamo di portare questa Medicina ai nostri fratelli e sorelle alcolisti, e continuiamo a praticare questa Medicina in tutte le nostre azioni.

UNA NOTA DI CAUTELA – Questi 12 Passi non devono mai essere usati come alibi per per chi soffre di “Unicità Terminale”, ma solo come ponte per comprendere i 12 Passi di A.A. dal Libro Grande di Alcolisti Anonimi.

*Nella tradizione dei Nativi Americani, i nodi di medicina sono: Strisce di stoffa o cordini (spesso di colore simbolico), avvolti attorno a foglie di tabacco o altri elementi sacri e offerti in preghiera durante cerimonie (come la Capanna Sudatoria). Rappresentano preghiere, intenti o la “liberazione” da difetti/errori (equivalente culturale dell’”inventario morale” nei 12 Passi tradizionali)

Amore e pace,
Barefoot


Prima di arrivare in A.A., nella nostra visione mondana e ubriaca, eravamo fortemente limitati in ciò che potevamo fare. Da soli, potevamo fare poco o nulla, se non annegare la desolazione e la frustrazione della vita. Un uomo senza potere, come lo ero io, è nulla. Con il POTERE, tuttavia, TUTTO È POSSIBILE. Quel POTERE è, ovviamente, il POTERE SPIRITUALE… l’uomo ha bisogno di potere, molto potere, per sopravvivere. Questo significa entrare in contatto con la FONTE del potere… così che ogni atto diventi un atto spirituale, ogni giorno un giorno spirituale. È così che arriviamo a vivere una VITA COMPLETAMENTE SPIRITUALE.

Attraverso i 12 Passi e le 12 Tradizioni di A.A., giungiamo alla piena realizzazione che il mondo visibile è solo una parte di un più grande mondo spirituale, e che il mondo spirituale e il mondo visibile sono una sola realtà.

Amore e pace,
Barefoot


Preghiera per la Serenità

Dio, concedimi la Serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il Coraggio di cambiare quelle che posso,
e la Saggezza per distinguerle.

Vivendo un giorno alla volta,
godendo un momento alla volta,
accettando le difficoltà come sentiero verso la pace,
accogliendo questo mondo così com’è, non come vorrei che fosse.
Con la certezza che tu renderai giuste tutte le cose
se mi affido alla tua volontà,
così da essere ragionevolmente felice in questa vita,
e infinitamente felice con te nell’eternità.

AMEN


La Preghiera della Serenità come la intendo io

Dio, concedimi la Serenità
di accettare le persone che non posso cambiare,
il Coraggio di cambiare quella che posso,
e la Saggezza di capire che quella persona sono io.


Ho trovato questa meravigliosa poesia sul retro di uno scontrino in un’area di servizio per camionisti a Carlsbad, California. Solo un altro promemoria del mio Potere Superiore.

AMORE

C’è l’amore meraviglioso di una bella fanciulla,
e l’amore di un uomo leale e sincero,
e l’amore di un bimbo che non ha paura —
tutti esistono da tempo immemore.

Ma l’amore più meraviglioso, l’Amore di tutti gli amori,
persino più grande dell’amore di una Madre,
è l’infinito, tenero, appassionato amore
di un ubriacone per un altro ubriacone.

Anonimo

Questa l’ha aggiunta Dan T. …

Un altro amore
varrebbe la pena di menzionare,
e poi smetterò di importunare:
misericordioso e nutriente,
l’amore del PADRE 
che guarisce.


Una cosa di cui oggi sono certo. Non furono le persone a farmi impazzire. Non furono le situazioni a farmi impazzire. Non furono le circostanze a farmi impazzire.
L’ALCOL non mi fece impazzire, ma di sicuro aiutò un SACCO. No, io mi sono impazzito da solo, io e la mia testa.


AA mi ha fatto capire una cosa fondamentale: che non potevo usare la logica per uscire dal problema, perché è proprio la mia mente logica che mi ha ficcato nei guai, ma che potevo trovare la mia strada verso un pensiero migliore, se solo non avessi bevuto un giorno alla volta, e avessi fiducia che il mio Potere Superiore avrebbe pensato mio posto. Questo aveva senso. Se i Suoi pensieri sono migliori dei miei, le Sue azioni sarebbero state migliori delle mie, e credo davvero che Lui non voglia vedermi ubriaco mentre sfascio il Suo Mondo.

Amore e Pace,
Barefoot


Ho ricevuto da Mike D. questi piccoli poemi meravigliosi scritti da suo padre nel gennaio 1991

VITA

Vita per me è sopravvivere
come le rapide furiose,
e tuttavia scorrere quieta
come un ruscello di montagna.

CIRCOLO

Curvarsi sempre in tondo
per tornare al punto d’inizio.
Stupido cerchio, tu
non ti metterai mai in squadra.

…Ben Dunham


Ogni dolore emotivo non è altro che il risultato di lanciare se stessi contro la volontà di Dio

(È ribellione alla Sua autorità – e lo sappiamo bene, siamo tutti ribelli.)


Tutto è possibile per chi crede;
meno difficile per chi spera;
facile per chi ama;
e semplice per chi fa tutte e tre.


Su Friends in Recovery http://www.sonic.net/~robd/wwwboard/wwwboard.html, una bacheca online per il recupero, un paio di poesie furono pubblicate in un solo giorno, e Rick H., meglio noto come Rico, decise che era “il mio turno”.

Pubblicato da Rico il 13 aprile 1997 alle 02:05:50:
Ciao a tutti! È ora di mettere alla prova le mie doti poetiche. Ecco la mia opera originale, l’unica e la sola!

Lattina da 12 once

Nei miei primi anni, dicono,
ero un bravo giovane –
ma crescendo in questo mondo
trovai la mia lattina da 12 once.

Voler essere qualcuno
diverso da me –
sembrava avessi la risposta
dentro la mia lattina da 12 once.

I miei problemi svanivano,
i sogni a portata di mano –
non dovevo cercare lontano
per trovare la mia lattina da 12 once.

Col tempo, il mondo andò avanti,
capirete, credo –
ma le risposte non arrivarono
dalla mia lattina da 12 once.

Avevo provato di tutto,
ma andò peggio di prima –
la mia vita divenne un disastro
bevendo dalla mia lattina da 12 once.

La lattina si fece più pesante,
corsi negli abissi dell’inferno –
forse dovevo morire quella notte
per perdere la mia lattina da 12 once.

Non potevo smettere, inutile la mia volontà,
non sopportavo me stesso –
poi sentii parlare di un programma
per sostituire la mia lattina da 12 once.

Con porte aperte e fratellanza,
famosa ovunque –
mi dissero di continuare a tornare,
non ho più bisogno della mia lattina da 12 once.

Poi all’improvviso il dolore svanì,
via come sabbia al vento –
e Dio scese a togliermi
il peso della mia lattina da 12 once.

Grazie a tutti. Siete una parte speciale di me.
Amore e Pace,
Rico

Gli risposi così.
Pubblicato da Barefoot il 13 aprile 1997 alle 09:48:24:
In risposta a: Il mio turno! di Rico il 13 aprile 1997 alle 02:05:50:

Rico, magnifico!

Sei poeta
e non lo sapevi.
Ci hai provato,
e non hai fallito,
anzi, con stile
della tua ‘Lattina’ hai scritto

Posso prenderla per includerla negli scritti, con i tuoi crediti, ovviamente?

Amore e Pace, Barefoot

Ed ecco come questa poesia finì tra gli Scritti di Barefoot.


Un’altra cosa di cui sono certo oggi, grazie ai 12 Passi di AA, è che sono davvero un Essere Spirituale che vive un’esperienza umana, e non un essere umano in cerca di un’esperienza spirituale. Questa consapevolezza elimina ogni paura per la sopravvivenza e porta con sé una grande serenità interiore, oltre a una conoscenza profonda di me stesso e del mio Potere Superiore. Questa conoscenza mi permette di affrontare con umiltà e senza traumi le Verità delle lezioni spirituali che ho scelto di venire a imparare in questa esistenza. Ho scelto il momento del mio arrivo e, quando avrò appreso tutte le lezioni, sceglierò il momento della mia partenza, per tornare ancora se necessario, per ulteriori insegnamenti e anche per divertirmi.


Ogni condizione del mio universo, il Mondo della mia Mente, è il risultato delle mie scelte. Vivo in un universo diverso da tutti gli altri esseri come conseguenza delle mie scelte, così come loro vivono nel loro per via delle loro. Le mie scelte e le decisioni che ho preso si basano tutte sulle mie esperienze di vita, e su ciò che, nel momento, sembra essere nel mio migliore interesse.

Alcune di queste scelte e decisioni sono state buone e da esse ho imparato ciò che porta un senso di soddisfazione nel mio universo. Altre, in quel momento, sono sembrate scelte o decisioni sbagliate, ma in realtà si sono rivelate buone. Da esse ho imparato ciò che NON porta quel senso di soddisfazione, e che ha reso necessario un cambiamento in me e nel mio universo.

Tutto ciò che è accaduto nel mio universo, e che accadrà, mi è dato dal mio Potere Superiore per il mio bene ultimo, anche se potrei non apprezzarlo nel momento.

Oggi so che faccio ogni cosa per uno di questi due scopi: IMPARARE o DIVERTIRMI.

A volte imparare non è stato molto divertente, e a volte ciò che credevo essere divertente si è rivelato una Grande Lezione. In qualunque modo accada, devo imparare facendo, perché, anche se penso di sapere, non ho certezza finché non ci ho provato. Ho provato ad applicare i Passi e le Tradizioni alle condizioni del mio universo, e sono giunto a conoscere che il programma degli A.A. funziona – per me.

Da tutto questo ho compreso il significato della grande verità “IO SONO” e il vero significato di Amore e Pace.

Amore e Pace,
Barefoot


PRIMA LETTERA A UN DETENUTO

“Barefoot” Bob H.
W.6350 Holland Road
Post Falls, ID 83854

Xxxxxxxx Xxxxxxxxx

XXXXXX

North Idaho Correctional Institution
RT.#3, Box 147
Cottonwood, ID 83522-9499

Caro Xx,
ho ricevuto oggi la tua lettera, 13 agosto, al Club dei 12 Passi di CDA.

Quando uscirai, potrai contattarmi all’indirizzo sopra, al Club dei 12 Passi o al xxx-xxxx.

Qualcosa su di me: sono sobrio da oltre 25 anni e in passato sono stato presidente del comitato AA per ospedali e carceri, segretario e DCM del Distretto 8 dell’Area AA della Eastern Washington. Il Distretto 8 copre le contee di Kootenai, Shoshone e Benewah in Idaho. Sponsorizzo diversi uomini e qualche donna, e sarò felice di aiutarti a iniziare con AA e NA nella tua zona. Alcuni degli uomini che sponsorizzo sono attivi in entrambi i programmi, e uno di loro potrebbe seguirti in NA – Xxxx X. è uno che ho in mente.

Dalla tua lettera, mi sembra che tu SIA FORSE disposto ad ARRENDERTI ai 12 Passi come guida per la tua vita. ARRENDERSI non è la parte difficile, anzi è semplice, una volta superato l’ostacolo più duro: CONOSCERE e ACCETTARE nel profondo CHE ALCOL E DROGA TI HANNO BATTUTO. Spero che per te sia così.

Dato che puoi partecipare agli incontri AA a Cottonwood e sei in contatto con Xxxx X. e Xxx X., salutali da parte mia, inizia a lavorare ai passi insieme a loro, SCRIVI IL TUO 4° PASSO PRIMA DI USCIRE (so che non hai un sacco di altro da fare), così potremo fare il 5° passo una volta fuori. Se lo farai con onestà e senza paura, completerai gli altri passi e imparerai ad applicarli a ogni aspetto della tua vita, le possibilità che tu debba bere o usare di nuovo, o finire di nuovo in carcere, saranno DA SCARSE A INESISTENTI.

Aspetto tue notizie.

Amore e Pace,
Barefoot


SECONDA LETTERA A UN DETENUTO

“Barefoot” Bob H
W. 6350 Holland Road
Post Falls, ID 83854

Xxxxxx X. Xxxxxxxxx

XXXXX

North Idaho Correctional Institution
RT.#3, Box 147
Cottonwood, ID 83522-9499

Caro Xx,

Ti ho detto che, quando impariamo ad applicare tutti i passi alla nostra vita in ogni suo aspetto, anche le possibilità di smettere di bere o usare, e di non finire di nuovo in carcere, sono DA SCARSE A INESISTENTI? È una nostra scelta quale strada prendere, se quella dello stile di vita di AA o la nostra. Io so cosa mi ha riservato seguire la mia strada!

Di’ a Xxxx X. di scrivermi con il suo indirizzo e numero così posso rispondergli.

Allego del materiale che ho trovato utile per ricordarmi chi e cosa sono e quale sia il mio scopo, roba che mi tiene la testa a posto e mi aiuta a mantenere un pensiero spirituale in ogni mia azione. Potrebbe esserti d’aiuto, così come agli altri di Cottonwood in AA. Condividilo con Xxxx X. e Xxxx X. e chiunque altro voglia ascoltare.

Leggi la pagina 25 del Grande Libro – “C’è una Soluzione” – e renditi conto che l’unica possibilità che tu ed io abbiamo di vivere una vita Sana, Sobria, Soddisfacente e di Successo è sviluppare e accettare un aiuto Spirituale. Nota che ci sono sei S maiuscole nella frase precedente. La mia vita da ubriaco e la malattia che ho sono caratterizzate da quelle che chiamo le Cinque A: Autolesionismo, Autocompiacimento, Autocommiserazione, Autogiustificazione e Auto-CAGATE.

Ho dovuto imparare a superare le Auto-CAGATE (essere onesto con me stesso) prima ancora di iniziare a lavorare i Passi e metterli in pratica. Restare Sobrio un giorno alla volta, chiamare il mio Sponsor quando la mia mente mi faceva brutti scherzi, Studiare il Grande Libro, Tendere la mano a un nuovo arrivato e Condividere la mia esperienza, la mia Forza (quella del mio Potere Superiore) e la mia Speranza, insieme ai Passi, è ciò che mi ha permesso di essere qualcosa di diverso da un povero, patetico ubriacone. Vedi, mi basta ricordare le S per sapere da dove vengo, cosa è successo e dove sono ora.

Aspetto tue notizie.

Amore e Pace,
Barefoot

Letture consigliate che ho trovato utili per approfondire la mia comprensione della vita, di Dio (Potere Superiore), di me stesso, di AA e dei 12 Passi e Tradizioni. Confermano che ciò che facciamo in AA è assolutamente perfetto e corretto.

  • Il Sermone della Montagna – Emmett Fox
  • Il Profeta – Kahlil Gibran
  • Illusioni – Richard Bach
  • La Vita Impersonale – Anonimo, pubblicato da DeVorss
  • Un Corso in Miracoli – biblioteca
  • Un Nuovo Paio di Occhiali – Chuck C. (uno dei miei primi sponsor)
  • E TUTTA la letteratura di AA, in particolare il “Grande Libro”, i “12 Passi e 12 Tradizioni”, “AA Diventa Adulta” e “Lo Stile di Vita di AA, Come la Vede Bill”

PUOI SOLTANTO ASCOLTARE?

Quando ti chiedo di ascoltarmi e inizi a darmi consigli, non hai fatto ciò che ti ho chiesto.

Quando ti chiedo di ascoltarmi e cominci a spiegarmi perché non dovrei sentirmi così, stai calpestando i miei sentimenti.

Quando ti chiedo di ascoltarmi e senti di dover fare qualcosa per risolvere il mio problema, mi hai deluso, per quanto strano possa sembrare.

ASCOLTA! Tutto ciò che ho chiesto era che tu mi ascoltassi, non che parlassi o facessi, solo che mi sentissi!

I consigli sono a buon mercato: con 25 centesimi posso avere sia Dear Abby che Billy Graham sullo stesso giornale.

Posso farcela da solo, non sono impotente, forse scoraggiato e vacillante, ma non impotente.

Quando fai qualcosa per me che io posso e devo fare da solo, alimenti la mia paura e la mia inadeguatezza.

Ma quando accetti come un semplice fatto che io mi senta come mi sento, per quanto irrazionale, allora posso smettere di cercare di convincerti e dedicarmi a capire cosa c’è dietro questo mio sentire irrazionale. Quando sarà chiaro, le risposte saranno ovvie e non avrò bisogno di consigli.

I sentimenti irrazionali acquistano senso quando comprendiamo cosa li provoca.

Forse è per questo che la Preghiera funziona, a volte, per alcune persone: perché DIO è muto, non dà consigli né cerca di sistemare le cose. DIO ascolta e basta!

So già la Verità Spirituale: la soluzione a tutti i miei problemi è dentro di me.

Quindi, se sento DIO, è una voce sommessa e quieta dentro di me che, se solo la ascolterò, mi darà le risposte che cerco.

Per favore, ascoltami e basta.

E se vuoi parlare, aspetta il tuo turno e poi ti ascolterò.

Autore Anonimo


LE REGOLE DELL’ESSERE UMANO

  1. Riceverai un corpo. Potrà piacerti o meno, ma sarà tuo per tutto questo viaggio. Riceverai anche una mente e uno spirito. Vale lo stesso per loro, con la differenza che possono essere cambiati. Come cambieranno dipende da quanto bene imparerai le tue lezioni.
  2. Imparerai delle lezioni. Sei iscritto a una scuola informale a tempo pieno chiamata VITA. Ogni giorno in questa scuola avrai l’opportunità di imparare. Le lezioni potranno piacerti o sembrarti irrilevanti e stupide.
  3. Non esistono errori, solo lezioni. La crescita, intellettuale e spirituale, è un processo di tentativi ed esperimenti. Gli esperimenti “falliti” sono parte del processo tanto quanto quelli che “funzionano”.
  4. Una lezione si ripete finché non viene imparata. Ti verrà presentata in varie forme finché non l’avrai appresa. Solo allora potrai passare alla lezione successiva.
  5. L’apprendimento non finisce mai. Non esiste aspetto della vita che non contenga lezioni. Se sei vivo, ci sono lezioni da imparare.
  6. “Là” non è meglio di “qui”. Quando il tuo “là” diventerà “qui”, avrai semplicemente ottenuto un nuovo “là” che sembrerà di nuovo migliore.
  7. Gli altri sono solo specchi di te stesso. Non puoi amare o odiare qualcosa in un’altra persona a meno che non rifletta qualcosa che ami o odi in te.
  8. Quello che farai di te stesso dipende da te. Hai tutti gli strumenti e le risorse necessarie. Come li userai spetta a te. La scelta è tua.
  9. Le tue risposte sono dentro di te. La risposta a tutte le domande della VITA è dentro di te. Devi solo GUARDARE, ASCOLTARE e FIDARTI.
  10. DIMENTICHERAI TUTTO QUESTO!!
  11. POTRAI RICORDARLO OGNI VOLTA CHE VORRAI!!
  12. E poi, UN GIORLO lo SAPRAI, e non lo dimenticherai più, UN GIORNO ALLA VOLTA!!!

Anonimo


MI SONO PERSO!

SONO ANDATO A CERCARE ME STESSO.

SE DOVESSI TORNARE PRIMA DI ESSERE RIENTRATO,

PER FAVORE DIMMI DI ASPETTARE!

GRAZIE, BAREFOOT


Se, dopo i CINQUANT’ANNI,
ti svegli al mattino
e NIENTE TI FA MALE,
potrebbe essere una prova evidente che
SEI MORTO durante la notte!


Fermati e riconosci che io sono il tuo Dio

I seguenti pensieri sono in gran parte plagiati dal pensiero altrui, ma li scrivo qui come la migliore spiegazione che ho finora (dicembre 1993) della dinamica di ciò che ho sperimentato e che ho cercato di descrivere come “Vedere la luce bianca e sentire le piume delle ali degli angeli” o “‘Sapere’ di vivere ed essere nella presenza di un AMORE totale e completo” o “Un momento elettrico, come passare dietro ad un motore a reazione ed entrare in una stanza insonorizzata, il silenzio è così assordante”.

L’analogia che ho usato, tratta da una discussione sulla dinamica di un Maestro di Karate, esprime solo una delle realtà che percepisco sull’argomento, ed è vera solo in quella misura. Mi aiutano solo a osservare la dinamica della percezione. Se diventano una verità per te o una realtà che puoi percepire e utilizzare, tanto meglio. Usa questa percezione finché non serve più al tuo scopo. Altrimenti, sei completamente libero di rifiutarla, modificarla, discuterne, strapparla, proclamarla falsa o gettarla nel cestino, come preferisci. — Amore e Pace, Barefoot

Tutti abbiamo sentito il detto Fermatevi e riconoscete che io sono il Dio. Bene, ok, ma di cosa stiamo parlando? Come si fa? Che cos’è? Eh? Aiuto? Sono impotente nel trasmettere a parole ciò che SO, ma ci proverò comunque. Nessuno che io conosca, dentro o fuori dagli AA, è stato più abile nel descriverne l’effetto, né ha mai saputo spiegarmi in modo soddisfacente la dinamica del “Segreto”. E ovviamente nemmeno io ci sono riuscito, altrimenti non ci proverei ora.

Questo fenomeno che si verifica quando “Sei fermo e riconosci che Io sono Dio” mi è accaduto molte volte negli ultimi 24 anni, mentre ero coinvolto nel lavoro degli AA, cioè nella pratica dei 12 Passi e delle 12 Tradizioni, e specialmente dell’11° Passo nella meditazione dopo il lavoro del 12° Passo. Ricordandone l’effetto, potrei pensare che vorrei essere in quello stato per sempre, ma so di non poterlo, perché sono ancora umano e ho molto da imparare sul mio essere spirituale.

Nella pratica dei 12 Passi, sono arrivato a credere, e si è avverata la verità delle prime 10 parole del 12° Passo: “Avendo avuto un risveglio spirituale come risultato di questi passi”. Questo “risveglio” non è solo mio. Per quanto ne so, accade a tutti coloro che imparano ad applicare i 12 Passi alla propria vita, in un modo o nell’altro. Il mezzo o il modo in cui si percepisce la verità non ha importanza, conta solo che la propria verità sia percepita.

Alcuni principianti capiscono prima di me che le istruzioni da sole, senza un lavoro, non producono i risultati promessi. Così, dopo qualche settimana senza applicarsi, si arrendono scoraggiati, tornando a ciò che facevano prima. Coloro che perseverano, mi sembra, erano inconsapevoli della contraddizione tra parole e azioni. Come me, davano per scontato che la colpa fosse loro per non aver capito. Come un vecchio cavallo cieco, hanno persistito ciecamente, lavorandoci finché non hanno acquisito una competenza soddisfacente dal contatto prolungato, quasi per osmosi, proprio come si può imparare a ballare con un partner disponibile senza analizzare i PASSI.

L’osservazione continua mi ha rivelato che la differenza tra il vincitore e il membro comune non sta nello sforzo superiore, nella volontà più forte o in tecniche speciali. Il POTERE nasce dalla COORDINAZIONE del PENSIERO e della COSCIENZA.

Il vincitore sviluppa una determinazione travolgente, un’instancabile resistenza e una pratica senza sforzo perché dirige tutti i suoi pensieri in un’unica direzione, anziché disperdere le energie in pensieri casuali. Questo si vede nel confronto tra i nuovi arrivati e i veterani di successo, i “VINCITORI“. Il nuovo arrivato si agita in tutte le direzioni, o è così rigido per il vortice dei suoi pensieri che sorge la domanda: “Dobbiamo chiamare l’impresario delle pompe funebri adesso?”, mentre il vincitore si muove nella vita con quiete e dolcezza, indossando la consapevolezza del “Potere Superiore” come uno scialle caldo e amorevole, per sempre al sicuro tra le sue pieghe.

Una volta acquisita questa prima intuizione della “coordinazione” come “segreto” per generare potere spirituale, è emersa un’altra differenza di ordine superiore tra i vincitori ordinari e i “Maestri Mistici Leggendari”. È molto facile diventare religiosi quando accade per la prima volta qualcosa come questa “Illuminazione”. Ti fai crescere i capelli, eviti le tentazioni sessuali e vai ad accovacciarti nel deserto, cercando la Divinità da cui questo potere sembra emanare.

Un’analisi più attenta, confermata dall’esperienza spesso goffa del fenomeno, rivela che i pensieri del Maestro si muovono in contraddizione con ciò che gli altri vedono e credono di sperimentare in sua presenza, e a volte in contraddizione con ciò che lui stesso pensa di vedere e credere. I pensieri del Maestro non si muovono né velocemente né lentamente, ma con un’accelerazione costante, simile a uno stato di caduta non del tutto libera. I suoi pensieri e azioni non sono fatti per esercitare forza sugli altri, ma per indurli a seguirlo senza sforzo o scatti improvvisi. Anche quando cambia direzione, i pensieri e le azioni del Maestro ruotano sempre con questa accelerazione costante. Egli controlla non spingendo, ma orientando il suo atteggiamento verso la Vita.

Non importa con quanta forza o irregolarità la Vita gli si avvicini, c’è sempre una parte di essa che si muove alla stessa velocità del Maestro. In altre parole, c’è un punto di contatto con la Vita in cui non c’è Movimento Relativo. Quel punto di contatto è “Adesso“, nel Momento di DIO nell’Eternità. Il Maestro, quindi, può afferrare la Vita senza alcuno sforzo o applicazione di forza, senza essere sbilanciato. I suoi pensieri e azioni sembrano tranquilli perché la sua accelerazione è costante e c’è poca differenza di velocità tra lui e la Vita.

Questa capacità di controllare il punto di contatto con la Vita, il punto di equilibrio, è il potere mentale con cui il Maestro vince. Una volta che un individuo perde il suo punto di equilibrio con la Vita, la sua forza viene sopraffatta, ed è costretto a seguire dove viene condotto, finché la frusta non schiocca.

 “perdenti” (ma chiamiamoli “dormienti”, perché perdere è solo un sintomo) non vedono la forza che li scaraventa, non perché sia troppo veloce per l’occhio o la mente, ma perché NON È MAI AVVENUTA. La “spinta del potere” che credono li stia facendo inciampare—quella che attribuiscono al destino, alla sfortuna, ai “poteri forti”—è un’allucinazione che si auto-iniettano per non dover smontare le loro convinzioni su “come dovrebbero andare le cose”.

Il blocco mentale non si forma solo nella mente del “perdente”, ma anche in quella di tutti gli spettatori della sua vita, così che si crea un’illusione collettiva di un misterioso potere trascendentale, mentre ogni tentativo di spiegarlo viene inconsciamente deviato verso un qualche potere “maligno” – il potere di Satana o simili.

Quando le vere dinamiche vengono rivelate, sono violentemente negate da tutte le autorità, perché i concetti fondamentali che ci dicono come l’universo dovrebbe funzionare non devono mai essere messi in discussione; chi osa dubitare delle “verità” ufficiali viene accusato di follia. Trovo interessante che la parola Satana derivi dall’aramaico “satah” o “stahah”, che letteralmente significa “ciò che ci fa mancare il bersaglio a cui miriamo” e anche “ego o falso orgoglio”. Lo trovo radicato in me stesso come meccanismo di difesa naturale dell’ego, che mi dice che non posso assolutamente avere torto. Essendo naturale, deve quindi avere uno scopo voluto da Dio. Per quanto riesco a percepire, il suo scopo è proteggermi da ferite derivanti da pericoli percepiti. Il problema è che le mie percezioni sono distorte da ferite passate, e le mie reazioni non sono appropriate alla situazione presente, ma al trauma del passato. Sono vittima del mio stesso sussulto, per quanto non voglia esserlo, e finché non ripulirò completamente i relitti del passato, continuerò in qualche misura a sperimentare quel riflesso condizionato.

Persino i Maestri fanno parte di questa cospirazione per negare l’evidenza, perché la loro capacità di allineare pensieri e azioni alla Vita dipende dalla fiducia e dalla convinzione che funzioneranno. A meno che un Maestro non comprenda le dinamiche, crede di avere uno spirito divino dalla sua parte, ed è naturale che i Maestri che credono in uno spirito divino non vogliano vedere le proprie convinzioni scosse. È meno destabilizzante accettare una dicotomia tra realtà apparente e realtà spirituale, lasciando inspiegati i fenomeni spirituali.

Chi studia questo fenomeno senza cedere allo stupore scoprirà che non c’è nulla di soprannaturale nel potere spirituale generato dal Maestro. È semplicemente naturale, ed è il legittimo retaggio di tutti i figli di Dio. È davvero un dono, ma uno che richiede lavoro e azione concertata da parte di chi lo riceve.

Nel punto di equilibrio dell’oscillazione del pendolo della Vita, quando il Maestro lo anticipa, si trova su terreno solido e la Vita non può sbilanciarlo. Tutto ciò che il Maestro deve fare è lasciarsi andare e lasciare che lo spirito divino faccia il resto. I volteggi, scivoloni e scivolate spettacolari di chi manca il punto e continua ad aggrapparsi al passato sono uno spettacolo da vedere. Ne ho osservati alcuni che “volavano” davvero.

“Quando ho capito cosa c’era davvero dietro questa maestria sottile, mi è sembrato inutile condannarsi a anni di mortificazione personale, come se la padronanza fosse riservata solo ai membri del Primo Stato (chierici, asceti). Ma mentre cercavo di mettere in pratica ciò che imparavo, è diventato subito chiaro che generare slancio spirituale richiede più del semplice ‘colpo di bacchetta magica’ che supera ogni comprensione. Nel buttare via tutta la disciplina mistica come involucro vuoto, sono stato troppo precipitoso.”

Per concentrare tutti i pensieri e le azioni in un’unica direzione, in un unico punto dello spazio, in un unico istante nel tempo, tutto deve essere coordinato e coerente. Il Maestro capisce, giustamente, che l’allenamento mentale è la base per questo tipo di controllo del pensiero, e la disciplina mentale sviluppa questo potere molto meglio e più facilmente del cieco sudore e sforzo. Lo sviluppo di una mente pienamente organizzata e consapevole è, in effetti, il segreto del successo in ogni impresa umana. L’allenamento fisico nel combattimento della Vita è solo il sistema più rozzo per esercitare la mente di chi non è abbastanza cosciente da mettersi in riga con discipline meno faticose. Lo sport è meditazione per chi ha il cervello annebbiato dal sudore.

Ah, dunque! La coordinazione è il segreto del Potere Spirituale. Come si sviluppa questa coordinazione? Se l’aspirante Maestro vuole sviluppare precisione d’azione e potere spirituale, il cervello deve imparare a produrre pensieri coerenti. Quindi la domanda giusta è: “Come fa il cervello a imparare a produrre pensieri coerenti?”

Come può uno sponsor entrare nel cervello del nuovo arrivato per regolare il distributore di pensieri e il suo tempismo, in modo che resti nel QUI E ORA? Il mio distributore di pensieri e il mio tempismo erano come quelli di una macchina vecchia e consumata: puntali bruciati, candele sporche, distributore rotto, metà dei cavi attaccati alle candele sbagliate o mancanti del tutto, e almeno tre denti mancanti dal pignone. Per ripararli, sento ancora Tex che dice: *”Pratica i Passi, *#@!”,oppure Non pensare oltre il tuo prossimo battito di cuore, o Fai solo la prossima cosa indicata e Non preoccuparti di ieri o domani, non stanno accadendo adesso.” E Jimmy che dice: Non importa cosa pensi, dici o senti, l’unica cosa che conta è ciò che fai.”

Se non c’è la volontà, da parte del nuovo arrivato, di seguire istruzioni semplici e agire, questa scoperta del “Segreto” non ha alcun valore pratico, e l’allenamento per affrontare la Vita deve rimanere ciò che è sempre stato: nient’altro che un sistema per separare quelli naturalmente sintonizzati con lo “spirito trascendente” dal resto di noi, resi deboli da interferenze interne, fili allentati e cortocircuiti.

Sappiamo per esperienza che gli impulsi di pensiero generati nel sistema nervoso di una persona sono sintonizzati sul ruolo della Vita che sta interpretando e su quali pulsanti vengono premuti. Quindi deve esserci un SINCRONIZZATORE naturale insito nel ruolo della vita, che fornisca feedback al cervello, in modo che la mente possa dire al corpo quali azioni compiere e quando. Quale può essere??

La maggior parte degli sponsor si limita a ripetere: Controlla il tuo tempismo, resta nel QUI E ORA, mentre il nuovo arrivato rinuncia frustrato, dal momento che non sa come fare, a volte non riesce neanche a leggere l’ora.

Tuttavia, i nuovi arrivati che persistono nel provare iniziano a praticare i passi più fluidamente quando raggiungono un certo livello di stanchezza e sono disposti ad arrendersi. Questa osservazione comune ha portato molti sponsor a stancare deliberatamente i loro protetti il prima possibile, per raggiungere questo stato di efficienza. Se il nuovo arrivato pratica abbastanza a lungo in questo stato di rilassato esaurimento, pensieri e azioni più fluidi diventano abituali. Quello che succede è che la fatica riduce la sua spinta a esercitare SE STESSO (EGO), i pensieri e le azioni del corpo rallentano finché non coincidono con l’universo. A questo punto, pensieri e azioni si muovono liberamente, con il minimo necessario per mantenere l’equilibrio dinamico. Ecco perché le riunioni del mattino presto durante gli Alkathon tendono ad essere più aperte e oneste: tutti sono troppo stanchi per mantenere alte le mura del loro meccanismo di difesa dell’ego.

La saggezza naturale della Vita è ridurre lo sforzo, specialmente quando uno è stanco di essere stanco. La fatica è lo stimolatore naturale di questa saggezza. Quindi, si piò insegnare al cervello ad accelerare o rallentare il ritmo dei suoi pensieri per mantenere lo sforzo al livello più basso possibile nelle circostanze. Tutti cerchiamo la strada più facile e più morbida! E l’abbiamo trovata attraverso la pratica dei 12 Passi di AA! Prima di Bill e Bob, i sapienti della società ci avevano condannati, noi alcolisti, alla pattumiera, credendo che cadessimo perché era nella nostra essenza farlo. L’introduzione degli insegnamenti di AA e dei 12 Passi è così rivoluzionaria, in contrasto con il credo comune, che questa sola idea è sufficiente a estirpare l’alcolismo e molti altri “-ismi”. Tale è il potere di un concetto fondamentale quando arriva il suo momento!

Ogni livello di abilità in qualsiasi arte si stabilisce con lo sviluppo di un certo grado di coordinazione tra corpo, mente e anima. Coordinazione significa che la consapevolezza mentale e spirituale si espande dai limiti definiti del corpo materiale per includere lo spazio circostante. Questo è il vero significato e intento dell’invito a considerare gli altri come estensioni di noi stessi, e la fonte del detto AA Lavora con gli altri e resta fuori da te stesso. La coordinazione è quindi l’essenza della Rigorosa Onestà, dove ogni pensiero, sentimento e azione sono coerenti, ciascuno con gli altri.

Proprio come ci sono molti gradi di coordinazione nei movimenti degli arti, con ogni grado che produce una quantità proporzionale di potere fisico, ci sono molti gradi di coordinazione tra corpo, mente e anima e lo spazio circostante, ciascuno dei quali produce una quantità proporzionale di potere spirituale. Il segreto per coordinare braccia e gambe si chiama “tempismo”. Allo stesso modo, il segreto per coordinare il proprio corpo, mente e anima con lo spazio circostante, in modo da “andare con il flusso”, è anche una questione di tempismo.

Il SINCRONIZZATORE è il Potere Superiore interno che ognuno trova nel profondo di sé stesso. In realtà, è il proprio SÉ. Qualcuno ha detto qualcosa di simile circa 2000 anni fa.

La consapevolezza che la Vita non può ferirci finché ci muoviamo alla stessa velocità e nella stessa direzione è l’essenza di “Fermati e riconosci che IO SONO DIO”. In questo modo, ognuno di noi scopre lo stato di quiete che appare quando non c’è MOVIMENTO RELATIVO DI OPPOSIZIONE tra noi e la VITA.

In una certa misura, una dimostrazione di questo punto di quiete può essere sperimentata se stai guidando nella corsia centrale di un’autostrada affollata, dove si può entrare nel “punto fermo della danza”, dove tutti accelerano e frenano allo stesso ritmo — finché qualcuno smette di prestare attenzione, fa un incidente o inchioda, e allora diventa caos, tutto tranne che quiete. In quel punto fermo, puoi passare oggetti da un’auto all’altra, intavolare conversazioni e persino afferrare il volante dell’altra macchina. Ma non tener troppo forte la presa, perché se i veicoli non sono perfettamente sincronizzati, l’accelerazione ti strapperà via il braccio! Suona familiare?

Un giorno, in meditazione dopo una chiamata da 12° Passo, ho sperimentato un momento di assoluta quiete mentale, e la mia mente è esplosa in un’esperienza di Illuminazione mentre il tempo rallentava. Man mano che il tempo rallenta, tutti i movimenti dello spazio circostante vengono percepiti come movimenti del proprio corpo e della propria mente, così che si prova una strana sensazione di sapere cosa sta per accadere, e la QUIETE è l’estasi stessa della “Danza della Vita”Sapevo con assoluta certezza che non avrei mai più dovuto bere alcolici, a meno che non fossi io stesso a insistere!

Quando si tocca l’assoluta quiete, è comune scoppiare in lacrime di estasi, dicendo o pensando “Il Tipo Là Sopra Mi Ha Dato Una Spinta” o qualcosa del genere. Le stesse lacrime di estasi traboccano in chi viene liberato dalle proprie afflizioni attraverso una guarigione divina. In qualunque modo il pendolo impazzito venga catturato nel suo punto fermo, l’esperienza dell’Illuminazione è così sconvolgente che chiunque la realizzi può solo credere che sia avvenuta una comunicazione con un’Intelligenza Divina. E in effetti, è esattamente ciò che accade. Quella che la saggezza convenzionale chiama “Coscienza di Dio” è in realtà un’espansione della mente, oltre il tempo e lo spazio, come definiti dai concetti dominanti di realtà.

L’Illuminazione non è un fenomeno raro confinato alla frangia dei pazzi, anche se possiamo sembrare matti quando proviamo a descriverla. Accade spesso a persone normali, felici e produttive, che non sono così sciocche da raccontarlo a uno psichiatra. Più Illuminazione si sperimenta, più si diventa felici, produttivi e ben adattati. Come ci è stato detto per gran parte della nostra vita, L’ILLUMINAZIONE È LO STATO NORMALE DI UN ESSERE UMANO COMPLETO.

I Maestri di successo nella ricerca di questo stato hanno chiamato la rivelazione divina “l’esperienza religiosa”“l’esperienza di picco”“il flusso”. La prossima generazione introdurrà nuovi termini per descrivere l’esperienza, creando così un fattore di confusione che si moltiplicherà senza che nessuno ne diventi più saggio. Nessuno dovrebbe diventare più saggio, perché l’imperativo culturale è che l’emisfero sinistro non sappia cosa fa quello destro. Questo è uno sviluppo naturale dell’evoluzione della mente, dalla mente unicamerale del passato a quella bicamerale dell’era tecnologica attuale. Esaminando gli scritti del passato, trovo che l’umanità, a causa dell’unicameralità della mente in quelle culture antiche, sentiva e comunicava davvero con gli dèi — troviamo affermazioni come “E allora il Signore disse a Isaia”. Questo, confusamente e senza comprensione, è stato portato avanti fino al presente, dove culturalmente non è permesso “Parlare con gli dèi”, e chiunque affermi di farlo viene prontamente confinato in una camicia di forza.

L’ILLUMINAZIONE è l’ORGASMO SPIRITUALE AMOREVOLE risultante dall’unione psichica dei due emisferi cerebrali. Al di fuori di questo stato di matrimonio spirituale amorevole, una persona non è meno umana, ma certamente è meno completa, e lontana dal divino. Per me — e non sono il solo — ho scoperto che è accompagnata dalla consapevolezza di una grande luce bianca e di una CONOSCENZA di me stesso e del mio rapporto con il mio creatore. Non trovo strano che la parola “illuminazione” descriva perfettamente il processo. (Prima dell’illuminazione, cercavo sempre di creare me stesso per i miei scopi, dimenticando che ero stato creato dallo Spirito Universale per il Suo Scopo — Lui nella mia vita e io nella Sua, qualunque cosa ciò debba essere. E sapete che casino ho fatto di me stesso.)

Raggiungere il punto di assoluta quiete fa pensare che ogni pensiero e azione cessino, giusto? Sbagliato! Ciò che accade quando una persona accede a questa condizione è che ogni casualità di pensiero e azione scompare. La condizione critica non è “pensiero” o “azione”, ma “casualità”. Nello stato di Illuminazione, pensiero e azione esistono ancora — è la loro casualità che cessa, e il Maestro risuona in armonia con l’Universo. L’Illuminazione è solo una fase nell’evoluzione dell’umanità.

La saggezza convenzionale crede che l’evoluzione del corpo umano si completi in sala parto. Non è così. Continuiamo a evolvere dalla dipendenza infantile all’interdipendenza adulta, e ogni persona sperimenta, contemporaneamente, l’intera sequenza dell’evoluzione socio-spirituale. Nemmeno la maturità sessuale segna il completamento dell’evoluzione della specie umana. L’intera razza umana è una specie in gestazione nel grembo biosferico di Madre Terra. Non saremo completamente umani finché non saremo partoriti da questo pianeta verso un luogo che, per mancanza di termini migliori, chiamiamo Paradiso.

Ogni fase della nostra evoluzione solleva l’individuo dall’isolamento e dall’impotenza, elevandolo in un corpo sociale — la placenta del nostro Grembo Terrestre. Quando il corpo sociale maturerà al punto da concepire e sostenere una massa critica di uomini santi in una sola generazione, l’intera specie si trasformerà in una metamorfosi finale dell’umanità, e tutti i membri del corpo sociale condivideranno una coscienza comune. L’esperienza di condividere una coscienza comune è esattamente come quella di due emisferi cerebrali sani che condividono la stessa mente — l’emisfero sinistro sa cosa fa quello destro, estensioni reciproche l’uno dell’altro. Quando tutti nella società sperimenteranno gli altri come estensioni di sé stessi, non ci saranno più guerre, povertà, quasi nessuna malattia, e tutti saranno in estasi, come nei miti del Paradiso prima della Caduta. Questa società ideale è la promessa dei profeti prematuri, ma la promessa si avvererà, a meno che non abortiamo la civiltà prima del parto a termine.

Una società immortale, con una coscienza comunitaria, vi sembra impossibile? Beh, sta già iniziando ad accadere. Tuttavia, c’è ancora qualche relitto del passato da ripulire, e tutti e 12 i Passi richiederanno pratica diligente e continua. Tutto ciò che dobbiamo fare è espandere le nostre menti nei piani più alti della realtà spirituale. Come scoprire un nuovo mondo dall’altitudine di un aereo, tutto ciò che cambia è il nostro punto di vista.

La banalità della vita, il tempo che passa, gli eventi e le “cose” che danzano davanti alla nostra mente in questo mondo sono in realtà sezioni trasversali della nostra vera entità spirituale. In altre parole, il nostro corpo personale è solo una sezione di un essere eterno e divino che ha infinite altre sezioni manifeste in questa realtà che percepiamo, delimitata da materia, energia, spazio e tempo. La nostra intera vita può essere rappresentata dalla proiezione della nostra “sezione” spirituale estesa continuamente nel tempo. Abbiamo ereditato da nostro padre un piano di coscienza superiore che ci permette di rivedere il passato e contemplare i futuri probabili di azioni alternative.

Siamo informati da questa coscienza superiore con un istintivo desiderio di conoscere le dimensioni più elevate della realtà spirituale. Questa curiosità istintiva è l’espressione mentale di un organo di coscienza ancora immaturo, che raggiunge la piena maturità con la percezione diretta della nostra vera entità. La percezione della nostra intera entità divina è il destino spirituale di ogni individuo, proprio come la procreazione è il destino carnale della maggior parte dei bambini, e la curiosità sessuale è l’espressione mentale di organi sessuali immaturi.

La pace della mente, la serenità e un senso di unità sono il primo livello del Paradiso. Percepirli significa arrivare al piano terra del Regno di Dio.

Un mondo senza guerre, povertà, miseria o morte suona come il Paradiso, no? Beh, ho una notizia per voi. Il Paradiso non è un parco giochi dove i desideri carnali possono essere sfrenatamente indulgenti. Gli uomini santi non hanno desideri carnali! Il Paradiso è una scuola di mente laboriosa, dove i mondi vengono progettati, costruiti, popolati e governati. Il Paradiso, in realtà, è dove ogni architetto della moltitudine di universi diventa totalmente responsabile della creazione del proprio universo. Profitti e perdite vengono controllati. I creatori efficienti vengono promossi, mentre gli altri vengono rimessi i pannolini (continuano ancora a farsela addosso). Tutte quelle persone che battono alle Porte del Paradiso per entrare sono come ragazzini che credono che gli adulti non abbiano niente di meglio da fare che spendere soldi, sfrecciare in macchine luccicanti e divertirsi con licenza sessuale.

Com’è la vita in Paradiso? Beh, arrivare in Paradiso è come crescere, lasciare la scuola e iniziare il primo lavoro — i “giochi e divertimenti” sono finiti. Ti rendi conto che Babbo Natale non esiste, i tuoi genitori sono stanchi di mantenerti, e devi affrontare il costo della vita e prenderti la responsabilità della tua esistenza. In altre parole, il Paradiso è dove ti prendi carico del fardello. La via per il Paradiso non è fatta di meditazioni, preghiere e devozioni. Arrivi in Paradiso nel momento in cui ti prendi carico del fardello, agisci per evitare o eliminare tutto ciò che ha conseguenze dannose per la Vita, e agisci per ottenere ciò che migliora la tua vera vita spirituale.

Molti pensano che il Paradiso sia avere il servizio in camera, invece che servire — QUESTO È L’INFERNO. Latua opinione al riguardo non conta, L’UNICA COSA CHE CONTA È QUELLO CHE FAI.

Il VERO lavoro dell’essere Umano, del PARADISO, inizia portando un messaggio di AMORESPERANZA e PACE attraverso il SERVIZIO a TUTTI i tuoi fratelli e sorelle in QUESTO MONDO.

Amore e Pace,
Barefoot


L’Inizio e la Fine

La fine del primo ciao è anche l’inizio dell’ultimo addio.

Per la maggior parte delle persone questa affermazione è incomprensibile, perché contraddice la realtà che percepiscono. È per lo stesso motivo che la frase “Io sono l’Alfa e l’Omega” è largamente fraintesa dalla gente comune.

Tutto ciò accade a causa della natura illusoria della realtà. Questa natura illusoria è stata evidenziata più e più volte dai grandi pensatori e maestri nel corso della storia. La realtà è solo una questione di pensiero e atteggiamento, e a ogni pensiero e atteggiamento corrisponde una realtà particolare e unica. In questo modo si può dire che ogni pensatore vive e/o muore sempre nella propria realtà, nel proprio universo.

Nella Genesi è proclamato che siamo stati creati a immagine degli dèi. In che modo?

Nella capacità di pensare!

Pensare è creare, e quando un sistema di pensiero viene mantenuto, si manifesta come realtà. Questa è la prima verità spirituale. Come un uomo pensa, così è per lui. Vedere è credere, ma per molti, incapaci di vedere che hanno creato il proprio universo, la colpa della loro realtà deve essere assegnata agli “altri” o alle “Forze del Male”. Questo è l’atteggiamento spirituale che è la causa di tutti i conflitti, la miseria, il tormento e il dolore sperimentati dall’umanità, e, come comunemente si crede, è la “realtà” del mondo. Così sia, se è questo che desiderano percepire.

Se l’inizio e la fine sono la stessa cosa, allora non c’è nulla in mezzo, oppure c’è tutto. Per l’umanità, il tutto è ciò che viene chiamato VITA, manifestato come una sequenza temporale di eventi in una realtà materiale a quattro dimensioni, creata per uno o entrambi i seguenti scopi: sperimentare l’Apprendimento o sperimentare il Piacere. L’unico problema è che il pensiero del mondo è per lo più invertito, e ciò che viene creato è Confusione e Dolore, semplicemente il sistema più rozzo per esercitare le menti di coloro che non sono sufficientemente coscienti da mettere a posto le proprie cose con mezzi meno faticosi.

Se l’inizio e la fine sono la stessa cosa, allora non c’è nulla in mezzo, e tutto accade nello stesso istante nell’eternità di DIO, ORA! Questo, portato alla sua logica conclusione, significa che il mondo, l’universo, l’atteggiamento, il sistema di pensiero e le realtà dell’individuo, e persino dell’intera umanità, possono essere trasformati in un batter d’occhio dall’”Inferno” al “Paradiso”. È così che sperimentiamo la realtà, arrivando in AA e praticando i Passi nelle nostre vite, di una “rinascita” in un mondo “nuovo”.

Ci viene detto che “Non puoi pensare la tua strada verso una vita migliore, ma puoi vivere la tua strada verso un pensiero migliore.“, un’affermazione paradossale ma vera finché l’individuo o l’intera umanità persiste nella credenza che Materia, Energia, Spazio e Tempo siano l’unica realtà. Tuttavia, quando la possibilità che esista un’altra realtà viene riconosciuta e accettata, il percorso verso la vera realtà, la Realtà Spirituale, è diretto e chiaro. Basta solo pensarlo! Ed è realizzato all’istante!

Per la maggior parte delle persone, ed è qui che il tempo entra in gioco, l’unico modo per sopravvivere al crollo del loro mondo, allo shock di toccare il fondo, all’esperienza della loro “Morte dell’Ego” e della “Resa”, che li costringe in uno stato di umiltà e li obbliga a esaminare i loro concetti fondamentali di realtà, è ricostruire tali concetti in un arco temporale che permetta loro di comprendere i fatti della vita con la stessa rapidità con cui le vecchie credenze vengono spazzate via. Coloro che sono capaci di ricostruire le loro credenze subiscono una morte psicologica e una rinascita in una nuova realtà. Diventano “Illuminati” e trasfigurano il loro mondo come conseguenza del loro rinascimento personale. Diventano così i padri e le madri fondatori di una nuova civiltà e i “salvatori” del loro mondo, costruito sempre sulle rovine del vecchio.

Il detto di AA “PULISCI CASA E CREDI DI DIO” è la pratica dei Passi, che spazza via il vecchio sistema di credenze e ne costruisce uno nuovo. Ci sono solo due sistemi di pensiero che l’umanità può abbracciare, e ogni individuo dimostra di credere che l’uno o l’altro sia vero in ogni circostanza, a seconda delle situazioni che crede di vivere nell’illusione che ha creato. Questi due sistemi di pensiero sono stati caratterizzati come “negativo” o “positivo”. Dipendono dalla direzione del flusso di Materia, Energia, Spazio e Tempo nella realtà percepita, sia in allontanamento (Paura della Perdita), sia in avvicinamento (Gioiosa accettazione del Dono della Vita). Il “negativo” si basa sull’”ottenere”, manifestato come i “Sette Peccati Capitali”, e il “Positivo” si basa sul “dare”, manifestato come “AMORE” e la consapevolezza che “la Perdita è impossibile”, che “DARE è RICEVERE”, che “DARE e RICEVERE sono la STESSA COSA”, che “CAUSA ed EFFETTO non sono mai Separati”, e che “DIO è la CAUSA e “IO” sono l’EFFETTO”.

I pensieri sopra esposti sono il risultato di una conversazione avvenuta al ristorante di JB a Coeur d’Alene la sera del 1-1-94, mentre riflettevo su mio fratello e i suoi problemi, e sono una sintesi degli insegnamenti espressi da altri nel corso dei secoli e che mi sono stati generosamente e liberamente donati da coloro che hanno percorso questa strada prima di me.

Amore e Pace,
Barefoot


A CHI DI COMPETENZA

IN EFFETTI, l’universo che io percepisco è diverso da quello che percepisci tu. Non possiedo né il vocabolario né la capacità di definire il mio universo e la mia realtà nei termini del tuo universo e della tua realtà. Ho solo gli strumenti per spiegare il mio universo a me stesso, e a volte non bastano neanche per quello. Devo quindi coniare nuovi termini che abbiano senso e siano comprensibili solo all’interno della mia realtà. Di conseguenza, possono apparire del tutto insensati dal punto di vista della tua realtà.

Questo è il cuore della seconda metà del primo passo e l’essenza stessa del secondo passo.

È solo nella misura in cui condividiamo il linguaggio che usiamo che il mio universo e la mia realtà si fondono con i tuoi, rendendo il mio (e il tuo) socialmente accettabile per te, per me e per gli altri. È solo comunicando queste affinità che possiamo stabilire una realtà comune (un accordo) e quindi un’affinità (Amore), dove Amore nel mio vocabolario significa “un interesse autentico e una cura per” un altro essere, senza legami opprimenti. Tuttavia, non posso essere schiavo di un’immagine socialmente accettabile del mio universo. Posso solo essere fedele alla mia realtà e alla mia vera natura di figlio di Dio, così come Lui/Lei mi ha creato.

Nessuno costruisce da solo una realtà o un’impresa sociale. Ciascuno costruisce e ricostruisce continuamente a partire dai propri errori percepiti e da quelli altrui. Creare con successo il proprio universo e la propria realtà non è altro (né meno) che mettere insieme molti errori in un modo che funzioni.

È per questo che tutte le imprese umane, le istituzioni e le realtà sono profondamente intrise di errori e sbagli, e nella migliore delle ipotesi sono temporanee. Gli errori sono le lezioni con cui l’Universo (Dio) insegna ai suoi figli.

L’educazione di un uomo saggio verso la comprensione del proprio universo e della propria realtà (e in una certa misura del tuo) consisterà nell’abbracciare tutta la follia che può permettersi. Solo nella misura in cui se lo può permettere, sarà in grado di ridere di se stesso. Se abbraccia più follia di quanta ne può sopportare, piangerà.

Amore e Pace,
Barefoot


Maturità

La maturità è la capacità di controllare la rabbia e risolvere i conflitti senza violenza né distruzione.

La maturità è perseveranza, l’abilità di portare avanti un progetto o una situazione nonostante forti opposizioni e battute d’arresto scoraggianti.

La maturità è la capacità di affrontare spiacevolezze e frustrazioni, disagi e sconfitte, senza lamentarsi o crollare.

La maturità è umiltà. È essere abbastanza grandi da dire: “Avevo torto.” E, quando hai ragione, non sentire il bisogno di aggiungere: “Te l’avevo detto.”

La maturità è la capacità di prendere una decisione e portarla a termine. Gli immaturi passano la vita a esplorare infinite possibilità senza poi agire.

La maturità significa affidabilità, mantenere la parola data e non venir meno nelle crisi. Gli immaturi sono maestri delle scuse. Sono contraddittori e disorganizzati. Le loro vite sono un labirinto di promesse non mantenute, ex amici, questioni irrisolte e buone intenzioni che non si concretizzano mai.

E — ispirandoci alla Preghiera della Serenità — la maturità è l’arte di vivere in pace con ciò che non possiamo cambiare, il coraggio di cambiare ciò che sappiamo dovrebbe essere cambiato, e la saggezza per distinguere tra le due cose.

Autore sconosciuto


ALI

La realtà oggettiva è assoluta come l’universo, ma i significati che traiamo dalla realtà che creiamo soggettivamente determinano il modo in cui viviamo l’esistenza, come riusciamo e come falliamo.

I Discepoli della Spiritualità ricevono le loro ali compiendo le proprie prove con la consapevolezza che il significato della Vita viene creato in ogni istante da ogni individuo.

In questo modo ogni persona diventa Padrone del proprio Destino e Capitano della propria Anima.

Amore e Pace,
Barefoot


LEZIONI DALLE OCHE
O
STARNAZZA SE HAI BISOGNO DI AIUTO

Di Milton O.

Mentre ogni uccello batte le ali, crea una spinta ascensionale per le oche che lo seguono. Volando in formazione a “V”, l’intero stormo aumenta del 71% la distanza di volo rispetto a quella che ogni uccello percorrerebbe da solo.

LEZIONE: Le persone che condividono una direzione comune e un senso di comunità possono raggiungere la meta più velocemente e con meno fatica, perché avanzano sospinte dalla forza reciproca.

Quando un’oca si allontana dalla formazione, sente improvvisamente la resistenza e la fatica del volo solitario e torna rapidamente in formazione per sfruttare la spinta ascensionale dell’oca che la precede.

LEZIONE: Se abbiamo tanto buon senso quanto un’oca, resteremo al fianco di chi va nella stessa direzione, disposti sia a ricevere aiuto che a offrirlo agli altri.

Quando l’oca in testa si stanca, ruota all’indietro nella formazione e un’altra prende il suo posto in prima linea.

LEZIONE: Conviene alternarsi nei compiti più faticosi e condividere la leadership. Le persone, come le oche, dipendono le une dalle altre.

Le oche in formazione starnazzano da dietro per incoraggiare quelle davanti a mantenere la velocità.

LEZIONE: Dobbiamo assicurarci che il nostro “starnazzare” sia di incoraggiamento, e non altro.

Quando un’oca si ammala, si ferisce o viene colpita, starnazza chiedendo aiuto e due oche abbandonano la formazione per scendere con lei e proteggerla. Restano con l’oca in difficoltà finché non è in grado di volare di nuovo, o muore. Solo allora ripartono da sole, con un altro stormo, o raggiungono il gruppo.

LEZIONE: Se abbiamo tanto buon senso quanto le oche, anche noi staremo vicini agli altri nei momenti difficili, così come quando siamo forti… e starnazzeremo quando avremo bisogno di aiuto!


Ho trovato queste parole del Dr. Bob presso la Central Office, nell’Akron Genesis of AA, riguardo l’inizio e il significato del Terzo Passo.

“Che affidiamo tutta la parte di volontà che riusciamo a comprendere a tutta la parte di Dio che siamo capaci di concepire.”

Si deve impegnarsi a rinunciare a tutta la nostra volontà che comprendiamo, consegnandola al nostro Creatore nella misura in cui Lo conosciamo, o crediamo in Lui, o Lo riconosciamo, o ci fidiamo di Lui. Poi chiediamo a Dio – se esiste un Dio – di chiarirci cosa dovremmo fare.

Nell’esperienza dei risultati di questo esperimento di “consegnare la nostra volontà e la nostra vita alle cure di Dio come Lo intendiamo”, una voce interiore ci dice non solo cosa potremmo aver sbagliato, ma anche un’intuizione su ciò che dobbiamo fare, una direzione da seguire, una sensazione o un’illuminazione. Cerchiamo consapevolmente di lasciare che la presenza di Dio ci pervada. Se saremo disponibili e obbedienti, sperimenteremo un nuovo potere e un nuovo senso di direzione nella nostra vita.


L’altra sera, durante una riunione, un amico mi ha passato un biglietto che diceva: “Per favore non chiedermi quanto sono arrabbiato, perché sono dannatamente troppo arrabbiato per sapere quanto sono arrabbiato!” Lo capisco. Lo capisco perfettamente. Ci ho vissuto per molti anni, rendendo tutto e tutti il mio nemico. Ho vissuto lunghi periodi di sobrietà in cui non manifestavo quella rabbia e brevi momenti in cui invece lo facevo. Spero davvero di aver superato gli ultimi residui di quella sindrome in queste ultime settimane, così da poter essere libero dalla rabbia, dal bisogno di difendere il mio ego.

Il mio Dio, Charlie, è stato buono con me, anche se all’epoca, mentre attraversavo quelle miserie, non capivo che mi stava solo dando un’altra opportunità per imparare ad amare meglio. Tante volte ho rifiutato quell’opportunità.

Mi fa male vederti nel dolore delle tue miserie e confusioni, perché so, capisco e provo profonda compassione, ma allo stesso tempo sento anche grande gioia e amore per te, perché so anche che quando avrai attraversato questi momenti, sarai più forte, più completo, più amorevole, più la persona che vuoi essere. È così complicato, così confuso, sapere cosa fare con gli amori e i dolori che proviamo. Maledetta Confusione. Ma so anche che la prima cosa che accade quando cerchiamo di creare Ordine dal Caos è la Confusione, quindi devo essere grato per la Confusione, così come per i Dolori e le Paure, per il Caos, e per l’Amore e la Pace che provo quando l’Ordine viene ripristinato. Mi ci vuole ogni singolo passo per imparare a farlo bene.

Ho dovuto realizzare ancora una volta che nulla, ma proprio nulla, accade per caso nel mondo di Dio, che TUTTE le frustrazioni, le rabbie, le vergogne, i sensi di colpa, i rimorsi e le PAURE che le sottendono non sono altro che una “spintarella” da parte di Dio per farmi muovere sul sentiero verso di Lui e il Suo Amore.

Egli mi parla ancora, e oggi so, come ho saputo negli ultimi venticinque anni e mezzo, che il sentiero che ha posto davanti a me sono i 12 Passi degli Alcolisti Anonimi, e non conosco altro modo per raggiungere la Pace dentro di me, con gli altri, con il mondo di Dio e con LUI, l’IO SONO. Posso dimenticare il sentiero molto facilmente, ma Lui mi riporta sempre a Sé, non sempre con dolcezza, ma sempre con Amore. Ogni volta che mi dà una spintarella, finisco sempre a leggere le pagine 58, 59 e 60 del Grande Libro, non sempre subito, non sempre in uno stato di resa, spesso lottando e graffiando fino all’ultimo, ma quando mi arrendo e seguo il sentiero per essere onesto con me stesso, fidarmi di Dio e fare pulizia, trovo che posso tornare all’Amore e alla Pace, a una conoscenza di me stesso e di Lui, a uno stato in cui non ho paura di morire, di essere ucciso.

Noi esseri umani rendiamo tutto così difficile, la resa totale al nostro Potere Superiore, eppure può accadere in un istante. Nell’Istante in cui consegniamo totalmente la nostra volontà e la nostra vita a Lui, nello stesso Istante arriva la Sua risposta. Diventiamo liberi di essere l’AMORE che siamo.

Il Problema che affrontiamo, la difficoltà che creiamo, che ci impedisce di arrenderci totalmente, la Nostra Paura Fondamentale del Cambiamento, è che non siamo mai del tutto sicuri che i cambiamenti che Lui opererà in noi saranno di nostro gradimento. Beh, provaci, potrebbe piacerti.

Per me la Palude si sta prosciugando e gli alligatori stanno diventando mansueti e docili, animali domestici con cui giocare. Mi viene in mente l’insegnamento di G.C. che il Leone si sdraierà accanto all’Agnello. È a questo che si riferiva, che le nostre Emozioni più Feroci sarebbero state in pace con l’Amore? Credo di sì. Credo non solo che sia possibile, ma che sia inevitabile, mentre percorriamo questa strada verso un Destino Felice. Non ho trovato alcun Potere che possa ostacolare la Volontà di Dio, se solo mi arrendo a Lui, nient’altro che il mio ego e il mio falso orgoglio che mi tengono lontano dalla Sua Pace.

Mi viene in mente anche la mia versione rielaborata della Regola d’Oro: “Fai agli altri solo ciò che vorresti fosse fatto a te, e causa solo quelle cose che possono comprendere con facilità.” Vorrei essere in grado di mettere in pratica completamente questo principio, senza mettermi in mezzo.

So che per me il sentiero verso la pace interiore, la capacità di vivere pienamente la Regola d’Oro, la capacità di vivere nella Volontà di Dio per me e in armonia con le Sue leggi universali, risiede nella pratica continua dei 12 Passi nella mia vita. So che le lezioni che sto imparando dalla vita servono a portare pace nella mia esistenza e in quella degli altri. So che questa è la via della pace: Vincere il Male con il Bene, la Falsità con la Verità, e l’Odio con l’AMORE. Questo è il messaggio che Peace Pilgrim ha portato nelle sue camminate attraverso il continente, che G.C. ha portato nelle sue peregrinazioni nel suo mondo, che Mohandas Gandhi ha portato e che molti, moltissimi altri hanno portato e stanno portando nel mondo oggi.

Non c’è nulla di nuovo in questo messaggio, se non la sua pratica. E la pratica è necessaria non solo nelle mie questioni personali, ma credo in tutte le questioni del mondo. Credo che la situazione nel mondo, tutta la miseria e i conflitti che vediamo e viviamo, siano un riflesso della nostra immaturità. Se fossimo persone mature e armoniose, la guerra, la miseria e i conflitti di qualsiasi tipo non sarebbero affatto un problema — sarebbero impossibili.

Tutti noi possiamo lavorare per la pace. Possiamo lavorare proprio dove siamo, dentro noi stessi, perché più pace abbiamo dentro le nostre vite, più possiamo rifletterla nella situazione esterna.

Quando in AA parliamo dei Passi verso la Pace Interiore, verso la Serenità, della Conoscenza di Sé, degli Altri e di Dio, ne parliamo nel contesto dei 12 Passi di AA. Non c’è nulla di arbitrario nel numero di passi. Possono essere ampliati, possono essere ridotti. Sono solo un modo di parlare dell’argomento, ma questo è importante: i passi verso la pace interiore non devono essere seguiti in un ordine prestabilito. Il primo passo per uno potrebbe essere l’ultimo per un altro. Quindi, fai semplicemente i passi che ti sembrano più facili, e man mano che ne farai alcuni, ti sarà più semplice farne altri. E in questo ambito possiamo davvero condividere. Per quelli di noi in AA, l’ammissione del Primo Passo sembra essere quello che dobbiamo fare per primo, per ultimo e sempre, per poter persino iniziare a praticare gli altri e applicarli alle nostre vite nella nostra ricerca di completezza, serenità, unità e PACE con il nostro universo.

Amore e Pace,
Barefoot


La sempre amorevole anarchia del Sé

Sto leggendo un nuovo libro, Getting the Love You Want, una guida per coppie di Harville Hendrix, Ph.D. Conferma ulteriormente ciò che ho imparato negli anni e vedo che attinge in modo considerevole dalla Scientology e da ciò che Hubbard aveva elaborato 35-45 anni fa. Hubbard si concentrò sulla tecnologia per guarire l’Eros, per riportare il “vecchio cervello”, la “mente reattiva”, a uno stato di “chiaro”. Il fatto che le sue idee sfidassero i tabù e le credenze socialmente accettate, oltre alle pratiche della psicologia freudiana, ha fatto sì che lui e la sua tecnologia venissero etichettati come una “setta”, una forza malvagia, e perseguitati, proprio come i primi cristiani finché non ottennero col tempo l’accettazione ufficiale. Hubbard era avanti rispetto al suo tempo. Come disse Schweitzer: “Nessun raggio di sole va mai perduto, ma il verde che risveglia ha bisogno di tempo per germogliare, e non sempre è concesso al seminatore vivere abbastanza per vedere il raccolto.”

La società è solo all’inizio del risveglio e si reprimerà ancora molte volte prima di giungere al raccolto, ma sta germogliando. Anche G.C. aveva ragione: dobbiamo essere come bambini, liberi dalle difese dell’ego, in uno stato di indifesa, con tutti i nostri “muri” abbattuti, con tutti i vecchi “nastri” e “pulsanti” eliminati, o come diciamo in AA, dobbiamo sbarazzarci di tutte le nostre vecchie idee. Molti hanno avuto ragione nel corso dei secoli, già prima di Socrate e Platone, ma la società nel suo insieme non può comprendere né accettare la verità, a causa della dipendenza dal nostro condizionamento emotivo imposto socialmente.

La scoperta del Sé è un processo individuale che dura tutta la vita ed è accessibile solo al cosiddetto “ribelle” che ha la consapevolezza interiore per dire: “Non può essere così, deve esserci un modo migliore”, e che rifiuta di piegare la propria integrità alle costrizioni e ai costumi sociali, tranne quando, in totale onestà con sé stesso, serve ai suoi bisogni per essere emotivamente completo, e accetta come validi solo quei principi che si dimostrano, per esperienza, positivi e capaci di migliorare la vita.

Per ogni cambiamento di atteggiamento o percezione verso la vita, per ogni individuo deve prima verificarsi uno smarrimento di fronte alla confusione delle circostanze della propria esistenza, un lutto per il Sé perduto, un crollo e il riconoscimento delle vecchie percezioni negative radicate che non sono più sostenibili, la fede in un potere superiore esistente a cui l’individuo chiede aiuto per rimediare o riordinare il caos interno, una svolta attraverso una guida intuitiva stabilita interiormente, un ripristino dell’essere e uno stato di grazia. È un processo continuo per tutta la vita, man mano che le circostanze dell’esistenza cambiano.

La sempre amorevole anarchia del Sé, il Sé di Dio, avrà il suo dominio.

Amore e Pace,
Barefoot


Solo Per Oggi

Solo per oggi cercherò di vivere questa giornata e nient’altro, senza affrontare tutti i miei problemi in una volta. Posso sopportare qualcosa per dodici ore che mi terrorizzerebbe se pensassi di doverla sopportare per tutta una vita.

Solo per oggi sarò felice. Questo presuppone che sia vero ciò che disse Abraham Lincoln: “La maggior parte della gente è felice nella misura in cui decide di esserlo.”

Solo per oggi mi adatterò a ciò che è, senza pretendere che tutto si pieghi ai miei desideri. Accoglierò la sorte come viene e mi adeguerò ad essa.

Solo per oggi cercherò di rafforzare la mia mente. Studierò. Imparerò qualcosa di utile. Non sarò un ozioso mentale. Leggerò qualcosa che richieda impegno, riflessione e concentrazione.

Solo per oggi eserciterò la mia anima in tre modi: farò del bene a qualcuno senza farmi scoprire; se qualcuno lo sapesse, non conterebbe. Farò almeno due cose che non ho voglia di fare — solo per esercizio. Non mostrerò a nessuno che i miei sentimenti sono feriti; potranno esserlo, ma oggi non lo dimostrerò.

Solo per oggi sarò amabile. Avrò un aspetto il più possibile curato, mi vestirò con sobrietà, parlerò a voce bassa, sarò cortese, non criticherò affatto. Non troverò da ridire su nulla, né cercherò di correggere o regolare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi avrò un programma. Forse non lo seguirò alla lettera, ma lo avrò. Mi salverò da due flagelli: la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi avrò mezz’ora di tranquillità tutta per me, e mi rilasserò. In questa mezz’ora, a un certo punto, cercherò di guardare la mia vita con maggiore prospettiva.

Solo per oggi non avrò paura. Soprattutto, non avrò paura di godere ciò che è bello e di credere che, così come dono al mondo, il mondo darà a me.

Autore sconosciuto


PREGHIERA PER OGGI

Signore, fa’ di me uno strumento della Tua pace.
Dove c’è odio, che io porti l’amore;
Dove c’è offesa, il perdono;
Dove c’è dubbio, la fede;
Dove c’è disperazione, la speranza;
Dove c’è tenebra, la luce;
E dove c’è tristezza, la gioia.

O Divino Maestro,
concedimi di non cercare tanto
di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Perché è donando che si riceve,
è perdonando che si è perdonati,
ed è morendo a se stessi
che si nasce alla vita eterna.

Amen.


Caos e Ordine

Tutti hanno sperimentato o stanno sperimentando il caos nella propria vita. È sempre stato così. Da questa vasta esperienza delle generazioni passate è emersa una soluzione al problema di Creare Ordine dal Caos.

La Soluzione – Cercare Prima l’Aiuto Spirituale, in modo che gli aspetti fisici e mentali del caos vengano messi nella giusta prospettiva e si possa agire di conseguenza – è spesso trascurata. Questo accade a causa della prima cosa che emerge quando cerchiamo di creare ordine dal caos:Confusione e Paura.

Chi? Come? Perché? Cosa? Quando? Dove? Quale?
Per chi? Come? Perché? Cosa? Quando? Dove? Quale?
Con chi? Come? Perché? Cosa? Quando? Dove? Quale?
Perché chi? Come? Perché? Cosa? Quando? Dove? Quale?
— All’infinito — Uffa! — Capite cosa intendo?

Ho scoperto questa soluzione da bambino, forse a 7 o 8 anni, ma ho cominciato davvero ad applicarla solo dopo i 40, quando ormai avevo creato una bella dose di CAOS nella mia vita. Ora ne ho più di 66 e ogni tanto riesco ancora a generare un po’ di caos, ma non come una volta. Almeno oggi conosco un po’ di pace e serenità. Grazie a Dio!

Per spiegare come l’ho imparato, posso solo raccontare ciò che mi è successo da bambino, trarne una conclusione e, naturalmente, cercare di metterla in pratica in ogni aspetto della mia vita. Non posso dire di aver raggiunto chissà quale perfezione, ma continuo a provarci.

Io e le mie sorelle più piccole ci stavamo divertendo un mondo a saltare sul mio letto, un vecchio letto di ottone con le doghe che sembravano un trampolino. È scoppiata una battaglia di cuscini, tra risate e colpi ben assestati! Ci stavamo proprio divertendo! Ho colpito Tinka e il cuscino si è squarciato. Piume d’oca ovunque nella camera! Abbiamo esultato, impazziti di gioia e siamo rotolati a terra ridendo. Quelle piume volavano dappertutto: nei capelli, negli occhi, attaccato alle punte dei nostri nasi, ovunque. Regnava il Caos.

In quel momento la scala ha scricchiolato. Era una vecchia scala fatta di tronchi e cigolava sempre, non importa quanto piano si salisse. È subentrata la ConfusioneE la Paura! —— È il Potere Superiore! —— Papà!

Papà è entrato nella stanza e io mi sono irrigidito, aspettandomi una sculacciata o almeno un rimprovero.

Con un mezzo sorriso sotto la sua espressione severa, ha detto PACATAMENTE: «Vi avevo detto di non saltare sul letto perché potevate rompere qualcosa. Ora pulite». (Vi è mai capitato di sentirvi parlare da vostro padre PACATAMENTE in lettere maiuscole?) La confusione e la paura sono aumentate. Nancy tremava di paura, nascondendosi dietro il letto, Tinka ha reagito come al solito dando la colpa a me, e io sono rimasto lì impalato, senza sapere cosa fare, terrorizzato all’idea di fare la mossa sbagliata e scatenare la sua ira. Grazie a Dio non aveva bevuto, altrimenti la sua rabbia sarebbe stata evidente fin dal primo momento e non ci sarebbe stato nulla di PACATO.

«Scendete dal letto e cominciate a raccogliere le piume».
«Non so da dove cominciare».
«Prendi il primo mucchietto e mettilo nella federa, poi continua finché non hai raccolto tutto». Oh, okay, ora sapevo cosa fare. Fine della Confusione.

Vedete, tutto ciò che dovevo fare era ascoltare il mio potere superiore – Papà – e seguire le sue istruzioni. Non importava quale piuma raccogliessi per prima, l’importante era cominciare con la prima, metterla al suo posto e continuare finché tutto non fosse sistemato. Ordine Ripristinato e Fine del Caos.

Lo stesso vale per la pratica dei 12 passi. All’inizio, per me erano puro CAOS. Dovevo ascoltare le indicazioni di un potere superiore – Dio, così come si esprimeva attraverso il gruppo –, mettere a posto la prima metà del 1° Passo nel profondo di me stesso e continuare finché tutti i 12 Passi non fossero al loro posto, per porre fine al caos, alla confusione, alla paura e riportare un po’ di ordine nella mia vita. Proprio come raccogliere le piume.

Amore e Pace,
Barefoot


Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca.
Egli mi fa riposare in verdi pascoli,
mi guida lungo acque tranquille,
mi rinfranca l’anima.
Mi conduce per sentieri di giustizia
per amore del suo nome.

Anche se camminassi nella valle dell’ombra della morte,
non temerei alcun male, perché Tu sei con me.
Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza.
Tu prepari davanti a me una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Cospargi di olio il mio capo,
la mia coppa trabocca.

Sì, bontà e misericordia mi accompagneranno
tutti i giorni della mia vita,
e
abiterò nella casa del Signore
per sempre.
(Salmo 23)

Noi alcolisti attraversiamo ogni giorno la valle dell’ombra della morte. Per me, anche UN solo giorno vissuto senza paura fa molto per alleviare i rimorsi del passato.

Amore e Pace,
Barefoot


Quindi stai affrontando di nuovo i passi

Dunque sei stato “sollecitato” da Dio a rifare i Passi, FALLO! Sono certo che farei lo stesso se Charlie mi sollecitasse di nuovo oggi, proprio come ho fatto in passato… non c’è errore in quel guardare in profondità dentro di sé per trovare le cause e le condizioni alla base della paura, della mancanza di fiducia… alcuni trovano la radice delle cause più facilmente di altri, alcuni prima, altri dopo, alcuni mai, ma i risultati dello sforzo di cercare ne valgono assolutamente la pena… e i risultati sono quelli che ho scritto… un’anima stabile, senza paura, sicura, amorevole, generosa, esuberante, amante del divertimento, gioiosa e libera, pienamente viva nella sufficienza della grazia di Dio, in mezzo a tutto il caos apparente, la povertà e la bruttezza del mondo, e anche alla completezza, alla bellezza e alla grazia, in UNO…

Una cosa di cui sono assolutamente certo è che nessuno può farlo da solo, ce ne vogliono sempre due… sai, il fondamento del detto “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, lì sarò io in mezzo a loro”. Due sono più forti di uno solo per scoprire e rivelare, ecco il perché del 4° Passo condiviso con un altro nel 5°… Siamo tutti vittime del nostro stesso sussulto, possiamo avvicinarci solo fino a un certo punto alla verità del trauma che ci ha condizionato, prima di sussultare e allontanarci. Condividendo con uno “sponsor”, un altro essere umano, mettiamo la nostra forza collettiva contro la paura che causa quel sussulto…

Ora, visto che sei di nuovo sul sentiero dei Passi, ricorda che l’intero processo è mirato a una sola cosa: il ri-conoscere che Dio ha il controllo di TUTTI gli aspetti della vita, incluso il fare tutti i Passi… specialmente il 4°… Questa è la mia raccomandazione, perché è ciò che il mio sponsor mi fece fare, e funzionò… ora vi racconterò come è successo…

Avevo forse 4 settimane di sobrietà, avevo letto il libro un paio di volte, capito senza dubbi che dovevo fare i passi, e ci stavo provando con tutto me stesso, avevo compreso l’importanza dell’ABC e della frase subito dopo, convinto, ero arrivato alTerzo Passo… e pensavo di averlo sotto controllo… sì, avevo preso la decisione… quindi la prossima cosa da fare era procedere con il 4°… Chiesi a Tex, ascoltai il suo consiglio, tornai a casa, presi un blocco nuovo, 6 matite appuntite e una penna, aprii la finestra nello studio così che Dio potesse entrare, mi sedetti alla scrivania, scrissi il mio nome e la data in cima alla pagina, mi coprii di sudore freddo e non riuscii a scrivere nulla, doppia negazione, nada… tremavo e mi agitavo… spaventato a morte…

La mattina dopo andai da Tex e gli raccontai cos’era successo… lui sorrise e disse: “Sapevo che sarebbe successo.” Avrei voluto prenderlo a pugni, ma ero troppo spaventato, e gli chiesi cosa avrei dovuto fare. Disse: “Sembra che dovrai farlo in modo un po’ diverso.” Lo sapevo, cavolo, sapevo di essere diverso. “Ecco cosa devi fare,” continuò, “vai al negozio, comprati un taccuino 3×5 che ti stia in tasca, infilaci una matita corta per scrivere, e POI, quando qualcosa ti viene in mente durante il giorno, scrivilo. Non devono essere tante parole, solo abbastanza per ricordartelo quando arriveremo al 5° Passo. Ora, quando torni a casa la sera, rileggi ciò che hai scritto, non cercare di modificarlo perché il tuo correttore è rotto, e se è ancora vero, toglilo dal taccuino e mettilo da parte per custodirlo, in una scatola o sotto il tappetino del bagagliaio. Se non è più vero, strappalo dal taccuino, appallottolalo e buttalo nel cestino. Tutto ciò che cerchiamo è la VERITÀ. Il motivo per cui ti chiedo di toglierlo dal taccuino è che voglio che inizi ogni giorno con una tabula rasa, e il motivo per cui ti suggerisco di scriverlo ‘quando ti viene in mente’ è che stiamo cercando di mettere Dio al controllo della tua vita, incluso lo scrivere il tuo 4° Passo. Se lo farai con diligenza, quando sarà il momento di fare il 5° Passo, avrai un 4° Passo dannatamente buono .”

“Ok, lo farò Tex, ma come faccio a sapere quando fare il 5°?” “Idiota, quando devi prendere una DECISIONE CONSAPEVOLE di fare il 5°, o andare a ubriacarti!! È allora che farai il 5°!!” Ed è così che è successo…

Da allora ci sono stati molti 4° e 5° Passi, tutti fatti allo stesso modo, man mano che mi venivano rivelati, mentre accadevano come risultato di Dio che mi dava una “spintarella”. In effetti, gran parte dei miei scritti sono proprio questo.

Poi Tex mi fece anche guardare il 4° Passo e leggerlo ad alta voce… più volte… poi mi chiese che tipo di inventario avrei fatto… e io partii con un monologo su come avrei annotato ogni volta che avevo sbagliato…

“No,” disse, “devi fare un inventario MORALE, quali sono le morali di Bob, i suoi standard, che ha infranto più e più volte a causa di paura, avidità, lussuria, rabbia, sai, i 7 peccati capitali menzionati nel 12×12, e come hai violato i tuoi standard etici e morali per tutta la vita, causando dolore, rimorso, vergogna, colpa e risentimenti. E mentre ci sei, leggi il paragrafo a pagina 47 del 12×12 che spiega come sei diventato alcolista in primo luogo e cosa farai al riguardo… comincia con ‘Noi pensavamo’…”

Disse anche che mentre avrei letto il 12×12 e il BB, se una domanda avesse suscitato un pensiero, se avesse fatto scattare un campanello d’allarme, avrei dovuto scriverci sopra… e così feci… seguii le sue istruzioni… e lo faccio ancora oggi… ci sono almeno 3 o 4 blocchetti 3×5 sullo scaffale sopra di me mentre scrivo… ovviamente, in questi giorni, gli scritti non riguardano tanto come ho infranto i miei standard, ma ciò che ho imparato e vissuto grazie al fatto di essermi attenuto a loro in tutti i miei affari… per dirne una, non creo più così tanto scompiglio o caos nella mia vita come una volta. Finalmente ho capito che Dio ha il controllo di tutte le cose in ogni momento, in ogni luogo, in ogni circostanza e situazione, e che ho lezioni da imparare ogni giorno di questa vita. Che nulla accade senza una lezione spirituale per me tra le sue mani. Anche lo scrivere questo.

Un’altra cosa che ho scoperto su quella ricerca nel profondo… Inizia dal presente e torna indietro… una cosa scritta scatenerà un pensiero su qualcosa di precedente… e più indietro riusciamo ad andare, fino al punto del nostro sussulto causato dalla nostra ferita profonda, meglio è. Poi, quando ci troviamo a sussultare, condividiamo il dolore con un altro così che possa aiutarci a superarlo e andare ancora più indietro e più a fondo… quando un particolare dolore o trauma, fisico o emotivo, viene affrontato con il suo stesso potere, e ne riconosciamo la Verità, esplode, e non ha più potere su di noi… e allo stesso tempo, qualsiasi blocco nella catena sopra di esso esplode anch’esso… e siamo quindi liberi di scavare più a fondo…

Come disse JC nel vangelo di Tommaso, suo fratello: “Gesù disse: Se tiri fuori ciò che è dentro di te, ciò che hai ti salverà. Se non tiri fuori ciò che è dentro di te, ciò che non tiri fuori [ti] ucciderà.” – Vangelo di Tommaso 70

È affrontando queste questioni per me stesso, e approfondendole e rendendole vere per me come le ho vissute nella mia vita, e come le ho viste nelle vite degli altri, che ho scritto e pubblicato sul web in questi ultimi mesi questa serie di pagine…
Afferrare “Quello”… 
Antica Saggezza – Un Punto di Partenza…
Qualcosa su cui riflettere …
L’Eliminazione del Sè-Egocentrico …

Ognuna di queste pagine mi dà qualcosa su cui riflettere per rivedere e guidarmi mentre continuo a cercare un giorno alla volta. Per lo stesso motivo, torno a tutti gli altri miei scritti, che sono il risultato di tutti gli anni di ricerca, per ricordarmi ciò che già so, per vedere se può essere migliorato o ampliato. Non sono mai in una posizione statica, esploro sempre, cerco sempre nuove guide “man mano che mi vengono in mente”, mentre Dio mi dà una spintarella… Vuole vedere le mie Impronte nella Sabbia accanto alle Sue e camminare insieme a Lui…

Ed ecco qua… Mizpah!!

Amore e Pace, Barefoot


ME

Io sono l’unico “me” che ho. Sono unico. Ci sono due parti principali di me. C’è il “me” interiore e il “me” esteriore.

Il “me” esteriore è ciò che vedi. Il modo in cui agisco, l’immagine che mostro, il mio aspetto e le cose che faccio.

Il “me” esteriore è molto importante. È il mio messaggero al mondo, e gran parte di esso è ciò che comunica con te.

Do valore a ciò che ho fatto, al mio aspetto e a ciò che condivido con te. Il “me” interiore conosce tutti i miei sentimenti, le mie idee segrete, le mie speranze e i miei sogni. A volte ti lascio vedere un po’ del “me” interiore, e a volte è una parte molto privata di me.

Anche se al mondo c’è un numero enorme di persone, nessuno è esattamente come “me”. Mi prendo la piena responsabilità di “me”, e più imparo a conoscermi, più responsabilità mi assumerò. Vedi, il mio “me” è la mia responsabilità.

Man mano che mi conosco sempre meglio, scopro che sono una persona a posto. Ho fatto cose buone nella vita perché sono una brava persona. Ho realizzato alcune cose perché sono capace. Conosco persone speciali perché valgo la pena di essere conosciuto. Celebro le tante cose che ho fatto per me stesso.

Ho anche commesso errori. Posso imparare da essi. Ho anche conosciuto persone che non mi apprezzavano. Non ho bisogno di tenerle nella mia vita. Ho sprecato del tempo prezioso. Ora posso fare nuove scelte.

Finché posso vedere, sentire, provare emozioni, pensare, cambiare, crescere e agire, ho grandi possibilità. E crescerò, amerò, esisterò e celebrerò.

NE VALGO LA PENA.

(Autore sconosciuto)


I Principi di AA

Onestà

1° Passo. Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all’alcol – che le nostre vite erano diventate ingovernabili.

Speranza

2° Passo. Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi avrebbe potuto restituirci la sanità mentale.

Fede

3° Passo. Abbiamo deciso di affidare la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come lo abbiamo concepito.

Coraggio

4° Passo. Abbiamo fatto un inventario morale approfondito e senza riserve di noi stessi.

Integrità

5° Passo. Abbiamo ammesso a Dio, a noi stessi e a un altro essere umano la natura esatta dei nostri torti.

Disponibilità

6° Passo. Siamo diventati completamente pronti a lasciare che Dio rimuovesse tutti questi difetti del carattere.

Umiltà

7° Passo. Umilmente gli abbiamo chiesto di rimuovere i nostri difetti.

Amore Fraterno

8° Passo. Abbiamo fatto una lista di tutte le persone che avevamo danneggiato e siamo diventati disposti a riparare nei loro confronti.

Giustizia

9° Passo. Abbiamo fatto ammenda diretta verso tali persone ogni volta che era possibile, eccetto quando farlo avrebbe danneggiato loro o altri.

Perseveranza

10° Passo. Abbiamo continuato a fare l’inventario personale e, quando avevamo torto, lo abbiamo ammesso prontamente.

Spiritualità

11° Passo. Abbiamo cercato, attraverso la preghiera e la meditazione, di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come lo abbiamo concepito, pregando solo per la conoscenza della Sua volontà per noi e la forza di compierla.

Servizio

12° Passo. Dopo aver avuto un risveglio spirituale come risultato di questi passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio agli altri, in particolare agli alcolisti, e di praticare questi principi in tutte le nostre azioni.


Perché un Dio Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente?

Sento la necessità, all’inizio di questa riflessione, di chiarire che l’unica concezione di un potere superiore di cui sono convinto – e che traggo dal libro della Genesi nell’Antico Testamento – è che esista un’intelligenza ordinatrice nell’universo, e che l’uomo sia stato creato da questa intelligenza a sua immagine. Noterete che non ho detto “Dio” né “Immagine”. Sappiamo bene come i traduttori abbiano offuscato e distorto il significato originale degli scribi, che ci è stato insegnato considerare “ispirati da Dio”. Per questo uso parole più moderne, che comprendiamo meglio.

Ho detto di essere convinto. Come ci sono arrivato? In cosa consiste questa convinzione?

Primo, attraverso il desiderio, senza dubbio instillato in me da bambino, quando ancora non ragionavo. Secondo, attraverso il bisogno, come membro di AA che desidera restare sobrio. Terzo, attraverso un ragionamento che, da adulto, trovo soddisfacente.

Sono certo che molti di noi abbiano attraversato un periodo in cui, pur non mettendo attivamente in dubbio l’esistenza di “Dio”, non la riconoscevamo neppure con convinzione. È quando iniziamo a chiederci perché esista o non esista che cominciamo a cercare risposte nella ragione e nella logica. È il fondamento stesso del punto “(c) Che Dio potrebbe e vorrebbe, se cercato” a pagina 60 del Grande Libro degli Alcolisti Anonimi.

Nella parte che segue userò spesso tre parole. Per chiarezza, e perché tutti le intendiamo allo stesso modo, ne riporterò le definizioni, in parte tratte dai dizionari Collier e Webster.

La prima è somiglianza“Lo stato o fatto di essere simili; analogia o corrispondenza”.
La seconda è contingente“Dipende dalla volontà di un agente libero, dunque è condizionato per la sua esistenza”.
L’ultima è essere“Esistenza; ciò che esiste, può esistere o essere concepito logicamente”.
Per quanto si potrebbe aggiungere, per il nostro scopo queste sono le definizioni che userò.

A prescindere da tutto ciò che è stato scritto sulla “creazione”, partiamo da qui. Immaginiamo prima un vuoto, un nulla assoluto, così vasto da non avere dimensioni né contenuto tangibile. Sconcertante, vero?

Ora consideriamo l’“essere” o esistenza come l’ha definito Webster. Ciò implica che un pensiero ha un suo essere. Poniamo allora un pensiero nel nostro vuoto. Non c’è ancora nulla di tangibile, ma possiamo percepire che qualcosa c’è, perché il pensiero è prodotto dall’intelligenza. Per inserire qualcosa nel vuoto, abbiamo stabilito un “primo qualcosa” necessario, un primo essere necessario. Ne consegue che questo essere necessario è indispensabile perché qualsiasi altra cosa esista.

Ora immaginiamo di mettere un “qualcosa” tangibile nel vuoto, qualsiasi cosa sia. Esiste, ma non è necessario: è contingente al pensiero, un essere contingente. A questo punto, il nostro vuoto – oggi, nella storia – è letteralmente pieno di esseri contingenti. Tutti gli elementi, i composti naturali e le soluzioni che ne derivano dipendono dall’unico essere necessario che li ha posti lì attraverso il pensiero. Per me, questo stabilisce l’esistenza di un’intelligenza ordinatrice, l’unico essere necessario, il “Potere Superiore” o “Dio”.

Che l’uomo sia stato creato a somiglianza, e sia egli stesso un essere contingente, è una conclusione logica. Quando parliamo gli uni degli altri, diciamo “questa persona”, “quella persona”, “quelle persone”, il che conferma una pluralità di esseri, nessuno dei quali è necessario all’altro, ma tutti contingenti e interdipendenti per formare una società o una famiglia – a sua volta un essere o cosa contingente. Allo stesso modo, parliamo di “questa argilla”, “quegli alberi”, “quel ferro”, tutti esseri contingenti ma incapaci di cambiare la loro natura per volontà propria in un altro essere contingente.

L’unico elemento aggiuntivo da considerare è la “somiglianza” in cui siamo creati. Applicando la porzione di intelligenza a noi assegnata in questa somiglianza, trasformiamo l’argilla in mattoni, gli alberi in legname, il ferro in acciaio – ognuno contingente alla “somiglianza” per la sua esistenza. Con questi tre esseri contingenti costruiamo un edificio, che a sua volta diventa un essere, non necessario ma contingente.

Questo mi convince riguardo alla nostra “somiglianza”: siamo dotati dell’intelligenza per riorganizzare e combinare tutti gli altri esseri contingenti in nuovi esseri contingenti, e conferma l’esistenza di un “Potere Superiore”, “Intelligenza Creativa” o “Dio” che ancora ispira la sua immagine.

Sono anche convinto che questo risponda alla domanda: “Se questo Dio, questo Potere Superiore, questa Intelligenza Creativa è Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente, può esistere un opposto?”.

Rafforza inoltre in me l’affermazione fatta tempo fa: “Questo universo, questo mondo, non è governato dalle regole inventate dall’uomo, ma da un potere che è in noi ma non viene da noi”, poiché tutto dipende dall’Unico Essere Necessario.

Amore e Pace,
Barefoot


Circa dodici anni fa, mentre rovistavo tra vecchie carte risalenti agli anni Cinquanta – penso al 1955 o ’56 – mi imbattetti in una poesia che scrissi per mio padre quando stava affrontando uno dei periodi più bui del suo alcolismo. Le cose, naturalmente, andavano di male in peggio. Papà era appena uscito dall’ospedale statale del Wyoming, dove era stato per disintossicarsi (non la prima volta), ed era venuto a vivere per un po’ con me e la mia prima moglie. Ovviamente non funzionò. Lui ed io ci ubriacammo insieme quasi subito, appena arrivato. Allora non sapevo di essere un alcolizzato, e non sapevo che lo fosse lui. Sapevo che aveva un problema, ma non capivo di che natura. Durante quel periodo, però, progettammo insieme alcuni strumenti per i pozzi petroliferi e li facemmo brevettare. Conservo ancora i disegni.

Poi tornò a casa sua, e le cose peggiorarono ulteriormente, com’era prevedibile: sul fronte della dipendenza, delle finanze, degli obiettivi. Tutto sembrava crollargli addosso. Mi scrisse una lettera a riguardo, e io gli risposi con questa poesia. La scrissi alla scrivania del mio tavolo da disegno alla Douglas Aircraft, su Ocean Park Boulevard a Santa Monica. Stavo progettando componenti per i DC-6A e DC-6B, quando mi misi a riflettere. Credo di averlo fatto per tutta la vita, senza rendermene conto. Non ci accorgiamo di quanto tempo passi a fare certe cose, di quanto a lungo abbiamo saputo la verità, e di quanto a lungo non siamo riusciti ad applicare le verità che conoscevamo. Cristo, ancora oggi, dopo tutti questi anni, faccio fatica. Comunque, per quel che vale, ecco la poesia che scrissi per papà. Il messaggio è: non mollare. Questo è il titolo.

Non Mollare

Quando tutto va storto, come a volte accade,
quando la strada che percorri sembra solo salita,
quando i soldi sono pochi e i debiti tanti,
quando vorresti sorridere ma ti tocca sospirare,
quando il peso ti schiaccia un poco,
riposati pure, ma non mollare.

La vita è strana, piena di curve e tornanti,
come a ognuno di noi capita di scoprire,
e molti si voltano indietro
proprio quando avrebbero potuto vincere, resistendo.
Non arrenderti, anche se il passo è lento,
potresti farcela con un altro tentativo.

Spesso la meta è più vicina
di quanto sembri a chi vacilla,
spesso chi lotta ha già gettato la spugna
quando ormai poteva alzare la coppa del vincitore,
e ha capito troppo tardi, al calar della notte,
quanto fosse vicino alla corona d’oro.

Il successo è un fallimento rivoltato,
è il riflesso argenteo tra le nubi del dubbio,
e non puoi mai sapere quanto sei vicino,
perché a volte è a un passo quando sembra lontano.
Perciò resisti alla battaglia quando più fa male,
è quando tutto sembra perduto che non devi mollare.

Era il 1955 o ’56. Cristo, quante volte non sono riuscito a seguire quel consiglio? Quante volte ho mollato, sono scappato, ho rinunciato? Quante volte avrei potuto ascoltare le mie stesse parole, il mio stesso suggerimento? Quante volte ho voltato le spalle a ciò che sapevo essere giusto? Quante? Perché non sapevo come essere fedele a me stesso. Semplicemente, non sapevo come fare. Non ho neppure iniziato a impararlo fino al mio ingresso in AA nel 1974, e ancora oggi, dopo 26 lunghi anni di sobrietà da alcolizzato, ho difficoltà e continuo a imparare. Ma col tempo, miglioro. Mia madre conserva ancora la lettera originale che mandai a papà. La spedì a nonna Perry, che faceva parte delle Soroptimist, e pare che lì sia stata pubblicata. Io ne ho una copia in una scatola di carte ammucchiata nel solaio del fienile di mio fratello.

Papà se n’è andato da circa diciotto anni, e mi manca ancora. Mi ha insegnato così tanto, dandomi una spinta enorme nel programma. Morì sobrio, dopo tredici anni puliti. Buonanotte, vecchio mio, e grazie. Forse non hai mai capito quanto hai significato per me, ma io lo so. Grazie ancora.

Amore e pace,
Barefoot


LIBERTÀ!!

Libertà!! – che parola preziosa. Ci ho messo una vita intera solo per cominciare a capirne il significato. Queste riflessioni le ho tratte da molte fonti, e da quella voce quieta e sommessa dentro di me. La definizione migliore l’ho trovata nella canzone Me and Bobby McGee“Libertà non è altro che non avere più niente da perdere”.

Quasi tutta la società, il cosiddetto mondo civilizzato, l’ha definita in termini di “Noi-Loro”. NOI siamo quelli dalla parte GIUSTA, e LORO quelli dalla parte SBAGLIATA, LORO che ci negano ciò che NOI vogliamo. Entrambi i lati di questa equazione sono in errore, sia noi che loro soggetti alla stessa malattia, triplice nella natura, che io chiamo le Tre Grandi A: AUTOPIETISMO, AUTORETTITUDINE e AUTOBALLE (Piangersi addosso, credersi santi e raccontarsi cazzate.).

Vedo la stessa equazione all’opera tra minoranze e maggioranze, nazionalità, religioni, non-religioni, nazioni, in qualsiasi gruppo di persone che si unisce per una causa comune per rivendicare un torto, vedendo sempre che la colpa è di qualcun altro, mai di se stessi.

Lo vedo in molti gruppi che si proclamano cristiani (o qualsiasi altro gruppo religioso, cioè qualsiasi gruppo con un sistema dogmatico che proclama che la loro via è l’UNICA VIA), che proclamano la loro rettitudine davanti a DIO, mentre i loro avversari fanno lo stesso. Quello che succede davvero è che i loro EGO hanno dimenticato chi e cosa li ha creati e per quale scopo, e stanno cercando di ricrearsi da soli. Questa è una situazione “diabolica”, e non lo dico per scherzo. È letteralmente ciò che crea l’INFERNO, in un mondo diventato spiritualmente cieco.

C’è un solo cammino verso la vera Libertà, la Libertà da SE STESSI, la Pace con il proprio Sé, con i propri simili e con il proprio DIO. Quel cammino passa attraverso l’eliminazione dell’EGO e l’acquisizione della VERA UMILTÀ davanti allo Spirito dell’Universo, Dio come ognuno può intenderlo. Usiamo molti simboli diversi per questo Spirito Universale: Gesù Cristo, Allah, Yahweh, Jehovah, Elohim, Grande Padre, Padre/Madre/Dio, Grande Spirito, Il Creatore, ecc. ecc., tutti uguali, tutti un richiamo al nostro sé interiore più elevato per “Cercare prima il Regno di Dio dentro di noi”.

Da uno sciamano nativo americano ho imparato una grande verità. Quando gli ho chiesto del modo nativo di cercare il Risveglio Spirituale, mi ha risposto: “Figlio mio, ci sono molti sentieri per arrivare in cima alla montagna, ma tutti portano allo stesso posto. Devi cercare il tuo”.

Prima di iniziare a cercare il mio cammino, nella mia visione ubriaca e mondana, ero fortemente limitato in ciò che potevo fare. Da soli, possiamo fare poco o niente, se non annegare la desolazione e la frustrazione della vita. Un uomo senza potere, come lo ero io, è nulla. Ma con il POTERE, TUTTO È POSSIBILE. Quel POTERE, ovviamente, è il POTERE SPIRITUALE… l’uomo ha bisogno di potere, tanto, per sopravvivere. Questo significa entrare in contatto con la FONTE del potere… così che ogni atto diventi un atto spirituale, ogni giorno un giorno spirituale. È così che arriviamo a vivere una VITA COMPLETAMENTE SPIRITUALE, FELICE, GIOIOSA e LIBERA.

Attraverso la pratica della nostra Fede, arriviamo a realizzare pienamente che il mondo visibile è solo una parte di un più grande mondo spirituale, e che il mondo spirituale e quello visibile sono un’unica realtà.

Personalmente, chiamo il mio Dio “Charlie”, e sembra che a Lui piaccia quel nome come qualsiasi altro, purché io parli con Lui regolarmente, cerchi di fare la Sua volontà, ascolti e obbedisca ai Suoi insegnamenti, riconoscendo e accettando la Sua Realtà così come Egli me la presenta. È diventato il mio migliore amorevole amico, e io cerco di essere il Suo.

Dobbiamo tutti arrivare a realizzare dentro di noi la Verità Spirituale (non necessariamente, aggiungo, la verità religiosa), la verità che TUTTI noi siamo FIGLI DI DIO, sia individualmente che collettivamente, ereditando ugualmente dal Padre gli stessi diritti e responsabilità verso di Lui e verso gli altri. Quel diritto e quella responsabilità è AMARE gli altri come AMIAMO noi stessi. Dobbiamo capire che siamo creati per il SUO scopo, che LUI ha per SE STESSO nelle nostre vite e NOI e LORO nella SUA VITA. Dobbiamo capire che nulla, assolutamente nulla, accade nell’Universo di DIO per caso, che tutto è un’opportunità per la Crescita Spirituale. Queste opportunità sono date a TUTTI noi per fare ciò che scegliamo, perché senza questo amorevole Dono della Scelta non potremmo distinguere la Luce dalle Tenebre, il Giusto dallo Sbagliato, l’Amore dall’Odio. Questa, ovviamente, è una cosa individuale, il fare scelte. Solo “IO” posso arrivare alla Pace, solo “IO” posso cercare dentro di me per trovare il Regno di Dio, solo “IO” posso CONOSCERE DIO. Ed è all’”IO” di ognuno di noi che mi appello, perché ognuno possa conoscere la Pace che supera ogni comprensione, la Perla di Grande Valore, la Pace della Mente, perché senza questa cosa siamo come nulla e in totale ribellione con il nostro CREATORE.

Ognuno di noi deve affrontare a modo suo la prima verità spirituale: “Come un uomo pensa, così è per lui”, che “Pensare è Creare”, e “Come penso, così si manifesta nella mia vita”. Devo accettare la responsabilità dei miei pensieri, tutti, compresi i risultati delle mie scelte sbagliate basate sull’ego.

Ho osservato molte persone nel corso degli anni, di ogni credo religioso e non, che hanno proclamato al mondo la loro rettitudine perché “Conoscono Dio nelle loro vite”. Quando ho chiesto loro come lo SAPEVANO, ho trovato solo UNA risposta legittima: “TI AMO COME AMO ME STESSO”.

Questa parola AMORE è stata definita in molti modi, ma la migliore che abbia mai sentito è: “Interesse sincero e preoccupazione per un altro essere, senza legami emotivi appiccicosi o secondi fini, semplicemente INTERESSE SINCERO E PREOCCUPAZIONE, punto. Tutti i “SE SOLO” sono spariti. L’AMORE è una parola d’azione. È qualcosa che faccio, non necessariamente qualcosa che sento. È il modo e il lavoro che faccio nel trattare e interagire con i miei simili.

Devo qui ripetere la saggezza di uno dei miei maestri: “Quando sai di avere ragione e LO SAI, è dannatamente difficile capire che hai torto. Finché credi di sapere, non saprai mai, ma quando inizi a capire che non sai, guadagnerai comprensione e ne godrai.” Gli dissi che era pazzo quando lo disse. Lui rispose: “Lo so”, con un meraviglioso sorriso amorevole sul viso e una risata gioiosa nella voce.

Finché nutro il mio ego con la mia “Rettitudine”, non ho LIBERTÀ, ma quando do TUTTO al MIO CREATORE, guadagno LIBERTÀ DA ME STESSO, la vera LIBERTÀ di AMARTI COME ME STESSO, perché in realtà siamo tutti UNO. Vedi, non ho più niente da perdere, ho dato tutto a LUI/LEI/ESSO?, e nulla, assolutamente nulla può minacciare la mia LIBERTÀ, a meno che io stesso (il mio piccolo ego) scelga di proclamare di nuovo la mia rettitudine.

Abbiamo avuto molti individui in passato che ci hanno mostrato il vero cammino, guidandoci con il loro esempio. Hanno mantenuto i principi etici, morali e spirituali della Libertà, senza mai confondere il loro Vero Sé con l’ego, con i loro desideri mondani. Nella loro Umiltà davanti al Creatore, hanno mantenuto questi principi, fino alla morte. Sono stati i veri difensori della Verità, anche se la Verità non ha bisogno di difesa. Hanno saputo che “Niente di reale può essere minacciato, Niente di irreale esiste, Qui giace la Pace di Dio.” La Verità è che “Questo mondo non è governato dalle regole e leggi che l’uomo inventa. È governato da un potere che è in noi ma non viene da noi”. Dopo tutto, cosa può prevalere contro la volontà di Dio?

Amore e Pace,
Barefoot


Ho ricevuto questa lista di acronimi di AA da Bernie R., non so da dove li abbia presi

AA = Absolute Abstinence
AA = Astinenza Assoluta

AA = Adventurers Anonymous
AA = Avventurieri Anonimi

AA = Altered Attitudes
AA = Attitudini Modificate

AA = Altruistic action
AA = Azione Altruistica

AA = Attitude Adjustment
AA = Aggiustamento di Atteggiamento

ABC = Acceptance, Belief, Change
ABC = Accettazione, Credenza, Cambiamento

ABC = Ashtrays, Broom, Coffee
ABC = Portacenere, Scopa, Caffè

ABC = Ashtrays, Broom, Chairs
ABC = Portacenere, Scopa, Sedie

ACTION = Any Change Toward Improving One’s Nature
ACTION = Ogni Cambiamento Verso il Miglioramento della Propria Natura

ALCOHOLICS = A Life Centered On Helping Others Live In Complete Sobriety
ALCOHOLICS = Una Vita Centrata sull’Aiutare gli Altri a Vivere in Sobrietà Completa

ANONYMOUS = Actions Not Our Names Yield Maintenance Of Unity and Service
ANONYMOUS = Azioni, Non i Nostri Nomi, Garantiscono Mantenimento di Unità e Servizio

ASK = Ass-Saving Kit
ASK = Kit per Salvare il Culo

BAR = Beware Alcohol, Run
BAR = Bada All’Alcol, Scappa

BAR = Beware Alcoholic Ruin
BAR = Bada Alla Rovina Alcolica

BIG BOOK = Believing In God Beats Our Old Knowledge
BIG BOOK = Credere in Dio Batte la Nostra Vecchia Conoscenza

DEAD = Drinking Ends All Dreams
DEAD = Bere Termina Tutti i Sogni

DENIAL = Don’t Even Notice I Am Lying
DENIAL = Non Notare Nemmeno che Sto Mentendo

DETACH = Don’t Even Think About Changing Him/Her
DETACH = Non Pensare Nemmeno di Cambiare Lui/Lei

DUES = Desperately Using Everything but Sobriety
DUES = Usare Disperatamente Tutto Tranne la Sobrietà

EGO = Easing God Out
EGO = Escludere Gradualmente Dio

EGO = Edging God Out
EGO = Spingere Dio Fuori

FAILURE = Fearful, Arrogant, Insecure, Lonely, Uncertain, Resentful, Empty
FAILURE = Pauroso, Arrogante, Insicuro, Solo, Incerto, Rancoroso, Vuoto

FAITH = Fear Ain’t In This House
FAITH = La Paura Non È in Questa Casa

FEAR = Few Ever Arrive Rejoicing
FEAR = Pochi Arrivano Gioiosi

FEAR = Failure Expected And Received
FEAR = Fallimento Previsto e Ricevuto

FEAR = False Evidence Appearing Real
FEAR = False Prove che Appaiono Reali

FEAR = False Expectations Appearing Real
FEAR = False Aspettative che Appaiono Reali

FEAR = Fear Expressed Allows Relief
FEAR = La Paura Espressa Permette Sollievo

FEAR = Feelings Every Alcoholic Rejects
FEAR = Sentimenti che Ogni Alcolista Rifiuta

FEAR = Fighting Ego Against Reality
FEAR = Combattere l’Ego Contro la Realtà

FEAR = Forget Everything and Run (polite version)
FEAR = Dimentica Tutto e Scappa (versione educata)

FEAR = Fuck Everything and Run! (not recommended–it’s what we used to do)
FEAR = Fanculo Tutto e Scappa! (non raccomandato—è quello che facevamo noi)

FEAR = Face Everything and Recover! (definitely recommended)
FEAR = Affronta Tutto e Guarisci! (decisamente raccomandato)

FEAR = Forgetting Everything’s All Right (not really!)
FEAR = Dimenticare che Va Tutto Bene (non proprio!)

FEAR = Frantic Effort to Appear Real
FEAR = Sforzo Frenetico per Apparire Reale

FEAR = Frantic Efforts to Appear Recovered
FEAR = Sforzi Frenetici per Apparire Guarito

FINE = Faithful, Involved, kNowledgeable and Experienced
FINE = Fedele, Coinvolto, Consapevole ed Esperto

FINE = Feeling Insecure, Numb and Empty
FINE = Sentirsi Insicuro, Intorpidito e Vuoto

FINE = Frantic, Insane, Nuts and Egotistical
FINE = Frenetico, Folle, Pazzo ed Egocentrico

FINE = Freaked out, Insecure, Neurotic and Emotional
FINE = In preda al Panico, Insicuro, Nevrotico ed Emotivo

FINE = Frustrated, Insecure, Neurotic and Emotional
FINE = Frustrato, Insicuro, Nevrotico ed Emotivo

FINE = F–cked, Insecure, Neurotic and Emotional
FINE = Fottuto, Insicuro, Nevrotico ed Emotivo

GAYS = Go Ask Your Sponsor
GAYS = Vai a Chiedere al Tuo Sponsor

GIFT = God Is Forever There
GIFT = Dio È Sempre Presente

GOD = Good Orderly Direction
GOD = Buona Direzione Ordinata

GOD = Group of Drunks
GOD = Gruppo di Ubriachi

GOYA = Get Off Your Ass
GOYA = Smuovi il Culo

GUT = God’s Undeniable Truths
GUT = Verità Innegabili di Dio

HALT = Honestly, Actively, Lovingly Tolerant
HALT = Onestamente, Attivamente, Amorevolmente Tollerante

HALT = Hope, Acceptance, Love and Tolerance
HALT = Speranza, Accettazione, Amore e Tolleranza

HALT = Hungry, Angry, Lonely, Tired: Fix these situations before you make any decisions.
HALT = Affamato, Arrabbiato, Solo, Stanco: Risolvi queste situazioni prima di prendere decisioni.

HALT = Horny, Arrogant, Lazy and Tragic: if you’re any one of these, get to a meeting!
HALT = Arrapato, Arrogante, Pigro e Tragico: se sei una di queste cose, vai a una riunione!

HALTS = Hungry, Angry, Lonely, Tired and Stupid
HALTS = Affamato, Arrabbiato, Solo, Stanco e Stupido

HALTS FEAR = Hope, Acceptance, Love and Tolerance Stops Forgetting that Everything’s All Right
HALTS FEAR = Speranza, Accettazione, Amore e Tolleranza Fermano il Dimenticare che Va Tutto Bene

HELP = His Ever Loving Presence
HELP = La Sua Eterna Presenza Amorevole

HELP = Her Ever Loving Presence
HELP = La Sua Eterna Presenza Amorevole

HELP = Hope, Encouragement, Love and Patience
HELP = Speranza, Incoraggiamento, Amore e Pazienza

HOPE = Happy Our Program Exists
HOPE = Felici che il Nostro Programma Esista

HOPE = Hearing Other Peoples’ Experience
HOPE = Ascoltare le Esperienze degli Altri

HOPE = Hang On! Peace Exists…
HOPE = Resisti! La Pace Esiste…

HOW = Honesty, Open-mindedness, Willingness: that’s how we do it
HOW = Onestà, Mente Aperta, Volontà: ecco come lo facciamo

HOW = Honest, Open-minded and Willing
HOW = Onesto, dalla Mente Aperta e Volenteroso

ISM = I, Self, Me
ISM = Io, Me Stesso, Me

ISM = Incredibly Short Memory
ISM = Memoria Incredibilmente Corta

ISM = InSide Me
ISM = Dentro di Me

ISM = I Sabotage Myself
ISM = Mi Autosaboto

KISS = Keep It Simple, Stupid
KISS = Tienilo Semplice, Stupido

KISS = Keep It Simple, Sugar
KISS = Tienilo Semplice, Dolcezza

KISS = Keep It Simple, Sweetheart
KISS = Tienilo Semplice, Tesoro

KISS = Keeping It Simple, Spiritually
KISS = Mantenendolo Semplice, Spiritualmente

MMM = Meetings, Meditation and Masturbation (recommended for the first year)
MMM = Riunioni, Meditazione e Masturbazione (consigliato per il primo anno)

NUTS = Not Using The Steps
NUTS = Non Usare i Passi

OUR = Openly Using Recovery
OUR = Aperto Utilizzo della Guarigione

PACE = Positive Attitudes Change Everything
PACE = Atteggiamenti Positivi Cambiano Tutto

PAID = Pitiful And Incomprehensible Demoralization
PAID = Pietosa e Incomprensibile Demoralizzazione

PMS = Poor Me Syndrome
PMS = Sindrome del Povero Me

PMS = Pour More Scotch
PMS = Versa Altro Whisky

PROGRAM = People Relying on God Relaying a Message
PROGRAM = Persone che Contano su Dio per Trasmettere un Messaggio

RELATIONSHIP = Real Exciting Love Affair Turns Into Outrageous Nightmare, Sobriety Hangs In Peril
RELATIONSHIP = Una Storia d’Amore Eccitante Diventa un Incubo Assurdo, la Sobrietà è in Pericolo

RID = Restless, Irritable and Discontented
RID = Irrequieto, Irritabile e Insoddisfatto

SLIP = Sobriety Loses Its Priority
SLIP = La Sobrietà Perde la sua Priorità

SOB = Sober Old Bag
SOB = Vecchia Zitella Sobria

SOB = Sober Old Bastard
SOB = Vecchio Bastardo Sobrio

SOB = Sober Old Biker
SOB = Vecchio Motociclista Sobrio

SOB = Sober Old Bitch
SOB = Vecchia Stronza Sobria

SOBER = Son Of A Bitch, Everything’s Real
SOBER = Figlio di Puttana, Tutto è Reale

SPONSOR = Sober Person Offering Newcomers Suggestions On Recovery
SPONSOR = Persona Sobria che Offre Suggerimenti ai Nuovi Arrivati sulla Guarigione

STEPS = Solutions To Every Problem in Sobriety
STEPS = Soluzioni a Ogni Problema nella Sobrietà

STEPS = Solutions To Every Problem, Sober
STEPS = Soluzioni a Ogni Problema, Sobrio

STOP = Sicker Than Other People
STOP = Più Malato degli Altri

TIME = Things I Must Earn
TIME = Cose che Devo Guadagnare

WILLING = When I Live Life, I Need God
WILLING = Quando Vivo la Vita, Ho Bisogno di Dio

YET = You’re Eligible Too
YET = Anche Tu Sei Idoneo


Sensibilità

Questa mattina, una giornata fredda e nuvolosa, il 20 dicembre 1996, sono uscito per salire sul camion e andare al ranch a macellare un montone. Non era qualcosa che volessi fare, ma doveva essere fatto. Mia madre ha bisogno di carne per l’inverno e le piace il montone, specialmente con curry e riso o in polpette agrodolci. Alla fine di questa lettera aggiungerò la sua ricetta. Sono incredibilmente buone. Soprattutto ai potluck degli Alkathon e altri raduni degli AA.

Io e Justin, mio pronipote, abbiamo ringraziato nostro fratello per il dono della sua vita e la sua generosità nel donarsi, affinché nostra madre potesse stare bene quest’inverno. Justin è il nipote di mia sorella Nancy. Nancy morì a 24 anni per complicazioni legate all’alcolismo, quando il padre di Justin ne aveva 3.

Un fiocco di neve è atterrato sul dorso della mia mano mentre afferravo la maniglia del camion, e ha riavviato in me un intero treno di pensieri: quanto meravigliosamente, quanto gloriosamente sensibile è stato plasmato questo essere umano dal nostro Potere Superiore.

Mi sono reso conto che potevo sentire, anche con la pressione più lieve, l’impronta del pedale dell’acceleratore persino attraverso la suola degli stivali da neve che indossavo. E poi ho preso coscienza di molte altre sensazioni.

È incredibile quanto sensibili (e forti e resilienti) siamo stati creati.

Il mio senso del tatto può percepire un fiocco di neve, un milionesimo di grammo di pressione, l’atterraggio di una zanzara, il tocco della brezza più lieve, la morbidezza della pelle di un bambino, la carezza più gentile, differenze di temperatura di frazioni minime di grado, eppure è capace di entrare in un forno a 600 gradi e respirare quell’aria, sopportare calore estremo, pressione e dolore…

Il mio udito un tempo distingueva un sussurro dall’altro lato della strada, sentiva cadere un ago di pino nella foresta, il passo di un cervo a cento metri di distanza, il respiro tranquillo di un bambino nella stanza accanto, i mormorii e le intonazioni dell’amore, differenze tra suoni di un solo ciclo di frequenza, eppure può sopportare rumori con la potenza di far crollare muri e oggetti meno resilienti di noi…

Il mio gusto che ricorda ancora la dolcezza delle labbra della mia bambina, ora donna sposata, che riconosce e apprezza il sapore di infinite sostanze presenti in concentrazioni di una parte per milione, eppure è forte, capace di gustare un caffè bollente o il morso di un jalapeño…

L’olfatto, altrettanto meraviglioso, percepisce odori consciamente e inconsciamente, anche a concentrazioni di una parte per miliardo: il profumo di una rosa, l’erba dolce della prateria, il sentore dei pini e delle cipolle selvatiche, il muschio di un alce in amore lontano nel bosco, e ovviamente quei “feromoni” che uniscono gli amanti. Eppure resiste a ondate di sostanze maleodoranti…

La vista distingue milioni di colori, percepisce la luce dall’inizio dell’universo, vede il vapore della nebbia, lo splendore dell’arcobaleno, le onde di calore in una giornata d’estate e la delicatezza di quel fiocco di neve sulla mia mano, i minimi dettagli del volto di chi amo, il bagliore del sole e l’oscurità della notte più nera. Sì, anche lei è forte (sebbene non più acuta come quando ero giovane)…

Il senso del tempo, donato da quel computer meraviglioso dentro ogni uomo e donna, che ha coordinato, immagazzinato e ordinato ogni percezione di una vita, capace di rievocare ogni evento e sensazione vissuta. Può essere un attimo fugace o dilatarsi a piacere, reagire al pericolo in meno di un battito cardiaco o indugiare in tutte le sensazioni concesse, che mi dice quando dormire e quando alzarmi. Anche lui è forte, capace di contrarsi ed espandersi, visitare il passato nel ricordo, sempre nel qui e ora, proteso verso il futuro…

Il senso dell’essere è la somma di tutto questo, il mio senso del giusto e sbagliato, donato da quell’ineffabile Spirito della Creazione, e la mia anima… Anche lei è sensibile. E Forte.

John l’Indiano dice di sé, e credo valga per ogni alcolista: “Sono una persona molto sensibile, mi ferisco facilmente e sopporto male il dolore.”

Le nostre sensibilità ci sono state donate dall’amore del Creatore, per proteggerci dai pericoli, illuminare e arricchire le nostre vite, darci quelle sensazioni chiamate emozioni, percepire dolori, gioie, pensieri e sentimenti dei nostri fratelli ovunque, condividere la bellezza della sua creazione, farci sperimentare il suo amore…

A volte non apprezziamo questi doni, fraintendendo, manipolando, travisando il messaggio che il Creatore ci manda attraverso i sensi per darci felicità, gioia, consapevolezza e libertà…

Sì, sono una persona molto sensibile, ma ora che comprendo i doni del mio Potere Superiore, posso essere molto forte, sopportare tutto senza autodistruggermi… senza bere per nascondermi dalla mia sensibilità. Lui ha guarito l’errore delle mie percezioni…

È solo la sua forza, la sua dolcezza e il suo amore a darmi queste sensibilità e questa forza…

Sì, sono benedetto dalla sensibilità, mi è stata donata per tutta la vita…

Oggi sono un alcolista sensibile e profondamente grato.

Amore e Pace,
Barefoot


Ecco un quadro, “Mamma e Nancy – 1939 – L’ora della pappa”, che parlerà alla tua sensibilità. Nancy era una persona bellissima, prima che alcol e pillole facessero il loro corso.

Si trova nella pagina dei dipinti di Nonna Hardison


Polpette agrodolci della nonna Hardison

1 bustina di mix per zuppa di cipolle (o mezza tazza di zuppa di cipolle già pronta)
Mezza tazza d’acqua (se usi il mix)
2 uova
1 chilo di carne macinata (manzo, montone, alce o cervo – io preferisco l’alce)

1 barattolo da 900 g di crauti, scolati
1 barattolo da 230 g di salsa di mirtilli rossi interi
3/4 di tazza di salsa chili
3/4 di tazza d’acqua
1/3 di tazza di zucchero di canna, ben pressato

Mescola il mix per zuppa di cipolle con mezza tazza d’acqua.
Sbatti le uova con una forchetta e uniscile al composto.
Aggiungi la carne e amalgama bene.
Forma circa 30 polpette.
Rosolale in padella.

In una ciotola, combina i crauti, la salsa di mirtilli, la salsa chili, 3/4 di tazza d’acqua e lo zucchero di canna.
Versa metà del composto in una pirofila da 23x33x5 cm.
Disponi le polpette sopra i crauti.
Ricopri con il resto del composto.
Copri con carta stagnola.

Inforna a 160° per 20 minuti, poi togli la stagnola e cuoci per altri 20 minuti.
Condisci con spezie cajun a piacere.

Buone Feste a tutti.

Amore, Pace e Buon Appetito,
Barefoot


IERI… OGGI E DOMANI

Ci sono due giorni alla settimana di cui non dovremmo preoccuparci, due giorni che dovremmo tenere liberi dalla paura e dall’ansia.

Uno di questi è IERI, con i suoi errori e le sue preoccupazioni, i suoi sbagli e le sue sviste, i suoi dolori e le sue ferite. IERI è ormai passato per sempre, fuori dal nostro controllo.

Tutto l’oro del mondo non può riportare indietro IERI. Non possiamo cancellare un singolo gesto compiuto, né una sola parola pronunciata. IERI se n’è andato.

L’altro giorno di cui non dovremmo preoccuparci è DOMANI, con le sue possibili avversità, i suoi pesi, le sue grandi promesse e le sue scarse certezze. Anche DOMANI è al di là del nostro controllo immediato.

Il sole di DOMANI sorgerà, che sia nello splendore o dietro una cortiglia di nuvole — ma sorgerà. E finché non lo fa, DOMANI non ci appartiene, perché è ancora un nascituro.

Così ci rimane un solo giorno — OGGI — e chiunque può combattere le battaglie di un solo giorno. È solo quando tu ed io aggiungiamo il peso di quei due terribili eterni — IERI e DOMANI — che crolliamo.

Non è l’esperienza di OGGI a mandare gli uomini alla follia, ma il rimorso o l’amarezza per ciò che è accaduto IERI, e il terrore di ciò che DOMANI potrebbe portare.


Viviamo dunque un solo giorno alla volta.

Non sono l’uomo che VOGLIO essere,
né quello che DOVREI essere,
ma per Grazia di DIO – – – 
non sono più l’uomo che ERO!

Anonimo


Allora, stai pensando di bere…

Allora, stai pensando di bere…
Ma ora che ci abbiamo pensato, visto che abbiamo già ammesso di essere pazzi nel secondo passo, in realtà non ci importa un accidente di quello che pensiamo, sentiamo o crediamo – perché tutti quei pensieri, sentimenti e convinzioni sono folli… l’unica cosa che conta da qui in avanti è quello che facciamo… Se non beviamo, non ci ubriachiamo e non sprofondiamo ancora di più nella follia… Se facciamo quello che ci viene detto di fare, abbiamo una possibilità di restare vivi e di guarire da quello che sembrava uno stato senza speranza per la mente e il corpo…

A me è successo così: la mia testa mi stava martellando forte, ho chiamato il mio sponsor (avevo imparato a comporre il numero), ho vomitato fuori tutto quello che lo sciame di api nella mia testa mi stava dicendo, e prima ancora di tirare un altro respiro ho detto: “Ho voglia di ubriacarmi.” Lui ha detto: “Ok”, e ha riattaccato… MI HA FATTO INCazzARE!!! Sono diventato così dannatamente furioso con lui che mi sono dimenticato completamente di bere, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era arrivare alla riunione quella sera e dirgli che era un figlio di puttana, e l’ho fatto… alla grande. (Non gli è importato un accidente che fossi arrabbiato con lui.)

Mi ha solo guardato di traverso e ha detto: “Be’, hai imparato qualcosa?” Eh?!

“Hai imparato, magari, che va bene avere voglia di bere se poi non lo fai, che va bene essere incazzato se non bevi. Sei ubriaco adesso?”

No, sponsor, non sono ubriaco…

“Sei ancora vivo?” Sì, sponsor, sono ancora vivo…

“Allora qual è il problema, porca puttana?”

Oh, ok…

“Dannazione, quante volte devo dirtelo che non ci importa un cazzo di quello che pensi, senti o credi, l’unica cosa che conta è quello che fai… e che la risposta a tutti i tuoi problemi è nel libro, nei passi e nella fratellanza, se solo farai per la prima volta nella tua vita quello che ti viene detto di fare.”

Oh, ok, sponsor… Credo che farò meglio a darmi da fare con i passi…

“Sì, e nel tuo caso prima è, meglio è.”

Oh, ok, quindi tutto quello che stavo facendo era pensare di bere ed è una cosa da pazzi…

“Già, è la tua malattia che ti parla.”

Grazie, sponsor, ora mi sento molto meglio, era solo il mio pensiero malato…

“Già.”

Oh, ok, vuoi una tazza di caffè?

“Credo di sì.”

Ci vediamo alla riunione domani mattina?

“Già, ci vediamo lì…”

Amore e Pace, Barefoot


Ecco alcuni pensieri che mi sono venuti in mente riguardo alla Preghiera della Serenità, durante il mio ritorno dall’Alaska e dallo Yukon, mentre percorrevo in moto le maestose Montagne Rocciose canadesi lungo l’Icefields Highway, da Jasper alle Radium Hot Springs, tra Alberta e British Columbia. Ho sentito il bisogno di metterli per iscritto… per leggerli e assaporarne il significato… per condividerli con voi…

Dio, concedimi la Serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il Coraggio di cambiare quelle che posso,
e la Saggezza per conoscere la differenza.

Molti non comprendono il significato di questa preghiera e, di conseguenza, rimangono in un limbo di confusione costante mentre continuano a combattere le condizioni della vita.

Esaminiamo questa meravigliosa Preghiera di Supplica al Potere Superiore, che parla a tutti gli esseri umani dal profondo del loro essere…

Dio… Un nome e un concetto di questo Potere Superiore, che la maggior parte delle persone erroneamente concepisce come esterno a sé, separato e alieno, una sorta di “Babbo Natale” divino che dovrebbe realizzare i loro sogni, desideri e capricci, far sì che le condizioni della vita si conformino alle loro aspettative e alla loro idea di “correttezza religiosa”… Mi spiace, ma non funziona così. Il nostro Libro Blu, a pagina 55, stabilisce le condizioni e il luogo del nostro rapporto e della comprensione che dobbiamo acquisire del “nostro” Potere Superiore…

“Alla fine abbiamo capito che la fede in una qualche forma di Dio era parte del nostro essere, proprio come il sentimento che proviamo per un amico. [Ma di un amico molto più grande, perché in realtà è il nostro vero Sé, il nostro Sé autentico.] A volte dovevamo cercare senza paura, ma Lui era lì. Era un fatto tanto reale quanto noi stessi. Abbiamo trovato la Grande Realtà nel profondo di noi stessi. In ultima analisi, è solo lì che può essere trovato. È stato così per noi. Non siamo maiseparati da Dio. La separazione da Dio è solo un’illusione che abbiamo creato.

Concedi… Assicurarmi (nel suo significato originario) una consapevolezza dell’ordine dell’eternità di Dio, una condizione preziosa che guadagniamo attraverso i nostri sforzi nell’applicare i 12 Passi di Alcolisti Anonimi alla nostra vita, non un “dono immeritato” come sentiamo dire così spesso durante gli incontri.

mi… L’Io Sono, il vero Sé, quella parte di noi che sa di esistere, in ogni istante.

Serenità… Un’altra parola fraintesa, che molti interpretano come una condizione di quiete, calma, tranquillità, indisturbata dalle circostanze della vita. In realtà, significa Presenza mentale nel Qui e Ora, osservare la Realtà di qualsiasi condizione o circostanza si stia verificando… Senza combattere la Realtà con illusioni su come le cose dovrebbero o non dovrebbero essere.

Di accettare… Riconoscere la Verità della Realtà, accogliere ciò che ci viene offerto o dato, ricevere con disponibilità… Come ci viene data la Vita, un momento, una condizione, una circostanza, un avvenimento alla volta… La Vita di Dio per i Figli di Dio deve essere un accadimento. Non può essere altrimenti.

Le cose che non posso cambiare… La Realtà, punto. La Realtà non può essere cambiata. Semplicemente è. E nessun contorsionismo mentale o creazione di illusioni la modificherà. La Verità è la Verità e non ha bisogno di difese. L’unica cosa che noi umani possiamo fare con la Realtà è cambiare il nostro punto di vista, la nostra prospettiva. La Realtà stessa rimarrà immutata.

Coraggio… La capacità di prendere le Decisioni Responsabili Necessarie e agire per FARE ciò che sappiamo già di dover fare, nonostante gli esiti e le conseguenze siano sconosciuti… La nostra Vita è determinata dalle decisioni e dalle azioni che intraprendiamo e dai pensieri che nutriamo, non da altre forze. Dobbiamo sempre vivere con le conseguenze delle nostre decisioni o della nostra indecisione. La Vita non può essere vissuta in altro modo.

Di cambiare le cose che posso… L’unica cosa che possiamo cambiare è la nostra prospettiva mentre osserviamo la Realtà, imparando a prendere Decisioni più Responsabili, vivendo in modo da migliorare il nostro pensiero momento dopo momento.

E la Saggezza per conoscere la differenza… La Saggezza, una qualità acquisita attraverso l’esperienza di vita, un riconoscimento e un ricordo di ciò che coincide o non coincide con la Realtà, di ciò che funziona o non funziona, di ciò che è vero, onesto… perché questo è il significato di Verità: Rigorosamente Onesto.

Si dice che l’educazione di un uomo saggio verso la comprensione del proprio universo e della propria realtà (e in una certa misura anche della tua) includa tutta la follia che può permettersi. Solo nella misura in cui può permettersela, sarà in grado di ridere di se stesso. Se abbraccia più follia di quanto possa permettersi, piangerà.

Amore e Pace,
Barefoot


“Ero in officina, a lavorare sulla moto, ripensandoci ancora, e questo è il succo…

Nessuno sulla faccia della terra è obbligato a portare un carico che non vuole portare. Possono deporre il fardello quando vogliono… Però, il carico non arriverà dove lo stavano trasportando, e probabilmente è un bene. Probabilmente non aveva bisogno di andarci in primo luogo. Siamo liberi di cambiare intenzione in qualsiasi momento, sempre…

Mi ricordo ancora che ognuno sulla faccia della terra fa sempre esattamente ciò che vuole fare, in ogni momento, che lo dica o no, perché se non volessero fare esattamente ciò che stanno facendo, farebbero altro. È così semplice…

Oggi scelgo di fare ciò che penso il mio Potere Superiore, Charlie, vorrebbe che facessi: scegliere di essere Felice, Gioioso, Libero e Sobrio in questa vita che Lui mi ha dato.

Come esempio di saggezza applicata, mi viene in mente la storia di due monaci, che conducevano una vita molto austera, uno dei cui voti era di non toccare mai una donna, castità totale. Viaggiavano lungo la strada, nella loro missione di vita, quando arrivarono a un guado. C’era una donna che aveva paura di attraversare, per il suo timore dell’acqua. Quando chiese aiuto, il monaco più anziano disse: “Sali sulle mie spalle, ti porterò io”. E lei lo fece e lui la portò.

Mentre i due monaci proseguivano, il più giovane continuava a parlare della donna e del fatto che l’anziano l’aveva portata. Alla fine l’anziano disse al giovane: “Perché stai ancora portando quella donna? Figlio mio, io ho smesso di portarla due miglia fa, e ora lei sta sbrigando le faccende di Dio… Continuiamo per la nostra strada, affinché possiamo fare lo stesso.””


Di nuovo, un’altra parabola… E che Pace Sia

Un saggio signore anziano andò in pensione e si stabilì vicino a una scuola media. Trascorse le prime settimane del suo pensionamento in pace e serenità.

Poi iniziò un nuovo anno scolastico. Il pomeriggio stesso, tre ragazzini, pieni dell’entusiasmo giovanile post-scolastico, scesero per la sua strada, battendo allegramente su ogni bidone della spazzatura che incontravano. Il frastuono percussivo continuò giorno dopo giorno, finché il saggio anziano decise che era il momento di agire.

Il pomeriggio seguente, uscì per incontrare i giovani percussionisti mentre battevano rumorosamente lungo la strada. Fermandoli, disse: “Ragazzi, siete molto divertenti. Mi piace vedervi sfogare il vostro entusiasmo in quel modo. Anche io facevo lo stesso alla vostra età. Mi fareste un favore? Vi darò un dollaro a testa se mi promettete di passare di qui ogni giorno a fare il vostro spettacolo.”

I ragazzi furono entusiasti e continuarono a battere alla grande sui bidoni. Dopo qualche giorno, l’anziano li salutò di nuovo, ma questa volta con un’espressione triste.

“Questa recessione sta dando un duro colpo alle mie entrate,” disse loro. “D’ora in poi, potrò pagarvi solo 50 centesimi per battere sui bidoni.”

I rumoristi erano ovviamente scontenti, ma accettarono la sua offerta e continuarono il loro baccano pomeridiano.

Qualche giorno dopo, il pensionato scaltro si avvicinò di nuovo a loro mentre “suonavano” lungo la strada. “Sentite,” disse, “non ho ancora ricevuto l’assegno della Previdenza Sociale, quindi non potrò darvi più di 25 centesimi. Va bene così?”

“Un misero quarto di dollaro?” esclamò il capo della banda. “Se pensi che sprecheremo il nostro tempo a battere su questi bidoni per un quarto, sei pazzo! Niente da fare, signore. Smetteremo!”

E l’anziano godette di pace e serenità per il resto dei suoi giorni.

Amore e Pace, da Barefoot


Intimità amorosa e preliminari…

Pensa semplicemente ai problemi che affrontiamo come i preliminari del nostro Incontro Amoroso con il nostro Potere Superiore.

Lui ci AMA, sai, e desidera averci… Alla fine ci avrà in ogni caso.

Quindi tanto vale arrenderci adesso, perché fare l’amore con Lui è così tanto divertente… è gioia pura.

Amore e Pace,
Barefoot


Il discepolo chiese al Maestro: “Qual è la via verso l’alto?”
E il Maestro rispose: “La troverai scendendo più in basso.”
– Chi Ch’en, come citato da J. Wu


L’ABC della Vita

(a) Che eravamo alcolisti e non potevamo gestire le nostre vite.
(b) Che probabilmente nessun potere umano avrebbe potuto liberarci dal nostro alcolismo.
(c) Che Dio poteva e lo avrebbe fatto se fosse stato cercato.

Cosa rende la vita vissuta al 100%?
SE
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Corrispondono a
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Allora
H+A+R+D+W+O+R+K (DURO LAVORO)
8+1+18+4+23+15+18+11 = 98% Soltanto

K+N+O+W+L+E+D+G+E (CONOSCENZA)
11+14+15+23+12+5+4+7+5 = 96% Soltanto

Ma

A+T+T+I+T+U+D+E (ATTEGGIAMENTO)
1+20+20+9+20+21+4+5 = 100%

Perché?? 

Perché

G+O+D+A+A+12+S+T+E+P (DIO+AA+12PASSI)
7+15+4+1+1+12+19+20+5+16 = 100%

Il duro lavoro e la conoscenza ci portano solo fino a un certo punto.
Ma quando il nostro atteggiamento cambia come risultato dell’applicazione dei 12 Passi delle AA alla nostra vita, ciò dimostra che Dio sta dirigendo i nostri passi e la nostra vita SARA’ completa!! Avremo raggiunto QUELLO — La Capacità di Vivere Sobri, Un Giorno Alla Volta, COMPLETAMENTE VIVI, nella Sufficienza della Grazia di Dio!!!

Solo per gioco e divertimento!!
Amore e Pace,
Barefoot

Promemoria per Messia riluttanti

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